Poesie personali


Scritta da: Mena Lucia
in Poesie (Poesie personali)

Se io potessi

Amore, se io potessi trasformare
una goccia d'acqua in una pozzanghera
dove vedere specchiata la mia insicurezza...

Amore, se io potessi ricavare da un rozzo
pezzo di pietra la più bella statua
che si sia mai vista al mondo...

Amore, se io potessi cantare tutte
tutte le emozioni degli uomini morti,
nati, e che vivranno domani...

Amore, se io potessi ammazzare tutto
il male che esiste e rinunciare
all'Onnipotente Dolore...

Amore, se io potessi tramare contro
le trame del destino, e assaggiare
ancora una volta il sapore del rischio...

Amore, se io potessi raccontare
tutto ciò che sento descrivendo ogni brivido,
e qualsiasi altro pugno allo stomaco...

Amore, se io potessi arrivare a te
in un istante solo, denunciando il tempo
troppo lento, o che passa troppo velocemente...

Amore, se io potessi celare ancora
quel che sento dietro a un sorriso falso e
a degli occhi che comunque parlano da soli...

Amore, lo farei per te.
E non potrei desiderare altro.
Composta domenica 18 gennaio 2009
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    Scritta da: Mena Lucia
    in Poesie (Poesie personali)

    Tu

    Tu
    immensa gioia.
    Tu
    immenso dolore.
    Tu
    sorriso amaro.
    Tu
    lacrima dolce.
    Tu
    notte splendente
    tu
    giorno buio.
    Tu
    pace sincera.
    Tu
    guerra del cuore.
    Tu
    luce cieca.
    Tu
    verde del mare.
    Tu
    silenzio assordante.
    Tu
    confusione muta.
    Tu
    campione di vita.
    Tu
    Anima.
    Tu
    vita...
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      Scritta da: FRANCO PATONICO
      in Poesie (Poesie personali)

      Columbus way (un viaggio a ritroso)

      Dal mar pare risorto
      ed un antico faro
      lo guida ancora al porto
      del borgo marinaro.

      A te volge lo sguardo
      il tuo navigatore
      che leva lo stendardo
      in fè del Salvatore.

      Sì, l'Ammiraglio è vivo,
      fulgente e ardimentoso
      benché d'un legno privo
      per l'ultimo a ritroso.

      L'ormeggio che lo attende
      è un laccio alla memoria
      che saldo non s'arrende
      ai venti della storia.

      Europa vagli incontro,
      vai, corri mia nazione!
      E non lasciar lo scontro
      a vincer la ragione.

      Sarai la sua sorpresa
      e l'ultima scoperta
      dal dì che t'hanno resa
      una frontiera aperta.

      E mai sia la spada
      a ridestar chi tace
      Europa non t'accada
      di rinnegar la pace!
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        Scritta da: Nadia T.
        in Poesie (Poesie personali)

        I pomeriggi

        E grida e corse,
        giù per i solchi del campo
        tra il gelo e la brina
        e l'offesa arrecata nel profumo di mele.

        E grida e corse,
        la pedalata arrivava
        dove il cielo toccava i gorghi dell'acqua
        e la nebbia si alzava dalla melma pestata.

        E grida e corse,
        parti inventate poi ruoli scambiati
        e la pelle scottava
        ma non per la ruvida lana

        e grida e corse,
        così poco importava se il sangue pulsava,
        gonfiando ciliege alle dita,
        e la bugia inventata sarebbe bastata.

        E grida e corse,
        domani una nuova giornata
        sarebbe arrivata,
        offrendomi donna alla vita.
        Composta nel gennaio 2009
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          Scritta da: Nadia T.
          in Poesie (Poesie personali)

          Briciole

          Con un gesto della mano scossi dall'animo
          ultime briciole di compassione,
          decisa per non provar tormento,
          veloce per non aver lamento,
          e d'indifferenza poi cosparsi il corpo.

          Adesso non capisco quest'uggia dentro
          che ondeggia col mio passo e segue il movimento
          anche solo per un tratto, forse è già tanto,
          e questo dondolio riporta l'imbarazzo,
          mi assale lo sgomento che credevo perso.

          Perso,
          negli occhi del deserto, color del caramello,
          su corpi levigati, vissuti come fardello,
          dietro cesti e fazzoletti, tra piedi e motorini.

          Perso,
          negli occhi dilatati di figli troppo amati,
          cresciuti senza sogni, leggeri di speranze,
          ma di pretese colmi.

          Perso,
          negli occhi trasparenti e lenti
          che non san più ricordare
          e per chi raccontare.

          Perso,
          negli occhi non aperti di corpi ancora acerbi
          che aspettano la notte per potersi addormenare
          ed in sogno, forse, giocare.

