Poesie personali


Scritta da: Janus
in Poesie (Poesie personali)

Ipomea

Lungo la strada trovai per caso un'ipomea,
mi avvicinai incuriosito, studiandola da ogni lato,
rimasi sbalordito, affascinato,
conquistato dalla sua semplicità,
e ho capito che era speciale,
che avrei fatto del mio meglio per conservarla,
proteggerla, tenerla stretta,
perché era degna di tali premure,
perché possedeva tutta la mia attenzione,
perché la sua bellezza era evidente,
e i suoi colori convivono armoniosamente,
adesso, tra le mie dita, tra le mie mani,
ispirando sorrisi che sfidano ogni male,
ancora, tra i mie pensieri, tra i miei ricordi,
regalando una serenità non più surreale.

Riesci a sentire quel vento imminente?
è il tempo che annuncia la sua vendetta,
deciso a soffiare via la tua presenza,
svuotando le mie mani senza clemenza,
la felicità ha superato il limite concesso,
i colori della tua essenza, perplesso,
rimango inevitabilmente a contemplare,
sempre più distanti e confusi,
ora appartengono ai colori del paesaggio...
Illudendosi il vento si ritirò,
ignaro delle precedenti affermazioni,
perché quell'ipomea è speciale,
merita di essere ritrovata e raccolta,
finché il tempo non si arrenderà,
finché il vento non smetterà di soffiare.
Composta mercoledì 25 gennaio 2012
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    in Poesie (Poesie personali)

    Non posso rivelare il mio mondo

    Non posso rivelare il mio mondo
    ma nel mio cuore c'è una sala azzurra
    se tu se mi credi
    nei sogni la puoi attraversare

    In quella stanza curo le mie speranze
    raccolgo emozioni
    dipingo parole
    spalanco le porte dei miei desideri
    mi innamoro di te
    e ascolto musica

    È la stanza della mia immaginazione
    dove la voglia di esistere
    diventa ballo e poema...
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      in Poesie (Poesie personali)

      Penso con le ali

      Penso con le ali,
      gioco con la luce.
      Mutevole e radiosa
      Danzo su un filo
      Teso nel cielo.
      Catturo farfalle,
      vibranti farfalle che indossano,
      i colori dell'arcobaleno.
      Mille petali compongono le mie ali
      Tenendomi in equilibrio
      Tra le montagne e il mare,
      tra mare e deserto.
      Felice penso,
      penso con le ali.
      Germogliano frutti dal sorriso,
      le farfalle ghermiscono
      il nettare che scende dagli occhi.
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        in Poesie (Poesie personali)

        Gocce di morte

        Spuma di mare arriva sino al sole,
        le ossa galleggiano a riva.
        Stelle rotte sull'acqua,
        granelli di plastica fumante,
        calpestati da impronte distratte.
        Uccelli d'inchiostro, danzano nell'oscure acque.
        Io mi fermo a guardare...
        Cala la notte negli occhi,
        la natura che ancora una volta
        si fa ammazzare dall'uomo.
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          Scritta da: annysea
          in Poesie (Poesie personali)

          L’uomo degli aquiloni

          L'uomo che imitava gli aquiloni
          aveva braccia grandi di sequoia.
          Si misurava in gioco, ogni giorno, verso sera
          con gli uccelli migratori.
          Attraversava nubi di brina
          E si bagnava le piume dell'anima
          Con le gocce cadute dagli arcobaleni sbiaditi
          Si dava appuntamento nel bosco delle betulle
          Ad imitare il rosso del fogliame.
          Scricchiolava la sua anima
          come ramo spezzato
          che ardeva di gemme inesplose
          Contava quanti passi lo separavano
          Dallo sguardo delle sue amate ninfe.
          L'uomo che imitava gli aquiloni
          Non aveva un nome proprio,
          si chiamava da solo con un nome nuovo
          ogni primavera.
          Quando s'innalzava troppo in alto
          Soffriva di vertigini
          Sognava di vedere cose nuove,
          cose che sulla terra non esistono,
          Cose che destavano di stupore alle sue stesse pupille,
          socchiudeva le palpebre e vedeva paradisi di braccia tese.
          Braccia come ramaglie di querce ed ulivi
          Braccia come grovigli di nasse

          Come reti che sognano mari aperti e pescosi.
          Braccia come baci che ti stringono.
          Braccia come catene che ti legano,
          braccia come passaporti aperte alle frontiere dell'amore,
          braccia come lasciapassare in un mondo di accoglienza.
          L'uomo che imitava gli aquiloni si assentava spesso,
          metteva il cartello "closed" e spariva per mesi interi.
          Era naufrago su rive azzurre e piane.
          Era seduto sotto palmeti di quiete.
          L'uomo non ricordava mai il suo nome,
          se glielo chiedevi ci doveva pensare su qualche momento,
          poi scrollandosi le ali coperte di brina
          ti fissava dritto negli occhi e ti diceva un nome,
          uno di un altro, un altro e non il suo.
          L'uomo che imitava gli aquiloni era un mistero persino a se stesso,
          non aveva nome, né carta d'identità, ne domicilio, né dimora,
          né cane, né donna, né amori.
          L'uomo che imitava gli aquiloni abita nel mio sogno ricorrente.
          Io lo chiamo con un nome misterioso
          Il suo nome è quello di un principe, un principe folle,
          di nome Wolfang.
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            Scritta da: Rolla Gabriele
            in Poesie (Poesie personali)

            Buona notte, Federica!

            Oggi l'augurio arriva presto
            Perché domani dovrò esser presto desto!

            È però un augurio pieno d'energia
            Affinché della notte non si perda la magia
            E dai tuoi occhi non svanisca fantasia
            Pensatrice dei desideri del tuo cuore
            Pennelo nel domani per dargli più colore
            Per esporli al sole, alla sua luce
            E il tutto per te sarà assai vivido e vivace!

            Ma ora... Quando t'addormenterai
            E ad occhi chiusi nel profondo volerai
            Non scordarti il favoloso tuo sorriso
            Perché le ali la ti porteranno con un battito
            Dove attendono solo chi sul viso
            Porta dell'animo il risvolto.

            Buona notte.
            Composta mercoledì 11 gennaio 2012
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              in Poesie (Poesie personali)

              Idiozia

              Nella mediocrità che mi propino
              ruzzolano lacrime rosse come il vino
              Dicono che non sono nata per accontentarmi
              Che quando sbaglio devo fermarmi
              Ma in questa insensata quotidianità
              Ho poco chiaro il giorno con la notte, le ore con l'età.
              Si fa sera e mi spoglio
              sistemando in viso un sorriso che non voglio
              Oggi è un giorno immutabile a ieri...
              dove sono finiti i miei sorrisi sinceri?
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