Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)

Nel mio paese

Un'ombra scende lentamente
in quest'angolo di paese,
abbraccia una rosa rossa
appesa a una spina bianca.
Non sente la ferita aperta
dal silenzio della strada.
Un batter d'ali misteriose
si posa sull'ombra che tace.
L'unica statua della piazza
ascolta la morte che passa.

Cammina il giorno al suo fianco,
cade sui tetti l'ultimo sole,
le pecore ritornano all'ovile
insieme al cane e al pastore.
Un rintocco lento di campana
annuncia l'addio di un uomo
vissuto all'ombra di un muro
con un libro nelle mani.
È scesa l'ultima ombra amica
portandosi dietro anche quest'uomo.

Cosa resta nella sera in paese?
Dove vanno le pecore domani?
Il cane seguirà abbaiando
dietro ombre senza pianto.
La piazza è rimasta come ieri,
piena di silenzi e rimpianti.
La campana guarda il cielo muto,
la statua aspetta un incanto.
Una nenia di dolore e di parto
è l'ultima nota di un canto.
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    Scritta da: Veronica
    in Poesie (Poesie personali)

    #12

    Con ogni respiro
    creo un Universo.
    Ogni singola particella di Universo
    mi appartiene.
    Le stelle
    sono frammenti della mia Anima
    sparsi nel cielo.
    Le stelle
    sono frammenti dell'immenso amore
    che ho per te.
    Una lunga scia dorata
    come un ruscello che ti porta a me,
    dalla vallata al mare,
    su un tappeto di soffici nuvole
    che attutiscono i battiti del cuore.
    Composta martedì 3 novembre 2009
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      Scritta da: Erika
      in Poesie (Poesie personali)

      Ti ritrovo

      È sera,
      ascolto il rumore del silenzio.
      Mi sfiora e mi stordisce.
      Sono sola,
      la stanza vuota,
      il mantello diventa più scuro
      la notte m'ingoia, poi esplode,
      i frammenti mi bucano la pelle
      come tante zanzare impazzite mi assalgono.
      Gli occhi si chiudono,
      il silenzio mi spaventa, mi assorda.
      Adesso vedo una luce
      Ma non è il sole,
      poi è buio ma non è notte.
      Cerco un momento...
      sembra un'ora.
      Cerco l'acqua...
      Trovo fango.
      Le persone non mi vedono, ridono.
      Altre mi guardano e piangono.
      Tu mi aspetti,
      Mi sollevi.
      Ingoio saliva
      ma la mia gola si asciuga.
      Cerco ancora acqua,
      Trovo solo fuoco.
      Respiro ma soffoco.
      I miei piedi non sentono il suolo
      La tua mano sfiora la mia.
      Ho le guance bagnate
      ma non sta piovendo.
      Qualcosa mi penetra
      Il freddo mi attraversa
      Il caldo mi cola dalla bocca.
      Non sento più quella mano.
      Sono di nuovo sola,
      nessuno piange o ride... nessuno c'è...
      la terra mi attira a sé,
      il mio breve viaggio finisce.
      Mi vedo riflessa, il bianco m'inquieta.
      Il corpo rigido torna caldo.
      Riecco la tua mano,
      pallida... di ghiaccio,
      Ti sento accarezzarmi, mi hai perdonato.
      Apro gli occhi,
      La solitudine mi abbraccia...
      ora il mio cuore respira la pace.
      Composta lunedì 9 novembre 2009
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        Scritta da: Erika
        in Poesie (Poesie personali)

        L'antidoto

        Sei il vento e il sole su di me,
        la tua sagoma mi accarezza silenziosa,
        il velluto mi scivola tra le mani.
        Eccoti, mago affascinante
        porti l'acqua e il fuoco dentro te,
        accendi il mio desiderio.
        L'anello si deforma piano,
        le risa della strega mi disturbano,
        il profumo nella stanza aleggia.
        Percepisco la sua gelosia,
        taglia il filo che ci lega.
        Vedo che ti allontani,
        la tua ombra diventa minuscola,
        resto illusa e impotente.
        Il suo filtro ha funzionato
        ma il mio sangue sarà l'antidoto.
        Ora che il male non respira,
        torni dentro me.
        Il veleno diventa succo,
        l'animale abbandona la sua preda
        e la fata può concedersi all'amore.
        Composta lunedì 9 novembre 2009
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          Scritta da: Erika
          in Poesie (Poesie personali)

