Poesie personali


Scritta da: Monica Siracusa
in Poesie (Poesie personali)

Ti amo

Ne avrò scritti mille,
detti alcuni, mai
vissuti davvero.

L'unico giusto mi
è rimasto nel petto,
tra queste righe
in un cassetto.

Non l'ho detto
e sarebbe servito,
quello spesso avrebbe
cambiato tutto.

Ma come fai a dirlo
se ti ritorna uno sbaglio,
come fai a capirlo se
sarà di nuovo un
bugiardo.

Pensavo di aver capito,
ma il sentimento
confonde tutto.
Composta domenica 8 novembre 2009
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    Scritta da: Anna Maria De Carlo
    in Poesie (Poesie personali)

    Monito alle donne

    Stupida la competizione tra donne,
    corrotta corsa a staffetta,
    tutte impegnate a primeggiare
    in certe gare,
    nel cui trofeo ambito
    il tradimento è ben celato.

    Schiave di combattimento in anfiteatro
    con l'ossessione di trionfare,
    pronte, senza regole, a schiacciare
    la dignità e l'onore.

    Seguono, pedinano, infide amicizie fingono
    per l'avversaria circuire
    e i suoi punti deboli identificare.

    Belve inferocite da desiderio e fame d'amore,
    cuori già malati con artigli si perforano,
    brandelli di carne di morte speranze
    si strappano,
    preferendo sanguinare piuttosto che rinunciare.

    Dal proscenio, l'Imperatore famelico
    di fresca selvaggina,
    narciso, l'ego tronfio si ammira,
    gode del massacro delle rivali
    e quando la carneficina lo comincia ad annoiare,
    da nuove vittime sedotte si fa portare
    in fallocratica processione.

    Concludo con monito e scrivo,
    donne,
    invece di scendere nell'arena a lottare,
    accettare il ruolo di vittima sacrificale,
    bisognerebbe quel re malefico spodestare,
    le sue menzogne disvelare,
    burlarsi di lui, cinicamente giocare,
    per umiliarlo e lasciarlo di bisogno morire.
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      Scritta da: Anna Maria De Carlo
      in Poesie (Poesie personali)

      Nuovo incontro o anche speed date, se vi piace

      Nel gioco al massacro
      un nuovo carnefice incede,
      con sguardo ipnotico e odore che invade.

      Il profumo dai tre accordi
      è fratello del respiro,
      la trasfigurazione del desiderio.

      Il sangue infuocato
      fa capriole nelle vene,
      la vittima gode, ignara dello squarcio futuro,
      il presente ignora ogni domani
      e il probabile, inopportuno,
      abbandono.
      Composta lunedì 2 novembre 2009
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        Scritta da: Anna Maria De Carlo
        in Poesie (Poesie personali)

        L'anello perfetto

        Il pegno d'amore,
        la meta e i solenni sponsali,
        una donna realizzata, l'uomo ideale,
        per sempre il suo amore, i figli, il focolare.

        Principessa dalle dita perfette,
        del suo harem, una delle predilette,
        un lampo, la giusta percezione e rinsavì,
        lei non era certo la sola per quello lì.

        E così,
        quell'anello maledetto,
        dalla morbida scatola di gioielleria di tutto rispetto,
        per troppo poco cinse il prescelto anulare
        tra lucide unghia laccate e il profumo giusto d'amare.

        Precipitò dal girevole ponte
        lanciato da un finestrino aperto
        al centro dei due mari
        e tra le due sponde,
        così che spinto dalle correnti,
        tra pesci, alghe e natanti,
        potesse far bella mostra di sé
        il falso simbolo di due ex amanti.
        Composta venerdì 30 ottobre 2009
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          Scritta da: Anna Maria De Carlo
          in Poesie (Poesie personali)

          Cristalli di vendetta

          La fuga di un lui
          da seducenti catene di possesso
          e dalla fame di sesso
          di una serva,
          in preda all'ossessione,
          del languore d'amore.

          L'abbandono, la rabbia, il sospetto,
          l'odio feroce che scorre,
          un colpo folle,
          esplosione di cristalli
          che vorrebbero insanguinare carni.

          Ma la vendetta è una cicatrice profonda
          che il senso di colpa infetta,
          una vergogna da non poter mostrare,
          un'impotente disperazione
          che la fuga di lui non ha potuto evitare.
          Composta giovedì 5 novembre 2009
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            in Poesie (Poesie personali)

            Bavanera

            Se non inchiara l'opaco divenire
            e nel torbido nero tremo e avvizzisco
            se moccolo si fa il lucignolo della vita
            a che nel fugace resistere e respirare?
            Si, smettiamola: voglio capitolare!
            Su vieni Morte, proba amante
            annullami e innalza il tuo vessillo
            sulla sostanza del mio corpo,
            circondato da selvagge vermene
            tumulato io resti sotto i cipressi.
            A che vale restare al guinzaglio
            del tempo despota che incede
            e tra strappi d'essere al nulla mi adduce?
            Sono stanco di tutto, di me, del mondo,
            di tambureggiare dimessi di speranze
            stanco di contumelie, di sogni, di ritorni
            e partenze, di accalappi e di illusioni.
            Non sono stato un buon impresario
            del mio destino e fiaschi e fischi
            a più non dire più non li ho contati:
            pochi i giorni di rimediata allegria
            rare e brevi le feste e i canti del cuore.
            Appartato deluso e intirizzito
            fuggite ombre, ho cambiato panchina
            ma sempre il sole andava altrove,
            ogni volta che ad un incrocio
            sceglievo una viuzza illuminata
            consueta era l'indifferenza raccolta
            da cuori e occhi d'altri incrociati.
            Passante avrei parlato per anni
            di che dentro avevo e moriva
            quando malinconie sfibravano
            il corpo e l'anima pene spiantava.
            Finché ho creduto in qualcosa
            ho tenuto duro e combattuto
            e ora che fido in più in niente
            tanto vale che il mio incomprensibile
            tutto smagato muti in uno zero assoluto.
            Anche il nero, come il verde o l'azzurro,
            è un colore nell'inganno delle tinte
            possibili delle cose che colorano la vita.
            Mi sarei dovuto abbonare a un Dio
            ebete partecipare a mostre e raduni,
            frequentare navate, sfilare ai suoi atelier
            per infilarmi in celesti drappi e veli
            ma non ebbi mai un biglietto di invito
            e compresenza di me stesso solo fui.
            Ieri oggi domani andate altrove
            di voi libero, mi distendo nel nulla.
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