Poesie personali


Scritta da: Emanuele Russo
in Poesie (Poesie personali)

Ruscello

Scorre inesorabile
La vita mia
Come un ruscello in verdi vallate
Segue il suo corso
è fedele al suo suono
Dal timbro armonioso

Ero lì
Ad ascoltarti
e mi ha preso come un magone notturno

Canti popolari
Pazienza delle mani
Nella stagione del raccolto

Ero steso ad ammirarti
e ti ho chiesto perdono
Perché a volte mi perdo
e dimentico il gusto di amarti

Scorre a correnti incostanti
La vita mia
a volte in piena
Irriga il mio cuore
Di nuova fertilità
a volte è un flebile ruscello
In mezzo a verdi vallate
e del suo scorrere
Non ha più da giustificarsi.
Composta giovedì 14 maggio 2009
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    Scritta da: Blu Finch
    in Poesie (Poesie personali)
    Batton dentro
    solitudine paure.
    Pareti oscure mi accingono.
    Raggi luminosi
    sulla testa.
    In prigione or cuor.
    Aria pesante
    respiro dentro.
    Cado nel dolente buio.
    Mi accorgo
    degli occhi.
    Loro spiano e fermi.
    Dolce colore
    lento momento.
    Tenera come se notte.
    Muoio solo
    fiero disarme.
    Ti penso, ti amo.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)

      Lungo il fiume

      Erba bagnata sotto i piedi
      funghi morti sotto la luna
      rugiada piena di lacrime
      di donne vicino la cuna.

      I pioppi lungo il fiume
      sono già senza foglie
      un ramo secco cade
      sul canto d'una rana.

      Sul sentiero del prato
      incontro due anziani soli:
      uno con una foglia secca
      l'altro con in mano un fiore.

      Il cane corre solo
      dietro odori perduti,
      il sole rosso scende
      nell'intimo del cuore.

      Raccolgo l'ultima cicoria
      per la mia cena di domani,
      mentre la gazza si spaventa
      e saltando vola lontano.

      Con la nebbia che cade
      ritorno a casa mia.
      Mi accompagna il cane
      in dolce compagnia.
      Composta lunedì 9 novembre 2009
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)

        Nel mio paese

        Un'ombra scende lentamente
        in quest'angolo di paese,
        abbraccia una rosa rossa
        appesa a una spina bianca.
        Non sente la ferita aperta
        dal silenzio della strada.
        Un batter d'ali misteriose
        si posa sull'ombra che tace.
        L'unica statua della piazza
        ascolta la morte che passa.

        Cammina il giorno al suo fianco,
        cade sui tetti l'ultimo sole,
        le pecore ritornano all'ovile
        insieme al cane e al pastore.
        Un rintocco lento di campana
        annuncia l'addio di un uomo
        vissuto all'ombra di un muro
        con un libro nelle mani.
        È scesa l'ultima ombra amica
        portandosi dietro anche quest'uomo.

        Cosa resta nella sera in paese?
        Dove vanno le pecore domani?
        Il cane seguirà abbaiando
        dietro ombre senza pianto.
        La piazza è rimasta come ieri,
        piena di silenzi e rimpianti.
        La campana guarda il cielo muto,
        la statua aspetta un incanto.
        Una nenia di dolore e di parto
        è l'ultima nota di un canto.
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          Scritta da: Veronica
          in Poesie (Poesie personali)

          #12

          Con ogni respiro
          creo un Universo.
          Ogni singola particella di Universo
          mi appartiene.
          Le stelle
          sono frammenti della mia Anima
          sparsi nel cielo.
          Le stelle
          sono frammenti dell'immenso amore
          che ho per te.
          Una lunga scia dorata
          come un ruscello che ti porta a me,
          dalla vallata al mare,
          su un tappeto di soffici nuvole
          che attutiscono i battiti del cuore.
          Composta martedì 3 novembre 2009
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            Scritta da: Erika
            in Poesie (Poesie personali)

