Apro gli occhi e mi guardo attorno se parto domani non o se ritorno saluto tutti amici e parenti le sciocche paure le rime e i sentimenti il bene il male il bianco e il nero guardandomi dentro rimpianti zero ho riso ho pianto ho corso e sudato speriamo che il mio sforzo è stato apprezzato di restar fermo non sono capace se qui sto male mi devo dar pace da dire nient'altro forse vi ho rotto si accendono i motori e prendo il fagotto la vita è incerta non so che mi aspetta statemi bene e... lasciatemi una sigaretta.
Ho voglia di te, dei tuoi baci o mia luce che nella valle del piacere la mia esistenza conduce la dove non esistono problemi da affrontare e in pace con me stesso mi lasci sognare che fai vai via, ti fai negare guarda che tra poco ti vengo a cercare per prenderti con me o bella mia tu che mi chiudi gli occhi e consoli la mia nostalgia. Adesso non ci sei e ad occhi aperti ho conosciuto bene tua sorella sofferenza che scaglia a me le sue pene fedele compagna che porti al fianco mi riporta da te lasciandomi in bianco non solo di soldi mia dolce nemica perché oltre a quelli mi rubi la vita.
Fotografie di noi io guardo mentre fuori è primavera. Io e te felici, oggi invece solo due amici. Vecchi ricordi ritornano alla mente, giorni dipinti dai nostri cuori che battevano forte. Tutto è passato, e oggi che son qui a guardarti in queste foto ripenso a quanto tutto è solo un 'illusione... a quanto tutto non è mai per sempre!
Hai sofferto, pianto, sopportato e subito Hai provato rabbia, sdegno e animosità
Hai abbracciato l'amarezza e accarezzato la malinconia Hai convissuto con la solitudine e abitato con la rassegnazione
Se è vero, e il cuor mio me lo fa credere, che ad ognuno di noi spetti e appartenga una porzione di felicità, confido che la tua non potrà che essere straordinaria e smisurata.
Una felicità che ti ripaghi dal debito che la vita ha contratto con te Che ti restituisca tutti i desideri e le ambizioni a te sottratti Che ti faccia ritrovare le preziosità col tempo smarrite.
Rubano le ragazze i prati dove folleggiano le farfalle, mentre risuona nell'aria melodioso il canto dell'estate, rubano le ragazze i dolci sogni dell'adolescenza, i calabroni, che irresponsabili ronzano infastidendo i nuotatori che veloci scuotono il sole ghermendone i raggi, rubano le ragazze i mendicanti dalla mano tesa, le monache salmodianti dei conventi benedettini dove fiorisce il giallo colore delle mimose, rubano le ragazze i timidi poeti che nascondono nel cuore sogni proibiti, rubano le ragazze i gelsi che si perdono nell'arsura dell'estate, i sentieri assolati nascosti nella pianura, i vecchi sassi color di cuoio, le mandrie che respirano l'aria con profonde narici nere mentre i loro occhi osservano indagatori, rubano le ragazze i giovanotti dalla risata cristallina. Rubano le ragazze innamorate.
Come vorrei... Come vorrei, averti fra le mie braccia, così stanche, per la lunga attesa, poter accarezzare il tuo volto, posare le mie labbra sulle tue palpebre socchiuse, sfiorare con un sussurro la tua bocca. Come vorrei che le tue braccia, così amate, così desiderate, mi tenessero a te vicino, mi stringessero con la stessa forza e lo stesso desiderio, che mi assale al tuo vederti, che come fuoco divampa e mi distrugge. Come vorrei, sentire il calore e il sapore dei tuoi baci, perdermi nei tuoi occhi, intrecciare le mie dita con le tue, per formare una catena, impossibile da spezzare. Ascoltare i tuoi pensieri, fondere i miei respiri con i tuoi fino a confonderli, affondare le mani fra i tuoi morbidi capelli e con i miei legarti a me e al mio destino, odorare la tua pelle, che sà di primavera, di rugiada, di vento dolce e profumato. Come vorrei, sentire il battito del tuo cuore, scoprire, che è uguale al mio, lo stesso ritmo, lo stesso palpito, lo stesso tuffo, lo stesso passo, lo stesso tempo. Come vorrei che i respiri si unissero ai sospiri, che lenti e poi veloci, ci portano via, lontano, dove noi non esistiamo, siamo solo uno soltanto, anche solo per un attimo. Come vorrei, sapere da te ogni tua preoccupazione, dolore e mancanza, ogni sogno e anche speranza. Come vorrei, sapere da te ogni segreto, timore e anche difetto, per scoprire che già li conoscevo, sono i motivi per cui... ti amo. Come vorrei, che non fossero solo parole, solo macchie su di un foglio di carta, solo sogni di una notte senza stelle, solo una voce non ascoltata, solo un cuore non capito, solo un grido in una notte buia, che vagherà nell'infinito tempo dell'amore, e come le foglie nel vento, cercano solo un posto dove posarsi, come tutti i miei... come vorrei.
