Scritta da: Daniela Cesta
in Poesie (Poesie personali)
Luna
Pallida e muta,
ma la chioma luminosa
inonda la terra,
la guardo per ore,
nell'ombra bruna,
pare sorridere,
maliziosa e affascinante,
velata d'amore...
Composta lunedì 9 gennaio 2012
Pallida e muta,
ma la chioma luminosa
inonda la terra,
la guardo per ore,
nell'ombra bruna,
pare sorridere,
maliziosa e affascinante,
velata d'amore...
Ho paura a toccarti
potresti svanire
rivelare l'illusione
la bella costruzione
della mia mente ingannevole
Ho paura a baciarti
potresti dissolverti
in arabeschi nel cielo
fumo denso di paglia umida
odoroso ed inebriante
Ho paura eppure resto qui
a guardarti da così vicino
annusare il profumo
osservare le pieghe
dell'abito, del viso, dei gesti
Ho paura e ti imploro
toccami tu, baciami tu
che non sia io a cancellare
la bella costruzione
della mia mente ingannevole.
Il piccolo melo
solo stava
sulla riva dell'acqua
che lenta andava.
i piccoli frutti
dai rami pendevano
e tu, gioiosa,
la mano tendevi,
col tuo sorriso
un acerbo frutto
mi porgevi.
l'acqua ancor oggi
lenta va,
ma il piccolo melo
più non ritrovo.
una mano, un giorno,
l'ha divelto e tu
come lui, dalla mia vita,
divelta sei stata.
su quel luogo
i miei passi mi riportano.
rimembro il frutto
che mi porgevi e,
ancor di più,
rimembro il tuo sorriso
che ora non vi è più.
È un labirinto, stretto.
Entro io. Entri tu.
Purché io sia davanti non è detto che esca prima.
Non troviamo l'uscita, non subito.
Cerco direzioni seguendo il mio istinto.
Non mi segui ma mi osservi mentre mi perdo...
Mi volto, non ci sei già più.
Continuo.
Non t vedo eppure, sento, la tua presenza
cammina a fianco alla mia.
Hai imboccato la corsia parallela:
Una di quelle vie che non si intersecano.
La tua è una strada chiusa.
Torni indietro.
Ripercorri ciò che hai visto, ciò che ricordi.
Ragioni dove ogni ragionamento è invano.
Riprovi. Prosegui insicuro...
Io sicura continuo,
spinta dalla paura di rimanere nell ambiguo percorso.
Cerco la libertà.
Vado avanti. Non ti aspetto.
Non un grido per chiamarti.
Non è lotta contro il tempo, ma mi arrampico, scavalco,
tremo... forse perdo il senno.
Uscendo è troppo tardi. Non so dove sei.
Forse stai tornando indietro.
E li rimarrai:
Davanti all'entrata di un bellissimo rischio.
Mi accarezzi i capelli al buio...
non l'avevi mai fatto quando eri forte...
mi stringi le mani in silenzio,
sperando che io capisca,
quanto bene inespresso...
Parli nel sonno, facendomi credere che dormi,
per dirmi quello che mai avresti pensato...
Mamma... ti ho odiato...
ma quanto ti amo ora...
... Non aver paura di lasciarti andare,
io ti sorreggo e lo farò fino a quando il peso sarà insopportabile
al mio cuore...
tua figlia.
Come sangue che scivola
nelle vene infiammate di passione,
così il mio respiro era travolto
dalla luce e dal sapore di quell'aria.
Sovrana, una strada per quelle vie
prorompeva le mie idee,
mentre solingo m'inoltravo
in un vento d'oriente
che carezzava le teste dei pescatori.
Oh, mare che sai di me
e dei miei più nobili sospiri,
tu, Pietrenere che sali per sempre
nelle vene di un uomo cresciuto
tra le grida della Costa Viola.
Come il sangue scorre
e non ha pietà del tempo, così
adesso il mio respiro non prova
pietà né rancore pei ricordi d'oltremare.
E vive la luce effusa di vicoli, o Leonida,
del tuo centro ormai storia
anche per la mia pelle.
Guardando nei tuoi occhi vedo me prima che t'incontrassi,
osservando ancora più in fondo vedo tè prima che m'incontrassi,
ma penetrando nell'immensità del tuo sguardo, non vedo altro che noi, spiriti che decisero di legarsi per l'eternità in un'unica energia indivisibile, chiamata amore.
Stasera ho bisogno di un nescafè ghiacciato
un dolce, una stella cadente e una favola da raccontare...
di candele profumate, di far girare "echos"
di un meraviglioso cotto marrone, poroso e freddo
stasera ho bisogno di una schiena devota che brilla come la colomba della pace.
Ho bisogno di un fiume che va all'oceano
pieno di nonsense e insano desiderio
un sentiero da seguire fino a riva
la c'è chi ha fiducia in me, in ciò in cui credo
c'è il mio dono, il mio strumento, il mio tesoro.
Frammenti, spiragli di luce nel buio della sua solitudine. Attimi da vivere, senza pretese. È sempre stata ai margini della vita di qualcuno, mai la più importante. Non è capace di farsi amare. Non è capace di essere l'unica. Solo brevi lampi di luce ad illuminare la sua vita. Abbracciata da belle parole ma da sentimenti troppo fragili per poterne rafforzare il senso, lei è li... con la sua solitudine intatta.
Trattenere in pugno i frutti di una vita
varcare la soglia verso l'infinito
difficilmente permette di sciogliere le dita
può abbaggliar tutto ciò che nel tempo hai appreso
ma c'è sincera estasi nello scoprire
apparire con eccesso morale
così come essere, altro non è, che sembrare
riuscire a distaccare la propria coscienza
percepire come in un occhio
attraverso nuova, stupenda ignoranza
il mondo si scopre, le luci, poi, vorticano
Il tuo cruccio rosso olandese
vedere le cose come dovrebbero essere
lodare il mondo col male che mente
e dalla collera, fin nella pazzia
vivere il colore, cambiare il nero col blu
per chi l'ammira insistente, malattia del vivente
lottare per essere Vincente.