Interminabile e solitario tempo, trascorso cercando nella mia testa, risposte a domande sfuggenti. Cerco di capire cos'è che mi rende così triste, che mi fa sentire così solo, che mi toglie il respiro e tormenta l'anima...
Quel dì vidi una venere che nessun artista al mondo era capace di rappresentare la sua bellezza era indescrivibile neanche i tesori più antichi erano paragonabili a lei una venere con un fular bianco paragonabile a una perla una bellezza accompagnata dalla perfezione una venere e una perla e al vedere i suoi occhi mi sembrava di volare sull'olimpo alla sua dimora la dimora dell'amore.
Dolce visione a me vicina e distante Diverrò per te poeta miglior di Dante Poiché io scrivo della perfetta perfezione Che d'amore mi pervade il cuore già il solo nome Sei forse un angelo tu che mi fai sognare? Tu che sei bella più del suon del mare? Quel ch'io so stella stupenda della notte è che a un vita senza di te, preferirei la morte.
Un piccolo giglio sta nascendo dal mio cuor dove la mia vita risiede, dove la mia vita ride, piange, è felice, ha rabbia, dove ha voglia di conoscere dove ha voglia di raccontare dove ha voglia di esprimersi Quel giglio del fior d'inquietudine di color verde, non riesce ad esprimere sue emozioni, suoi sentimenti ma solo i suoi sconforti, le voglie vitali, che mancar non devono. Madre Natura così l'ha voluto questo piccolo, che dopo esser nato, muore dando vita ad un altro cuore, ad un altro fiore, giglio e ad un'altra anima innocente, dove nuovi e piccoli gigli risiedono, uniti dallo stesso dna, dagli stessi principi, dalle stesse emozioni, dalle stesse disperazioni, dagli stessi motivi per vivere. Ed ecco qui espresso il motivo del perché, in realtà, la vita non muore, ma va avanti, con lo stesso umore quotidiano. Tal giglio ha in cuor suo una frase: mai scoraggiarsi del mal-operato; Ecco il motivo, quindi, che La vita non muore mai.
E voglio un prato come pavimento, e ciuffi d'erba come tappeti, una margherita e steli di foglie per abbellire un benvenuto, e briciole di pane da offrire agli ospiti. E voglio un cielo con la sua pioggia per lavarmi l'anima e lo stesso cielo con il suo sole per lacrimare gli occhi, e voglio la notte per parlare di segreti delicati e un grande sasso che voglio fare mio. E voglio il volo di un insetto per giocare, e voglio una pozzanghera in terra per specchiare me stessa, un piccolo albero e uno grande per misurare la mia crescita e per alzare gli occhi e vedere dove posso arrivare. E voglio correre o girare su me stessa buttando via scarpe non adatte, a piedi nudi sicura di nessun taglio, e voglio una foglia se mi facessi male, e voglio un bruco da osservare e un passero per una piuma. E vorrei acqua di mare nelle mani da poterti regalare, e il volo di falchi in coppia per rimanere in un silenzio tiepido di parole da fare uscire. E voglio terra battuta e mulinelli di polvere quando passa il vento, e voglio e voglio solo tutto vero... e voglio te in noi a dissetarci nelle mani con la vita.