in Poesie (Poesie personali)
Fantasie
Caldi sospiri
Bocche che si uniscono
Mani che si cercano
Ricordi che affiorano
Sogni che si avverano
Fantasie che mi tormentano.
Composta sabato 31 ottobre 2009
Caldi sospiri
Bocche che si uniscono
Mani che si cercano
Ricordi che affiorano
Sogni che si avverano
Fantasie che mi tormentano.
Tra i quarti di un'ora aspetti
Appoggiato a ricordi che non mi appartengono
Il tuo sguardo perso nel tempo ma così vivo nel presente
Mani unite e così lontane da me
Carezze perdute ormai screpolate dal tempo
Tra i quarti di un'ora aspetto
Appoggiata a ricordi così vicini a te.
Il mio sguardo perso nel tempo ma così vivo nel tuo presente
Mani che ti sfiorano
Nel ricordo di carezze ritrovate ormai screpolate dal tempo.
Prologo
vv 1-4
Poiché molti hanno posto mano a stendere
Un resoconto degli avvenimenti
Successi tra noi, come posson rendere
Testimonianza quelli che discenti
Gli furono sin dall'inizio e dopo
Divennero ministri e docenti
Della parola, ho deciso, allo scopo
Di dimostrare la solidità
Di tutti gli insegnamenti che all'uopo
Hai ricevuti sin dalla tua età
Più tenera, ho deciso, dicevo,
di ricercare anche io con onestà
tutti i fatti accaduti sin dall'Evo
Primo di Gesù e farne un racconto
Per te, illustre Teofilo! Devo
Ribadirti ancora che il resoconto
Che m'accingo a fare sarà basato
Con ordine sui fatti e darò conto
d'essi con l'accortezza d'un dettato!
I pensieri ritornano a farsi sentire,
lucidi ma confusi dalla luna calante
e aspettano conferme che non avranno mai
perché l'anima degli uomini è impura e imperfetta
e se è felice una l'altra non è contenta;
ricordiamo il passato, viviamo il presente,
sperando che il futuro sia più sorprendente:
futuro che attende, futuro che chiama
quell'anima impura e lo è perché ama.
Nel suo sguardo
nacque Lei...
Concepita nell'amore...
Era, una domenica ricca di silenzi,
leggiadri i pensieri
venivano arricchiti dai teneri affetti...
un raggio di sole raccoglieva
l'inquietudine dissolvendolo nel nulla,
e nasceva l'Aprile di una primavera...
Un nuovo sentire
s'avverte nell'aria,
un nuovo vento percorre
le valli, inerpicandosi
rabbrividendo le nostre
schiene, le ossa ascoltano
il rumore del tempo.
Un nuovo sentire
s'avverte nell'aria,
di paglia che brucia,
di casacche, di divise
gettate nel fuoco,
di pensieri di ricordi
abbandonati a sé stessi
dove soli ci disperiamo
per il furto del tempo,
del nostro tempo.
Per il furto del sole
della pioggia che più
non irriga né il grano
né le vette Alpine,
dove solitari
osserviamo fiumi
di sabbia ardente,
navigati da tristi
navigli, da marinai
che hanno
perso la stella polare
la rotta sicura.
Per il furto del sole
piangiamo,
per il furto della pioggia
piangiamo,
per il furto del tempo
piangiamo.
Per il furto delle nostre ossa
piangiamo,
Un nuovo sentire
s'avverte nell'aria.
Un nuovo sentire.
Né bianca, né nera,
grigia, la linea va.
Non ho ancora deciso...
Lascio decidere il vento
fino all'approdo
o dove affonderò.
Non ho ancora deciso...
Il tempo conta
fino a domani,
o dove morrò.
Grigia, la linea taglia
né bianca, né nera.
Eri brama di parole
sussurrate nel labirinto
delle sensazioni.
Eri tutto...
Il sole e le nubi...
Il vento
e il mare
Eri la tempesta.
E il paradiso.
Eri la solitudine,
il poema delle trasgressioni
nella vita del dolore folle...
Eri il silenzio,
vergante lacrime
irridenti la malinconia
del tuo tempo prigioniero.
Eri risate
come fiumi
che attraversavano
l'Io dell'assoluto
dei tuoi pensieri.
Eri Poetessa dolente
di quell'amore ridente
che sempre appare
struggente di alba eterna
anche nel tramonto
delle tue parole, ora,
che non appartengono
al tuo tangibile respiro
ma all'anima tua
radiante
l'emozione immortale...
Pioggia sulle mie lacrime
di un'infanzia senza nuvole
gioventù senza più regole
raccolgo le briociole
di affetto prematuro
gioventù senza futuro
resto nel mio limite
del tutto imprescindibile
ego calpestabile
un amore esile
un'umiltà ormai debole
e tenue...
cresce il mio pensier
di rimanere libero
lontano da ogni stimolo.
L'allineamento perfetto,
la bilancia in equilibrio,
la piena consapevolezza dell'essere vivi,
che non si spiega e non si descrive,
ma semplicemente si vive.
La fontana alla fine di una corsa,
lo stipendio a fine mese,
che cancella le attese.
La risposta alla domanda che da anni ti tormenta
arriva d'improvviso e quasi ti sgomenta.
Il limite tra ciò che vivi e ciò che si realizza
è nascosto dietro un forse,
dietro tutta l'incertezza.
Puoi scommetterci il tuo impegno
giocarti il tuo sudore ed il tuo ingegno,
ma è il caso poi alla fine
a deciderne il disegno.
Custodisci i tuoi pensieri in una teca di vetro,
come la reliquia di un santo
che veneri ogni tanto.
Con dolore e sacrificio coltivi il tuo mistero
dando in pasto la tua vita
e ciò che ne è più vero.
Rinneghi il presente e lo scavalchi
il tuo passo pesante
scava solchi.
Nei desideri sei come gli altri,
ma continui a non voltarti,
dritto per la strada
che non sa dove condurti.
Perché tu ne sei il pilota,
che non sa scegliere e spegne i fari,
preferisce ora il destino
al lottare coi suoi pari.