          Il mio nemico

          Eccomi qui,
          più delusa e arrabbiata che mai.
          Il silenzio è pesante
          quasi quanto il supplizio di uno sguardo indifferente,
          in fondo è così,
          più comodo abbandonarsi che lottare...

          Così, come una linea
          che gira impazzita per trovare la forma perfetta,
          io non trovo equilibrio.
          Intorno tutto è frenetico.
          Assalita dall'angoscia mi sdraio.
          Ho paura di dormire...
          potrebbe durare in eterno.
          Il passato non è così lontano,
          lo temo ancora.
          Lui è il nemico che mi attende di nuovo,
          il fantasma che ogni mattina mi turba,
          e lo stesso che mi avvolge nella sua gelida veste ogni notte,
          quello che mi ha ingannato col suo odore
          e che più di tutti mi spinge ad odiare.

          Vive con me
          che io sia spenta o che brilli,
          che mi senta piccola o grande.
          È inquietante quanto le nervose risa dei più sadici
          ma io lo odio quanto lo amo.
          Il compianto e la pazienza non mi bastano più.
          Voglio la forza, uno spiraglio di luce
          ora che sento di essere ad un passo dal buio.
          Composta lunedì 9 novembre 2009
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            Scritta da: Piero Valle
            in Poesie (Poesie personali)

            Seduta in riva al mare

            Seduta in riva al mare senti le onde narrare
            di dolci fantasie,
            di storie senza tempo.
            Il tintinnio,
            lo stridore della schiuma sui sassi.
            Le impronte dei tuoi passi.
            L'aria che soffia portando con sé il profumo del sale.
            Un tuo respiro. Un tuo pensiero.
            L'assoluto che cerchi è già là, nei tuoi occhi.
            Nei tuoi occhi che guardano,
            persi,
            l'azzurro infinito.
            La luce che brilla di scaglie d'argento,
            gioielli vestiti dal mare e dalle sue onde maestose.
            Riflessi di un sole che con la sua mano distesa riscalda il tuo cuore.
            Il volo d'un gabbiano che passa nel cielo,
            gridando un saluto.
            Seduta,
            guardando lontano,
            il caso raccoglie un oggetto perduto.
            Un oggetto lasciato, dimenticato da tempo.
            Testimone silenzioso di una storia che fu.
            Sola. In riva al mare, nel tuo dolce sognare
            una storia d'amore,
            che come quel sole, il tuo sorriso fa illuminare.
            Quel dolce sorriso che fa sospirare
            quell'immenso mare,
            che è lì,
            e che non si stanca di volerti guardare.
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              Scritta da: Mirka Naldi
              in Poesie (Poesie personali)

              Autunno, una panchina nel parco

              Come foglie mosse dal vento
              le parole si posano sul cuore
              di chi è pronto ad ascoltarle.

              Come onde agitate dal mare
              le emozioni travolgono
              chi immobile le attende a riva.

              Come pioggia di fine estate
              le lacrime rigano il volto
              di chi col naso all'insù attende
              che torni a sorgere il sole.

              L'autunno è la panchina nel parco
              dove si siede chi ha il coraggio
              di lasciarsi alle spalle
              il calore certo dell'estate,
              è il sostegno per chi ha la forza
              di affrontare la pioggia e il freddo
              senza il timore di intorpidirsi.

              È per chi si sa sedere senza
              aver fretta di rialzarsi e lì
              resta nell'attesa che un nuovo sole
              torni a splendere alto nel cielo,
              pronto a riscaldare giornate di
              rinnovata vita e felicità.
              Composta lunedì 19 ottobre 2009
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