Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Rendicontando

Il filo sul fuso è oramai quasi alla fine
e poco importa delle forbici di Atropo
della snervante partita a scacchi
l'esito da molto tempo ci è noto
ci estranieremo da debiti e da crediti
di respiro, tutto accadrà improvviso
o dopo un calvario di giorni penosi.
Vivendo ho parlato spesso al cuore
in cerca di allegria e d'amore
ho camminato sotto il brillio
delle stelle, tra pulviscoli di sogni
sono annegato e emerso dal pozzo
dell'inespugnabile ignoranza
ho alzato le braccia e gridato
sulle scale del lutto e del dolore
ho agognato presenze e vicinanze
decifrato volti e sorrisi
cercato occhi sinceri da guardare
scavato per trovare semi di me stesso.
Or e domani che mi resta da fare?
Scoprire ciò che non fui
quante belve mi mangiarono il cuore
quando e quanto mi nutrii di menzogne
misurare la media dei giorni
in cui mortificai me stesso
e fui costretto a spacciarmi per altro?
Nessun abito è eterno o non si sgualcisce
la vita e l'amore durano quel che durano
la tonaca passando tra intemperie e stagioni
si stinge si consuma poi rovina
nel gran mare dell'esistenza dopo i flutti
la bianca vela in lontananza scompare
al calar del sole e se ne perde la rottae la scia.
Cesseranno rumori e frastuoni
risuonerà il silenzio diffuso dalle trombe
del nulla e del vuoto
caduto il destino alle mie spalle
sopra i ruderi resterà l'indifferenza
e lo sbeffeggio di un Dio a cui non ho creduto
la vanità delle parole, la trasparenza pura
di un opaco scivolare verso l'oscuro.
La speranza? E chi mai la conobbe!
La fortuna di incontrarla ad altri la regalo!
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    Scritta da: Rita S.
    in Poesie (Poesie personali)

    E il tempo ruba e va

    Pezzi che vanno via...
    risparmiati
    non spasimare di riprendere...

    Non tornano

    Sono pezzi di te
    caduti
    alle costole del tempo

    oramai persi
    seguaci del Dio Kairos
    che umana empatia
    non ha conosciuto mai
    e non si concede
    se lo miri a sassate
    né se gli sputi le tue esecrazioni
    o racconti di patemi
    che non avresti in animo
    serbare per l'ignoto

    Ti accenni
    cieca illusione
    in un timido "torna,
    mi servirebbe
    uno stralcio ancora di te"
    per il lacero brandello di cuore
    lì appeso
    alla tua incomprensione

    Ma lui il precipitoso
    con bieca indifferenza
    ti sbircia appena
    infardellato nelle tue incertezze
    e non muta il passo

    Fugge integro da miserie
    continua a rubare pezzi
    e nel mentre
    dalla fucina accesa
    si ingegna...
    modella nuovi angeli
    e ricicla i demoni.
    Composta venerdì 30 aprile 2010
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      Scritta da: Davide Bidin
      in Poesie (Poesie personali)

      La Ballata Dell'Ironico Recluso

      A me interessa derider voi cretini
      quando sento il vostro vociferare
      l'indignazione delle vostre ferite
      il lascito crepuscolare di cose
      che voi non capite

      Ridere della morte e della sua paura
      della prefettura e della clericazia
      della morale che grida stuprata
      dei feti buttati tra i prati
      delle piante a cinque punte recluse per esser nate

      Io rido, mi diverto, sorrido e derido
      Se domani dovessi morir per uno sparo
      con cancro o per un incidente
      riderei col mio spettro sulla tomba
      scritta sulla lapide marmorea "cazzo ti guardi?"

      Aspetterò con corna d'orate o l'ali rattoppate
      Voi che passando mi guarderete disgustati
      "un cimitero con queste scritte ma che schifo"
      Poi un giorno un bambino, un uomo nuovo
      camminando riderà come uno stitico.
      Composta mercoledì 2 giugno 2010
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        Scritta da: Franco Mastroianni
        in Poesie (Poesie personali)

        In mezzo alle sorelle

        Piena di sé... la luna
        rischiara a giorno
        certe notti
        per il semplice fatto
        di tener d'occhio
        le sue stelle

        succede a volte
        che alcune... le piu belle
        si stanchino di stare
        in mezzo alle sorelle

        perché restar lassù
        è
        molto deleterio

        son così belle
        ma
        solo un desiderio.

        Si lasciano cadere
        allora
        in cerca dell'amore.

        Piena di sé... la luna
        mi guarda sempre
        con una strana faccia.

        Perché ti vede qui

        tra le mie braccia.
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          Scritta da: Danilo Sarra
          in Poesie (Poesie personali)

          La mia condizione

          Non voglio condividere la mia sacra esistenza
          con i vostri lindi visi imberbi e sorridenti;
          ne tanto meno con i vestiti artisticamente abbinati.

          Vorrei essere una Cinciallegra
          che, contenta, amabilmente canta
          al di sopra della vostra miseria.

          Non sapete di essere incatenati
          alle lercie leggi della moda;
          allo spasmodico obbligo di apparire;
          alla becera esigenza di essere esteticamente
          superbi.

