Poesie personali


Scritta da: BrutalBruzzi
in Poesie (Poesie personali)

Tu sei la mia tentazione...

Come onde del mare,
i tuoi capelli s'increspano in una cascata dorata,
mentre i tuoi occhi penetrano nei miei,
ti guardo come in estasi e mi perdo nei miei pensieri dove la tua immagine si riflette,
i contorni del tuo volto fanno da cornice alla tua bocca e nella mia io chiamo i tuoi baci,
tu sei la mia sirena,
la mia musa, la mia amata tentazione...
Composta giovedì 3 aprile 2008
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    Scritta da: BrutalBruzzi
    in Poesie (Poesie personali)

    Anima e Corpo

    L'Anima prese per mano il corpo
    In un lontano giorno della Storia.
    Si sarebbero sposati.
    Avevano così deciso,
    di camminare insieme sul lungo
    selciato della Vita.
    Poi venne la Morte,
    gelosa e perversa,
    che per dispetto strappò
    il corpo all'Anima e lo portò via
    con sé.
    Spiegaci o Morte:
    Noi siamo l'Anima che sale
    Al cielo?
    O siamo forse il Corpo
    Che subito imputridisce?
    Composta giovedì 10 agosto 1995
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      Scritta da: BrutalBruzzi
      in Poesie (Poesie personali)

      Voce

      Sei voce
      Che sussurra alla mia mente
      e imprime la tua immagine
      Nei miei pensieri...
      Sei voce
      Che mi parla da lontano
      Sei voce
      Come una canzone delicata
      Mi trascina in un ritmo senza fine
      Che vorrebbe portarmi a te
      e mi incanta
      Come la tua voce
      Specchio della tua essenza
      Ed io
      Rimarrò in silenzio
      Per
      Ascoltare la tua
      Voce.
      Composta domenica 27 maggio 2001
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        Scritta da: BrutalBruzzi
        in Poesie (Poesie personali)

        Il Freddo di Agosto

        Cercare di amare
        Ed essere abbandonati prima ancora
        Che succeda di poter amare ed essere amati.
        Senza sapere se un giorno
        Si amerà e si potrà
        essere amati.
        Fermare il tempo
        Per paura di non avere
        Più tempo.
        Capire la
        Crudeltà del momento.
        Sentire il freddo
        In Agosto.
        Composta martedì 10 agosto 1999
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          Scritta da: Marco Bruni
          in Poesie (Poesie personali)

          Quintetto amoroso

          Per monti e per valli
          seguirò l'amata mia diletta,
          perché descrivere non so
          la bellezza che provo
          alla sua vista.
          La gioia, l'amore, l'allegria
          che l'impetuosa onda
          della sua passione ha
          gettato sulla desolata riva,
          della vita mia.
          Composta mercoledì 18 novembre 2009
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            Scritta da: Salvatore Riggio
            in Poesie (Poesie personali)

            Tu...

            Tu...
            Che vagabondo fin da giovane obbligato sei stato.
            Tu...
            Che troppe città nella tua infanzia hai cambiato.
            Tu...
            Si proprio tu! Che se ogni volta che hai cambiato vita
            rappresentasse una pagina di un libro,
            allora ne avresti riempito di pagine almeno una decina.
            Tu...
            Non so se non aver avuto amici da moccioso
            per te sia stato una fortuna o un peccato,
            eri sempre un vababondo solitario in questo mondo.
            Hai pianto per essere stato solo, ma lo nascondevi
            tratenevi le lacrime davanti gli altri perché tene saresti vergognato,
            era un segno di debolezza per te e questo non lo sopportavi.
            Tu...
            Che consideri comunque di essere stato fortunato,
            non averli avuto almeno significava che nel momento dell'addio
            la tristezza il tuo cuore mai avrebbe potuto sfiorare, si non l'ha toccato.
            Tu...
            Ma chi credi di prendere in giro?
            Preferisci continuare a mentire a te stesso?
            Sappiamo bene che te soffrivi come un cane...
            Avresti preferito essere dalla tristezza sfiorato
            ogni volta che l'addio si avvicinava,
            piùttosto che averla sempre avuto inciso
            nel tuo cuore che dimora per lei è stato.
            Tu...
            Che ormai cresciuto e piccolo uomo sei diventato,
            rimpiangi ciò che hai vissuto da moccioso, il tuo passato.
            Avresti voluto aver avuto un'infanzia piena di amicizie, di sorisi,
            di divertimento, di caldi abbracci come ogni bambino si meritava!
            Ma adesso ti ritrovi a mordicchiarti il labbro perché la tua non è andata
            come te speravi e ti riempie di rabbia perche sai che la tua...
            l'hanno bruciata...

