Sono stanco di blaterare di me, di te che più non esisti di questa vita celeberrima di vano che in pulviscolo si sfalda dell'amore che brilla di menzogne della speranza che tracolla sul limine al farsi del giorno. Stracco sono di tutto, di te di me delle imbastiture di sogni degli atri labirinti senza uscite delle andane sverdite fuorimano che malmenato percorro da solo dei macerati grani di ricordi risparmiati da un oblio ingordo delle scale erte che portano sul belvedere del silenzio. Vapori insalubri di dolore ho respirato, troppi stocchi mi hanno centrato, troppi aculei nel cuore lo hanno suppurato. Voglio ora infatuarmi del sonno tra sue braccia supino dormire... Nessuno più mi parli o mi desti a essere salma sono pronto altra brama non ho inadempiuta. Mai dopo risorge chi muore non sconta la vita vivendo non taglia toppe per sbreghi non collutta e resta disteso. Voglio dormire: ch'io dorma!
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