Poesie personali


Scritta da: Jo16
in Poesie (Poesie personali)
Le fiamme ardenti mi bruciano
Bruciano me, la mia anima, il mio corpo
Urla di dolore, odio escono dalla mia bocca rossa come il fuoco assassino
i miei occhi diventano neri, oscuri come la morte
Il mio corpo ancora vivo lotta morendo
si sta indebolendo, brucia, subisce... muore
i miei occhi si stanno chiudendo...
le mie urla sono solo dei lievi lamenti...
ed eccomi... distesa, legata, debole
prego... non di vivere
ma di riuscire ad odiarti
prima di morire...
e arrivata... mi chiama...
due lacrime... e sono andata.
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    Scritta da: dax
    in Poesie (Poesie personali)
    Il cuore non ha più domani
    silenzio imperturbabile cinge la mente,
    pazzia o saggezza.

    Sappiamo credere o morire non credendo.

    Ricordo soltanto la luce d'una lucerna
    che s'allontana ballando.

    Cingo la tua fronte d'alloro
    le tue labbra di baci.

    Silenzio senza paura
    ricordi passati al rallentatore
    della memoria... Amore.
    Composta lunedì 31 luglio 1978
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      Scritta da: dax
      in Poesie (Poesie personali)
      Sull'acqua sterile
      della coscienza
      le foglie morte
      dei nostri peccati
      galleggiano silenziose.

      Sogna... cuore... sogna.

      Imadroniamoci del silenzio
      sublime esempio di civiltà,
      mentre intorno a noi
      il potere inghirlanda di note
      i proclami dei suoi delitti.

      Sogna... cuore... sogna.

      Intanto i fiori appassiscono
      nella pianura annebbiata,
      le rondini fuggono
      dall'immondizia della civiltà.

      Ma il poeta è morto
      disperso nel nulla
      della sua speranza subita.

      Nelle pagine della giovinezza
      bruciata nell'illusione
      della libertà.
      Composta giovedì 31 gennaio 1980
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        in Poesie (Poesie personali)

        Perché...

        Madre mia,
        che sei tanto crudele,
        hai chiuso la tua porta con la chiave,
        non ho più possibilità di recuperare il tuo affetto,
        forse non ho mai lo avuto,
        Perché? Domando spesso nelle lunghe notti lacrimose,
        perché non mi hai voluta, amata, essere fiera di me,,
        perché non mi hai accettata come sono,
        come mi hai messo a questo mondo opaco,
        per lasciarmi vivere in colpa,
        in quella colpa, che non ho,
        Madre mia, che sei tanto crudele,
        non c'è più tempo,
        il pendisce dell'arco della nostra vita sta per immergersi nell'infinito,
        dove lo spazio e il tempo si fondono con l'eternità,
        dove le anime disperdono, come il profumo delle rose,
        nel vento.
        Madre, per aver degna di essere chiamata di questo meraviglioso nome,
        sul letto della morte, per un solo istante,
        amami,
        che si riempie d'affetto il profondo vuoto nel mio cuore dolente,
        e potrò morire serenamente.
        Composta sabato 5 giugno 2010
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          in Poesie (Poesie personali)

          Ai morti suicidi

          Vedo sangue fuoriuscire
          dalle vene stanche,
          questo torrente sboccherà in un lago,
          fondendosi con melma e fango.
          L'umano concetto,
          la sua sentenza ha esclamato.
          Uomo non ti vedo così:
          la vergogna non esiste nel forte sentire.
          Evaporeremo tra le nubi
          cosicché anche quel lago,
          dopo un ultima tempesta dell'inverno umano,
          non più sabbia e melma avrà per culla,
          ma un miracoloso manto umido.
          Tratto di sangue,
          sfuggente,
          amante del corpo.
          Ciliegia, che nel vuoto ti lanci, a sporcar
          del tronco
          la corteccia,
          alla radice della vita,
          senza sapere,
          ti fermerai.
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            Scritta da: dax
            in Poesie (Poesie personali)
            Ti ho tradita,
            io stupido egoista
            pauroso uomo.

            Tu chiedevi solo
            amore coccole, giochi
            e una semplice zuppa la sera.

            Io affondato nei miei problemi
            t'ho abbandonata, tradita.

