Ti ho aperto il mio cuore, l'ho fatto parlare, lui che ha sempre preferito tacere, lui che ha sempre voluto non dire, lui che ha sempre voluto aspettare, lui che ha sempre pensato che non era il caso, lui che ha sempre visto, lui che ha sempre saputo. Un giorno, ho deciso di farlo parlare, lui, che invece di me, non si era mai confuso, non aveva mai equivocato, non aveva mai frainteso, non si era mai sbagliato, non si era mai imbrogliato, non si era mai ingannato. Lui, sempre così con me sincero, mi aveva detto di non farlo parlare, sarebbe stato inutile, doloroso e dannoso, sarebbero state solo parole nel vento, ne accolte, ne sentite, ne capite. Ti ho aperto il mio cuore, l'ho fatto parlare, aveva ragione lui... non lo dovevo fare.
Vita mia, la mia prima parola sei stata, e so, sarai anche l'ultima. Tu sei madre, oltre il concepibile, oltre la concretezza, oltre le mie mancanze. E sei madre, delle mie certezze, del mio profondo, della mia strana infanzia che ti regalo come un album di foto. Gioia mia, a te chiedo perdono per il mio egoismo, per la mia sciocchezza, per la mia incapacità di urlarti quanto ti sento dentro di me. Stella mia, per te invoco le bellezze del mondo, perché in esse ti saluterò quando tornerai al cielo dopo una vita di fatiche. Vita mia, sei madre, donna e infinito per me. La mia prima parola sei stata, e so, sarai anche l'ultima.
Sono stanco di blaterare di me, di te che più non esisti di questa vita celeberrima di vano che in pulviscolo si sfalda dell'amore che brilla di menzogne della speranza che tracolla sul limine al farsi del giorno. Stracco sono di tutto, di te di me delle imbastiture di sogni degli atri labirinti senza uscite delle andane sverdite fuorimano che malmenato percorro da solo dei macerati grani di ricordi risparmiati da un oblio ingordo delle scale erte che portano sul belvedere del silenzio. Vapori insalubri di dolore ho respirato, troppi stocchi mi hanno centrato, troppi aculei nel cuore lo hanno suppurato. Voglio ora infatuarmi del sonno tra sue braccia supino dormire... Nessuno più mi parli o mi desti a essere salma sono pronto altra brama non ho inadempiuta. Mai dopo risorge chi muore non sconta la vita vivendo non taglia toppe per sbreghi non collutta e resta disteso. Voglio dormire: ch'io dorma!
Non dire che mi ami Se non ti batte il cuore Che passa un'ora vuota Quando non sei con me
Non dirmi amore amore Con il cuore che ti piange Da troppo che è felice Di finalmente ho
Un battito che batte Un tempo per sognare Un volo nella mente Un giorno che sarà
Un unico respiro Nel nome dolce al suono La mano che si stringe a ricordare che
Sei stata l'entusiasmo Il grido nell'orgasmo La cuccia dentro il letto Il fiore nel cassetto
l'utopia sognata La sera a fare amore La prima alla mattina La rosa mai comprata
La voce sussultata Il solo col sorriso Un bacio senza tempo Un angolo di vita
Un peso lieve al petto Capelli dolci al tatto Le ore a stare bene e amore un poco tu.
Che quanto sia davvero Nel cuore c'è paura Più facile da fare Che dire il vero noi Bruciati dal passato a dire niente bravi Ma con quel prato aperto Che corre verso noi.
Fredda piovosa montagna tu che salivi solo e silenzioso io guardavo senza capire senza il mare e gli amici un'estate di noia da morire è diventata un mondo tutto da scoprire silenzio, ghiaia e ricordi di nebbia. Sento la tua voce, ma non ho più il tuo sguardo.
Si baciano le labbra di giovani amanti sogni irrecuperabili di gioviezza, uragani travolgono il tempo, le sensazioni, l'erotismo dei madrigali dei tanghi appassionati
Violente relazioni, sindrome di Stoccolma innesca nell'innocenza pietà per i carnefici, barbariche torture, organi sessuali esposti al pubblico mercato, adolescenze traviate sfruttate: il lubrico potere azzanna
Volano rondini spaventate nel cielo tempestoso violenta grandine colpisce i piccoli esseri, cadono sanguinanti, vittime sacrificali d'una esecranda religione di potere, di sterminio che tutto sbrana
Sesso e guerra s'incrociano massacri di giovani corpi, d'anime innocenti, soldati bambini arruolati; vittime e carnefici di sé stessi
Oro, diamanti, denaro, petrolio sangue e sperma infetti, tutto mescolato nell'infernale girone dell'ingiustizia ascesa a dogma.
Fin dal Tuo grembo io gridavo amore... amor mai conosciuto amor mai ricevuto... implode nel mio petto il sentimento e mi dilania il cuor... e l'animo mio perpetuamente invaso si svuota dell'amor... senza riempirsi dell'altrui presenza e nell'assenza mi assale lo sconforto... la solitudine mi porto come compagna infame che tesse le sue trame di sogni e di speranza... e qui nella mia stanza riempio nuovamente il cuore e la mia mente di amore... amore inesistente amor mai ricevuto... amor mai conosciuto.
Un anno è passato da quando il tuo dolce sguardo si è posato suoi miei occhi. Hai cambiato la mia vita. Mio pensiero costante, mio faro, mia certezza. Poche parole e tanti sogni hanno richiamato il tuo nome. Stringendomi a te mi sono sentita me stessa. Facendomi piangere, creandoti un posto nel mi cuore, sei diventato indispensabile. Il mio rifugio i sogni. La mia dimora, il tuo sorriso. Forse un amore non ricambiato, rimarrà per sempre un mistero.
Un mondo di dubbi e insidie, nasconde una piccola stella. Cerca un cielo che non è il suo, guarda orizzonti con un limite. Ama la vita, odia le domande. Non piangere piccola stella. Illuminare il suo scopo. Sorridere il suo mezzo. Come aghi pungenti, ecco la mia vita. Una luce illumina il mio sentiero, un sorriso abbaglia i miei pensieri. Non piangere piccola stella. Il tuo cielo non hai trovato, ma di sicura la mia vita hai illuminato.
Scegliere il cielo per guardarti dall'alto lasciandoti andare nel silenzio del vento. Far cadere un aquilone dalle nuvole solo per farti alzare lo sguardo verso il mio mondo. Come un angelo ti aspetterei per ricominciare l'amore o forse solo per coprire il rumore di un battito sospeso nel cuore. Se ci fosse un modo per poterti spiegare quanto sogno di poter restare accanto a te all'infinito guarderei negli occhi il destino lo obbligherei a tenerti vicino alle mie ali che sanno di pace alle mie mani che respirano luce. Esiste un angolo solo per noi come un raggio di sole come un segreto sul fondo del mare, milioni di volte lo abbiamo rincorso e forse senza volerlo l'abbiamo nascosto in un paradiso sommerso.