Poesie personali


Scritta da: Davide Bidin
in Poesie (Poesie personali)

La Notte non si chiede chi Io Sia

Qualcosa di nuovo mi è apparso
mentre camminavo nella notte
un silenzio che tutto copriva
come se il mondo fosse, in totale
simmetrica e composta beltà stridente
come se niente fosse al posto sbagliato
dalla cigolante panchina nel prato
al rivolio inquinato dai cocci verdastri
fin dalle lontane fronde dell'abete struccato
silenzio e nulla, se non
la notte ch'è tutto e niente
non cerca, non lamenta, né condanna
perché, essenzialmente, non le interessa
del barbone che gira pei viali illuminati
da un'oscura luna
dalla nuvola arancia che copre il mondo
di una città periferica
un piccolo angolo di buio
che risplende come raggiante e silente
hotel alla fine del mondo
la notte
se ne frega del viandante
che son io
che, errabondo scivola nelle strade scapestrate
corrucciate da, un'immobile, pozza d'acqua
mentre tra le sterpi più alte si vede il riflesso
d'un rovo dalle acute spine
alla notte non importa cosa ricerca
quel piccolo uomo
che son io
perché nella sua fresca lentezza al passaggio
non nota la cerca ostinata
di cosa, non si chiede
forse, un fiato di labbra rubate
forse, l'ultimo bicchiere di rosso shiraz
forse, ancora, un suono non rivelato
o ancora, la mera ispirazione per un'opra nuova
che poi, son io.
L'anima mia c'ha tutto si piega.
Composta domenica 6 giugno 2010
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    Scritta da: Marzia Ornofoli
    in Poesie (Poesie personali)

    L'urlo di Demetra (la madre terra)

    Lacrime di piombo,
    cadano da cielo plumbeo,
    trafiggono come lame spietate
    il ventre ormai arido
    della madre terra,
    incuranti del suo dolore.
    Urla Demetra, madre terra,
    urla e si divincola tremando,
    squarciandosi creando macerie,
    l'uomo urla piange sulle macerie
    ma ancora non ascolta l'urlo di Demetra.
    E ancora lacrime di piombo,
    cadono e trafiggono il ventre,
    e ancora urla Demetra divincolandosi
    rompendo quelle lame d'acciaio
    che le rubano l'anima,
    Piange Nettuno nell'osservar
    il suo regno cambiare colore,
    ora non è più azzurro,
    ora è nero come il carbone
    e piange per i suoi figli
    che muoiano immolati
    per un oro nero.
    Urla e piange Demetra,
    madre terra, supplica,
    uomini che un tempo
    si rivolgevano a lei per
    avere i suoi frutti,
    generosa era la madre terra,
    donava messi d'orate,
    frutti succulenti,
    ma gli uomini scordano in fretta,
    e ora le strappano l'anima,
    senza più onorarla,
    senza più ringraziarla
    per la sua generosità,
    e s'arrabbiano se lei si ribella.
    Urla e piange Demetra,
    la madre terra,
    ma nessuno l'ascolta.
    Composta domenica 6 giugno 2010
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      Scritta da: Marzia Ornofoli
      in Poesie (Poesie personali)

      La rosa velata

      Una rosa velata è nata sulla mia pelle,
      respiro il silenzio della notte,
      il respiro caldo umido dell'amante
      mi accarezza edacemente la pelle,
      vibra il cuore in quel palpitare d'emozioni.
      Mi lascio trasportare dal sogno d'amore,
      la notte mi appartiene.
      Il giorno si è levato,
      sola sono fra lenzuola disfatte,
      la primavera risplende
      di colori e profumi,
      ma io non vedo la sua bellezza,
      perché tu non sei qui
      ad ammirarla con me.
      Solo la notte la mia rosa velata
      sboccerà ancora sulla mia pelle.
      Composta domenica 6 giugno 2010
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        Scritta da: Marzia Ornofoli
        in Poesie (Poesie personali)
        Ricerco me stessa,
        in vortici di vento e polvere,
        lascio cadere lacrime
        che impastano il tempo,
        ricerco me stessa,
        nelle albe passate
        e in quelle che verranno.
        Ricerco me stessa,
        nei tuoi occhi
        specchi d'acqua,
        l'anima mia si disseta
        dell'amore che le dai.
        Ricerco me stessa,
        sospinta dal vento
        ululante che trascina
        i miei pensieri lontano
        lasciandomi vuota,
        ma la ricerca continua,
        e riempio il vuoto
        con pagine che parlano
        parlano d'amore e sogni.
        Composta domenica 6 giugno 2010
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          Scritta da: Marzia Ornofoli
          in Poesie (Poesie personali)