          Perso,
          negli occhi di farfalle dalle ali appiccicate
          che guardano discrete senza mai tentare un volo.
          Composta nel marzo 2009
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            Scritta da: Davide Bidin
            in Poesie (Poesie personali)

            Tra ombra e raggio

            Mi muovo
            Piede per piede
            Davanti a me solo buio
            Dietro Fioche luci
            Su di me abbaglio

            Mi muovo ancora
            Passo dopo passo
            Niente mi è chiaro
            Nulla comprensibile
            Solo le domande

            Eppur mi muovo
            Senza saper la meta
            Senza veder il percorso
            Senza motivo mi dilungo
            Senza speranza continuo

            Ma forse...
            Aspetta...
            Cosa vi è d'innanzi?
            Una luce
            Una luce

            Non è fioca e intoccabile
            Non è abbagliante e imperscrutabile
            Non è tenebra inviolabile
            è luce
            è bellissima

            Inizio a correre
            Il mio passo è inamovibile
            Ma al fine
            Arrivo
            Arrivo

            Stanco, Spossato
            Dilaniato, Deriso
            Nel corpo e nella mente
            Guardo nella luce
            Uno specchio

            Riflesso il mio sguardo
            Nella gemma, come nel fiore
            Nel vespro, come nell'aurora
            Finalmente una risposta
            La accetto.
            Composta martedì 21 luglio 2009
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              Scritta da: Davide Bidin
              in Poesie (Poesie personali)

              XI Agosto

              Venere prima stella della sera
              mare iracondo
              nei Pontinei rantolii
              gettati sulle sponde
              dall'immensa
              possanza selenica
              e riflessi nello specchio
              le gocce del cielo
              cadono
              come lacrime
              cadono
              continuamente incessantemente costantemente
              cadono
              senza tregua

              e i poveri esseri che vedono
              lo spettacolo uranico
              si gettano ispirati nel mondo del sogno
              anch'essi cadono
              aspettando sconsolati una possibilità
              di dominio sulla realtà
              un desiderio solitario espresso da milioni
              di creature stanche di vivere
              in un universo non proprio
              Atlanteo castigo
              nessuno vedrà la propria richiesta
              trasformarsi in atto
              poiché la volontà dell'uomo
              difficilmente trova compimento

              e le lacrime di questo fallimento
              cadono
              come le stelle
              cadono
              come le gocce ondinee
              cadono
              speranza infranta
              senza scopo
              senza fine
              senza meta
              cadono
              gli epitaffi son sabbia che è roccia per pochi battiti di ciglia.
              Composta martedì 11 agosto 2009
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                Scritta da: Marco Garavelli
                in Poesie (Poesie personali)

                Amore e dolore

                Ricordo il primo giorno al mare
                eri un viso da esplorare
                gli occhi dolci e poi severi
                la mente assorta né tuoi pensieri

                Ti parlavo incuriosito
                poi... conobbi il tuo sorriso
                un'anima aperta all'improvviso
                che brillava più del sole estivo.

                Ti vidi piccola e preziosa
                timida e poi curiosa
                prima schiva e poi coinvolta
                una bambina dal gioco tolta

                Sapere di non potere
                controllarsi e abbandonarsi
                la ragione non ha mai vinto
                la passione ha il sopravvento
                in guerra come in amore
                entrambi intrisi di dolore.
                Composta domenica 23 agosto 2009
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                  Scritta da: mikele74
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Se solo potessi...

                  Impulso che freme nella completa perdita di controllo.

                  Brama di prendere e sentire il sapore di quel frutto tra il dovuto e il proibito.

                  Mente offuscata ed ingolosita che perde per un mentre la sua dote più distintiva.

                  Respiro affannato che cresce per il pensiero che corre oltre,
                  verso il durante ambendo al calore umido e travolgente di quel corpo che diventa oggetto.

                  Animo animale, gusto salato che ha l'effetto di sangue per il leone che aggredisce
                  ritmo furente, crescente, verso il culmine, diviso tra lingua labbra e ancora labbra.

                  Sobbalzo per la stretta dello smalto ma sadicamente cresce il trasporto.

                  Scivolosi come serpi ci si perde in incroci e strette al limite del rispetto,
                  ma il rispetto è assecondare il gemito, il piacere.

                  Allora ancora ed ancora ed ancora sino a quando
                  la vetta è raggiunta nella deflagrazione del nostro intimo.

                  Precipito dalla trance al risveglio, a valle distesi e cullati dal dolce scorrere del tempo.

                  Respiro profondo e comprendo quanto ciò non vuol essere utopia ma senso del mio volere
                  ma intanto aspetto ed accetto. Oggi!
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                    Scritta da: BrutalBruzzi
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Tempi Persi

                    A cosa è servito
                    Guardare i tuoi occhi
                    Ascoltare la tua voce
                    Pensarti tutto il giorno?
                    A cosa è servito
                    Sperare nel tuo aiuto
                    Cercarti nella notte
                    Chiamare il tuo nome?
                    A cosa è servito
                    Incontrare i tuoi destini
                    Conoscere i tuoi desideri
                    Sentire il tuo profumo?
                    Questo mi chiedo
                    nella mente
                    e nel cuore non trovo risposte...
                    Tempi persi,
                    passati ad inseguire sogni che non si sono mai realizzati...
                    Tempi persi,
                    passati ad inseguire amori che non sono mai stati corrisposti...
                    Tempi persi,
                    passati in compagnia dei ricordi del passato!
                    A cosa è servito?
                    L'anima ancora si domanda,
                    non si stanca mai di cercare la risposta...
                    a cosa è servito?
                    La mia mente è in totale rovina,
                    la decadenza è lì sul ciglio della sua porta...
                    aspetta ad entrare nell'anticamera del mio cervello...
                    aspetta un mio cedimento, il crollo nella fine della mia coscienza!
                    A cosa è servito?
                    Aspettare un segnale, aspettarti...
                    Aspettare l'amore, o l'apatia...
                    a cosa è servito?
                    E ancora una volta
                    La mia vita è segnata dai tempi persi!
                    Composta sabato 14 settembre 2002
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