            Ti ritrovo

            È sera,
            ascolto il rumore del silenzio.
            Mi sfiora e mi stordisce.
            Sono sola,
            la stanza vuota,
            il mantello diventa più scuro
            la notte m'ingoia, poi esplode,
            i frammenti mi bucano la pelle
            come tante zanzare impazzite mi assalgono.
            Gli occhi si chiudono,
            il silenzio mi spaventa, mi assorda.
            Adesso vedo una luce
            Ma non è il sole,
            poi è buio ma non è notte.
            Cerco un momento...
            sembra un'ora.
            Cerco l'acqua...
            Trovo fango.
            Le persone non mi vedono, ridono.
            Altre mi guardano e piangono.
            Tu mi aspetti,
            Mi sollevi.
            Ingoio saliva
            ma la mia gola si asciuga.
            Cerco ancora acqua,
            Trovo solo fuoco.
            Respiro ma soffoco.
            I miei piedi non sentono il suolo
            La tua mano sfiora la mia.
            Ho le guance bagnate
            ma non sta piovendo.
            Qualcosa mi penetra
            Il freddo mi attraversa
            Il caldo mi cola dalla bocca.
            Non sento più quella mano.
            Sono di nuovo sola,
            nessuno piange o ride... nessuno c'è...
            la terra mi attira a sé,
            il mio breve viaggio finisce.
            Mi vedo riflessa, il bianco m'inquieta.
            Il corpo rigido torna caldo.
            Riecco la tua mano,
            pallida... di ghiaccio,
            Ti sento accarezzarmi, mi hai perdonato.
            Apro gli occhi,
            La solitudine mi abbraccia...
            ora il mio cuore respira la pace.
            Composta lunedì 9 novembre 2009
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              Scritta da: Erika
              in Poesie (Poesie personali)

              L'antidoto

              Sei il vento e il sole su di me,
              la tua sagoma mi accarezza silenziosa,
              il velluto mi scivola tra le mani.
              Eccoti, mago affascinante
              porti l'acqua e il fuoco dentro te,
              accendi il mio desiderio.
              L'anello si deforma piano,
              le risa della strega mi disturbano,
              il profumo nella stanza aleggia.
              Percepisco la sua gelosia,
              taglia il filo che ci lega.
              Vedo che ti allontani,
              la tua ombra diventa minuscola,
              resto illusa e impotente.
              Il suo filtro ha funzionato
              ma il mio sangue sarà l'antidoto.
              Ora che il male non respira,
              torni dentro me.
              Il veleno diventa succo,
              l'animale abbandona la sua preda
              e la fata può concedersi all'amore.
              Composta lunedì 9 novembre 2009
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                Scritta da: Erika
                in Poesie (Poesie personali)

                Il mio nemico

                Eccomi qui,
                più delusa e arrabbiata che mai.
                Il silenzio è pesante
                quasi quanto il supplizio di uno sguardo indifferente,
                in fondo è così,
                più comodo abbandonarsi che lottare...

                Così, come una linea
                che gira impazzita per trovare la forma perfetta,
                io non trovo equilibrio.
                Intorno tutto è frenetico.
                Assalita dall'angoscia mi sdraio.
                Ho paura di dormire...
                potrebbe durare in eterno.
                Il passato non è così lontano,
                lo temo ancora.
                Lui è il nemico che mi attende di nuovo,
                il fantasma che ogni mattina mi turba,
                e lo stesso che mi avvolge nella sua gelida veste ogni notte,
                quello che mi ha ingannato col suo odore
                e che più di tutti mi spinge ad odiare.

                Vive con me
                che io sia spenta o che brilli,
                che mi senta piccola o grande.
                È inquietante quanto le nervose risa dei più sadici
                ma io lo odio quanto lo amo.
                Il compianto e la pazienza non mi bastano più.
                Voglio la forza, uno spiraglio di luce
                ora che sento di essere ad un passo dal buio.
                Composta lunedì 9 novembre 2009
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                  Scritta da: Piero Valle
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Seduta in riva al mare

                  Seduta in riva al mare senti le onde narrare
                  di dolci fantasie,
                  di storie senza tempo.
                  Il tintinnio,
                  lo stridore della schiuma sui sassi.
                  Le impronte dei tuoi passi.
                  L'aria che soffia portando con sé il profumo del sale.
                  Un tuo respiro. Un tuo pensiero.
                  L'assoluto che cerchi è già là, nei tuoi occhi.
                  Nei tuoi occhi che guardano,
                  persi,
                  l'azzurro infinito.
                  La luce che brilla di scaglie d'argento,
                  gioielli vestiti dal mare e dalle sue onde maestose.
                  Riflessi di un sole che con la sua mano distesa riscalda il tuo cuore.
                  Il volo d'un gabbiano che passa nel cielo,
                  gridando un saluto.
                  Seduta,
                  guardando lontano,
                  il caso raccoglie un oggetto perduto.
                  Un oggetto lasciato, dimenticato da tempo.
                  Testimone silenzioso di una storia che fu.
                  Sola. In riva al mare, nel tuo dolce sognare
                  una storia d'amore,
                  che come quel sole, il tuo sorriso fa illuminare.
                  Quel dolce sorriso che fa sospirare
                  quell'immenso mare,
                  che è lì,
                  e che non si stanca di volerti guardare.
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