Ti ho aperto il mio cuore, l'ho fatto parlare, lui che ha sempre preferito tacere, lui che ha sempre voluto non dire, lui che ha sempre voluto aspettare, lui che ha sempre pensato che non era il caso, lui che ha sempre visto, lui che ha sempre saputo. Un giorno, ho deciso di farlo parlare, lui, che invece di me, non si era mai confuso, non aveva mai equivocato, non aveva mai frainteso, non si era mai sbagliato, non si era mai imbrogliato, non si era mai ingannato. Lui, sempre così con me sincero, mi aveva detto di non farlo parlare, sarebbe stato inutile, doloroso e dannoso, sarebbero state solo parole nel vento, ne accolte, ne sentite, ne capite. Ti ho aperto il mio cuore, l'ho fatto parlare, aveva ragione lui... non lo dovevo fare.
Vita mia, la mia prima parola sei stata, e so, sarai anche l'ultima. Tu sei madre, oltre il concepibile, oltre la concretezza, oltre le mie mancanze. E sei madre, delle mie certezze, del mio profondo, della mia strana infanzia che ti regalo come un album di foto. Gioia mia, a te chiedo perdono per il mio egoismo, per la mia sciocchezza, per la mia incapacità di urlarti quanto ti sento dentro di me. Stella mia, per te invoco le bellezze del mondo, perché in esse ti saluterò quando tornerai al cielo dopo una vita di fatiche. Vita mia, sei madre, donna e infinito per me. La mia prima parola sei stata, e so, sarai anche l'ultima.
Sono stanco di blaterare di me, di te che più non esisti di questa vita celeberrima di vano che in pulviscolo si sfalda dell'amore che brilla di menzogne della speranza che tracolla sul limine al farsi del giorno. Stracco sono di tutto, di te di me delle imbastiture di sogni degli atri labirinti senza uscite delle andane sverdite fuorimano che malmenato percorro da solo dei macerati grani di ricordi risparmiati da un oblio ingordo delle scale erte che portano sul belvedere del silenzio. Vapori insalubri di dolore ho respirato, troppi stocchi mi hanno centrato, troppi aculei nel cuore lo hanno suppurato. Voglio ora infatuarmi del sonno tra sue braccia supino dormire... Nessuno più mi parli o mi desti a essere salma sono pronto altra brama non ho inadempiuta. Mai dopo risorge chi muore non sconta la vita vivendo non taglia toppe per sbreghi non collutta e resta disteso. Voglio dormire: ch'io dorma!
Non dire che mi ami Se non ti batte il cuore Che passa un'ora vuota Quando non sei con me
Non dirmi amore amore Con il cuore che ti piange Da troppo che è felice Di finalmente ho
Un battito che batte Un tempo per sognare Un volo nella mente Un giorno che sarà
Un unico respiro Nel nome dolce al suono La mano che si stringe a ricordare che
Sei stata l'entusiasmo Il grido nell'orgasmo La cuccia dentro il letto Il fiore nel cassetto
l'utopia sognata La sera a fare amore La prima alla mattina La rosa mai comprata
La voce sussultata Il solo col sorriso Un bacio senza tempo Un angolo di vita
Un peso lieve al petto Capelli dolci al tatto Le ore a stare bene e amore un poco tu.
Che quanto sia davvero Nel cuore c'è paura Più facile da fare Che dire il vero noi Bruciati dal passato a dire niente bravi Ma con quel prato aperto Che corre verso noi.