            Tu sei andata inconsapevole
            fiduciosa verso la morte,
            piccola innocente brachetta.

            Tu che avevi negli occhi
            tutta la saggezza
            dell'antico mondo.

            Tu che conoscevi
            il segreto nome di Dio.
            Composta lunedì 31 maggio 2010
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              Scritta da: Umberto Zavagno
              in Poesie (Poesie personali)

              Tra il bene e il male

              Stanno li nascosti
              ora rifulge uno
              ora prorompe l altro

              immersi in questi pensieri
              ne usciamo vincitori
              siamo giudici e vediamo meglio
              un sorriso libera ogni difesa
              un urlo... ecco la maschera peggiore
              nella mente il nostro ordine

              l'iperbolica traiettoria
              origina la nostra attenzione
              qui il giudizio diventa diverso, inquinato
              anche chi... traccia profonda ha lasciato
              parlando di umiltà e d'amore
              con un povero fico se la prese

              quando ti aspetti il dominio
              ma la donna non cede il velo
              il fumo dell'ira copre la vista
              cosi ogni cosa che l'ordine non rispetta
              incendia dell'uomo l'animo

              solo Abramo accettava
              con dolore di donare la parte migliore
              questo è quello che abbiamo perso
              non sappiamo più attorno a chi ruotiamo
              siamo tanti e negli occhi
              non più il ritmo della natura

              nel deserto si parano ombre nere
              escono al rumore
              le mani tese per l'acqua o la medicina
              ti guardi in giro
              tre mesi all'anno non vedi nulla
              loro li a dipingere quel quadro

              noi pure tingiamo tele
              il pennello migliore è se guardiamo dentro
              almeno a uno non puoi mentire
              se usassimo tutti i colori
              non avremmo fili spinati
              non ci sarebbe gaza e nagasaky.

              Esce spesso il nero
              come dalla bocca il veleno
              scegliamo anche il rosso
              a volte tanto che non sappiamo quanto
              gli altri spesso come fondo
              che copriamo o nascondiamo

              siamo tanti pittori
              dentro di noi quel maledetto ordine
              spesso usiamo un solo colore
              una traiettoria diversa
              un sorriso diventa un urlo
              eppure siamo fatti per stare insieme.
              Composta giovedì 13 maggio 2010
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                Scritta da: Brunason
                in Poesie (Poesie personali)

                Preziosa

                Amico, compagno, fratello,
                eccomi accanto a te.
                Finalmente riposo.
                Perché tu sai vedere,
                semplicemente,
                Quella che sono.

                Sai andare, deciso,
                al di là del riserbo.
                T'inoltri, ardito,
                oltre ogni pudore.
                Abbatti, furtivo,
                ogni strenuo steccato.

                Se io scavo un fossato,
                lo riempi in silenzio
                con estrema dolcezza.
                Se il ponte levatoio
                per paura sollevo,
                tu mi lanci una corda.

                Se io alzo un muro
                sia pure di velo,
                sapiente, lo aggiri.
                Irruente o cortese,
                sei senza pretese,
                e io senza difese.

                Come non rispondere,
                come tacere
                a tuoi gesti d'amore?
                Ogni atto è un dono,
                ogni silenzio è un suono
                Armonia dalle corde del cuore,

                Tu sai chi sono
                al di là di ogni difesa.
                Tu davvero mi vedi!
                Pienamente mi accogli,
                senza dubbio mi stimi.
                In silenzio mi ami.

                Non c'è gioia più grande,
                né ricchezza preziosa,
                che possa valere
                il tuo essere dono.
                Per questo io canto
                l'amore che provo.
                Composta venerdì 4 giugno 2010
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                  Scritta da: Marco Panizza
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Il buio e la farfalla

                  Farfalla
                  la notte è buia
                  colori spenti dal nero buio
                  vola
                  vola
                  punta il cielo
                  punta su una stella
                  non la raggiungerai
                  mai
                  mai

                  quando le tue forze ti lasceranno
                  e ti sentirai morire
                  guarda giù
                  l'alba
                  la luce
                  il nuovo giorno
                  la tua stella

                  non sbattere le ali
                  scendi
                  scendi
                  scendi fino a me

                  sono qui ad aspettarti

                  sono il tuo fiore

                  sono il tuo amore.
                  Composta venerdì 4 giugno 2010
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