            Tu... Ma perche stai piangendo?
            Io? Per... perché te mi odi...
            No, non odio te, ma la tua infanzia e ciò che ti stette intorno.
            E t... tu per... perché stai piangendo?
            Io? Le mie son solo lacrime di gioia perché
            il tuo è solo passato, una nuova vita ormai stai vivendo...
            Composta mercoledì 18 novembre 2009
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              Scritta da: Salvatore Riggio
              in Poesie (Poesie personali)

              Dinanzi a te col mazzo in mano

              Ora mi ritrovo dinanzi a te,
              con che coraggio lo faccio
              non ne ho alcuna idea.
              Son qui sperando di ritrovare
              una speranza per poter in futuro
              la nostra storia riiniziare,
              anche se dopo quel che accade
              sembrerebbe soltanto una follia.
              Intanto un petalo di biancospino
              scorsi danzare nel aria che in terra cadde.

              Ora mi ritrovo dinanzi a te con questo mazzo di fiori
              stretto in pugno, mi accorsi che tu li iniziasti ad osservare.
              Il tuo sguardo era gelido mi sembrò che le camelie rosa e rosse
              si radrizzassero da quei due diamanti, quasi che stessero per gridare
              ed ora si alzò anche una leggera brezza, ho comesso un sbaglio
              presentarmi qui da te, la speranza si sta affievolendo e ne ho paura...
              Nel fratempo la porta, le finestre sbattero violentamente per la brezza
              che semper piu forte divenne e la luna piena si nascose tra le nuvole
              nere che sembrano voler piangere e che son a forma di calendula.
              Mi sa che anche lei inizio a non sopportare quel tuo gelido sguardo...

              Ora mi ritrovo dinanzi a te ma ormai mene son pentito,
              non ce bisogno di alcuna tua parola io so già di aver capito
              allora mi volsi, mene andai e intrapresi un nuovo cammino
              col mazzo in mano che il tuo sguardo ha fatto appassire,
              finche anche il mio non si posò sulla terra poiché rimasi colpito
              da quei due fiori che per poco calpestai! Un vilucchio, un ciclamino...
              Non credo che io possa mai più dimenticare quello che nel
              mio cuore, nella mia anima in questa notte ho sentito...
              Composta martedì 17 novembre 2009
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                Scritta da: Giovanna
                in Poesie (Poesie personali)

                Perché?

                Perché in questo mondo, che è pieno di dolore,
                io sono nata solo per soffrire?
                Perché nella mia vita non c'è più l'amore
                è tutto sta crollando è mi sembra di morire?
                Perché il destino è cosi crudele è duro
                è non mi ascolta mai quando ne ho bisogno?
                Perché il mio cuore non è caldo è puro
                è sto tranquilla è buona solo nel mio sogno?
                Perché non son'serena quando c'è il sole fuori
                è sto nel mio buio come lo sempre fatto?
                Perché mi sto dicendo: "è ora che tu muori!"
                Io so che di dolore tanto ne ho dato.
                Mi faccio di continuo domande senza senso:
                perché son'infelice è piena di rimpianti?
                Non trovo alcun'risposta anche se ci penso
                è tutto intorno trema per colpa dei miei pianti.
                Composta martedì 25 agosto 2009
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                  Scritta da: Giovanna
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Il gioco dell'amore

                  Un giorno alla mia porta
                  l'amore mi bussò,
                  Mi chiese di entrare
                  ed io lo lasciò.
                  Era gentile è bello,
                  cortese è geniale,
                  La sedia lui mi chiese,
                  voleva solo parlare.
                  I suoi occhi grandi,
                  la bocca profumata
                  Ed ho capito presto,
                  Che mi ero innamorata.
                  Lui mi parlava piano
                  guardandomi negli occhi,
                  "sei tu la mia scelta,
                  io voglio che tu giochi.
                  E tutto solo un gioco
                  semplice è chiaro,
                  Non puoì giocare ovunque
                  perché è un gioco raro."
                  Cosi io son cascata,
                  Veloce ho imparato
                  le regole del gioco...
                  Però lui ha barato.
                  E poì ho accettato,
                  senza pensare troppo,
                  che se finisce il gioco
                  c'è sempre anche un "dopo".
                  Composta martedì 13 ottobre 2009
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