          Delfini

          Nuvole bianche si gonfiano,
          si rincorrono con nuvole violacee,
          rose dai petali vellutati ondeggiano
          al chiacchiericcio del vento,
          i delicati e piccoli fiori dei tigli
          già profumano l'aria.
          Ma l'aria profuma di mare,
          mi lascio trasportare dal vento,
          mi tuffo nel mare
          e volteggio nei flutti
          con i magici delfini
          sirena divento
          e nel mondo dei sogni
          sono libera
          di nuotare nell'oceano dell'illusione.
          Composta domenica 6 giugno 2010
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            Scritta da: Marzia Ornofoli
            in Poesie (Poesie personali)

            Il museo della parola

            Nuovi fiori sono sbocciati in paese,
            hanno la forma di leggii
            e i loro petali non hanno profumo,
            ma solo apparentemente però.
            Il profumo che emanano
            è il profumo delle parole scritte,
            da grandi poeti e da grandi cantautori.
            Sono pochi questi fiori,
            certo sparsi nei giardini e nelle piazzette del paese
            sorpresa è la sua gente,
            che si ferma ad ammirare
            e a leggere questi fiori.
            Sussurra poi piano,
            vedendo il simbolo
            del melograno:
            "Ecco un'altra bella iniziativa
            delle Amiche del Melograno"
            Sono sbocciati nuovi fiori in paese,
            è sbocciato il Museo della Parola.
            Composta domenica 6 giugno 2010
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              Scritta da: Marzia Ornofoli
              in Poesie (Poesie personali)

              Io sono l'amore

              Io sono la luce che illumina la tua notte,
              io sono la fonte d'acqua che disseta ogni tua sete,
              io sono colei che diventando luce e acqua
              mi lascio trasportare dal vento tempo.
              Creatura d'acqua che nuota nell'anima del tempo,
              sono onda che lambisce la roccia soggiogandola al mio volere,
              sono la fulgida luce che scaccia la notte dal cuore,
              volteggio in turbini di vortici eterni d'acqua e luce.
              Esplosione di vita sono come luce come acqua,
              divento musica nel respiro nella mente di chi ama,
              chi sussurra con il vento l'amore.
              Io sono l'amore.
              Composta domenica 6 giugno 2010
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                in Poesie (Poesie personali)

                Isolamento

                Riempio di lacrime
                le mie nostalgie
                e vago nei sogni
                cosparso di litanìe.
                La penna difende
                le mie paure
                e vedo sirene
                profumarsi d'avventure.
                Mi narra un giacobino
                le sue rivoluzioni
                e rido per le mie
                zingare emozioni.

                La spiaggia è vedova
                di artisti bucanieri.
                Piange, piange la sua anzianità.
                Io ricevo lettere dal vento.

                La sabbia è piena
                di polpette ricamate.

                Cuce, cuce i suoi peccati.

                Io nascondo pensieri in una conchiglia.
                Composta giovedì 31 dicembre 2009
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                  Scritta da: Antonio Prencipe
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Dolce inferno

                  Non ho più voglia
                  di correre dietro un pezzo di cielo che non cade giù,
                  dolore e amarezze bagnano il mio viso ormai stanco
                  con il sorriso di chi ha detto troppi si

                  Ormai
                  non resta che il rimpianto di una vita
                  che sconti non ne fa,
                  sono solo un angelo senza ali che combatte per la sua verità

                  Come si fa
                  ad amare un sole che non riscalda
                  più il mio cuore ormai spento,
                  il mio sangue non perdona

                  Non posso
                  ringraziare un Dio che si è rubato
                  la mia adolescenza regalandola al cielo,
                  posso solamente amare un'inferno che mi ha regalato la felicità,

                  Non giudico
                  chi mi ha tradito e
                  poi di notte mi ha sognato.

                  Ho gettato
                  orizzonti giù dalla finestra,
                  ho rinchiuso amori e sesso
                  per un attimo di dolore

                  Non tradirò
                  mai il tuo Addio
                  perché è proprio di quel tuo Addio
                  che io mi nutro e vivo.
                  Composta domenica 6 giugno 2010
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