          Non potete assaporare il dolce gusto
          della vasta varietà della Natura
          legittima madre lucente e severa
          che non avete mai conosciuto e apprezzato.

          Purtroppo, nonostante l'apparenza
          sono come voi;
          la civiltà dei grattacieli
          e del tubo catodico è anche la mia.

          Ma io, a differenza vostra, conosco
          la salvifica e splendente via d'uscita.
          Ho tra le mani il mistico antidoto
          che mi garantirà la salvezza.
          Composta martedì 1 gennaio 1918
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            Scritta da: Danilo Sarra
            in Poesie (Poesie personali)

            I Contadini (angeli senza ali)

            La zappa azzanna la zolla;
            Le fauci, che misconoscono stanchezza o pigrizia,
            consumano con veemenza
            il pane inzaccherato di terra e sudore.

            Le loro esistenze soavemente colorate
            dal sacro, necessario sacrificio;

            Dal volto quadrato e accalorato
            germoglia una mistica Genuinità.

            Assente nella loro pura mente
            il timore di mostrarsi sporchi.
            Il giudizio altrui conta niente,
            come la vita dei bambini pè gli orchi.

            La terra sulle sudice vesti
            è il loro grande orgoglio.

            E io, perfettamente pulito
            e all'aspetto smaniosamente attento,
            non ho il potere di pensarli,
            ritrarli
            o decantarli.

            Loro, gli amabili contadini,
            sono creature mistiche
            che immortalmente vivono nel passato,
            scavalcano il presente infettato
            dal vile ignobile denaro
            e insanguato dall'egoismo,
            per attenderci nel brillante futuro.
            Composta martedì 1 gennaio 1918
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              Scritta da: Il Nuragico
              in Poesie (Poesie personali)

              Ritorno a casa

              Dentro la valigia
              i miei vestiti sporchi
              grondano di stanchezza,
              di giornate grigie.
              Un vestito pulito
              per l'occasione,
              profuma di casa mia,
              di un ritorno bramato
              di lacrime versate
              nelle notti vuote.

              Dentro la valigia
              un amore gelosamente
              involto in carta dorata,
              un profumo di mare,
              crema di speranza
              colori di tramonti
              parole calde
              ritmi di corpi danzanti
              intorno a un falò
              sulla spiaggia d'estate.
              Composta giovedì 27 maggio 2010
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                Scritta da: Marisa Marimare
                in Poesie (Poesie personali)

                Carezza divina

                Donami una carezza
                Di quel calore inestinguibile
                dove né l'acqua può inondare
                né il vento portar via.

                Proteggi i miei lombi con pali appuntiti
                vigilando l'invasione di uomini travestiti d'amore
                di parole melliflue lanciate come frecce verso il cuore
                di sensazioni e turbamenti colorate di nero.

                Salvami da quel ricordo perverso
                dalla bocca piena di violenza
                da quel silenzio perpetuo
                e dal sorriso sardonico ostentato dal disprezzo.

                Scrollami il peso della colpa
                di una coscienza che scalpita
                di una spina nella carne
                di inquietanti pensieri azionati dalla follia.

                Donami una carezza ancora
                Sfiora il mio viso e senti il mio respiro
                ansima, trema, trepida,
                ancora impetro una carezza, un conforto, una salvezza!
                Composta martedì 1 giugno 2010
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                  Scritta da: Ada Roggio
                  in Poesie (Poesie personali)

                  La vita senza amore è...

                  La vita senza amore è, aspettare che passi un altro giorno
                  La vita senza amore è, non avere più sole
                  La vita senza amore è, fingere al mondo di essere felici
                  La vita senza amore è, la solitudine tua padrona
                  La vita senza amore è, non avere nessuno al tuo fianco
                  La vita senza amore è, nascondersi sotto le coperte abbracciasi al cuscino e piangere la solitudine
                  La vita senza amore è, la completa solitudine
                  La vita senza amore è, infilarsi la maschera della felicità
                  La vita senza amore è, dire al mondo che va tutto bene
                  La vita senza amore è, non avere più carezze, baci, abbracci
                  La vita senza amore è, la completa disperazione dell'essere umano
                  La vita senza amore è, cercare rifugio su di un foglio e scriverci i tuoi pensieri
                  La vita senza amore è, aspettare l'ultimo respiro
                  La vita senza amore è, sentirsi un morto che cammina
                  La vita senza amore è la consapevolezza di aver vissuto cercando invano l'amore rubato dal tempo.
                  Composta lunedì 31 maggio 2010
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                    Scritta da: elio
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Un suono di campane...

                    Nella sera fredda e nuvolosa
                    tra mille pensieri
                    e assillanti preoccupazioni
                    vaga la mente.
                    Un suono di campane
                    si diffonde
                    tra il rumore delle macchine
                    ferme al semaforo.
                    Nel cuore
                    la speranza
                    di un attimo di pace
                    forza la serratura
                    dell'animo ferito
                    e d'un tratto
                    l'inquietitudine
                    si fa
                    un po' meno pressante.
                    Nell'animo ravvivato
                    dai rintocchi della Fede
                    un arcobaleno di fiducia
                    rischiara
                    con la forza della Croce
                    e l'arma della preghiera
                    il cupo grigiore
                    della monotona solitudine.
                    Composta lunedì 31 maggio 2010
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