Scritta da: SAVERIO FERRARA
in Poesie (Poesie personali)
Ceneri
Ceneri in balia del vento
volano senza meta.
Un giorno anche le mie
voleranno.
Si fermeranno solo
per addolcire
e conquistare
cuori malvagi.
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Ceneri in balia del vento
volano senza meta.
Un giorno anche le mie
voleranno.
Si fermeranno solo
per addolcire
e conquistare
cuori malvagi.
Non era nessuno a questo mondo
un esile uomo dal cuore buono,
per strada cicche buttate a terra
raccoglieva per farne una sigaretta,
i suoi movimenti silenziosi e lenti,
non dava sfogo a nessun commento.
Non era nessuno nessuno ti dice,
chi era quell'uomo e le sue radici,
girovagava solo per strada,
come un fantasma senza dimora,
il suo sguardo sempre pacato
bramava nell'animo solo un sorriso.
Poche le cose che aveva in tasca,
un fazzoletto e la sua sigaretta,
un portafoglio sempre più vuoto
e una foto nascosta nella giacca
di sua moglie che era una santa,
sull'effigie dell'amore batteva il cuore.
giorni e giorni di pioggia intensa
mentre le foglie sbiadite cadono
in terra diventando poltiglia
la nebbia fosca e scura, copre i monti
ispirando desolazione silenziosa
vibrazioni di tristezza nel profondo del cuore
grigiore pesante che copre i nostri occhi
solo il profumo delle castagne
che arrostiscono sul fuoco
donano allegria e acquolina dentro la bocca,
nei corti giorni cenerini e piovosi
mentre il buio veloce caccia la luce
e il sole sembra dimenticarsi della terra.
Ti vedremo sorridere tra i passanti
ti riconosceremo tra tanti,
ci osserverai da lontano
quando potrai ci terrai per mano,
Sei nei passi che faremo
tanto ci rincontreremo,
tu Nicola un tatuaggio nel cuore
l'essenza eterna che resta e non muore.
Nella polvere
qualcosa di fermo e di stabile racconta del passato,
che al sollevarsi
per una carezza di ricordo
data sul viso sorridente,
fa rinascere la ferita incolmabile del tuo non essere più qui,
e tutto il silenzio e il vuoto che ho dentro diventa e si trasforma
in un pianto disarmante.
Mi piace saperti, sentirti rannicchiato in quell'angolino nascosto della mia mente...
è che non sempre stai fermo... così che spesso ti ritrovo a sgranchire coi tuoi pensieri nella parte del mio cuore a te riservata...
e splendono i colori... raggiante il sorriso.
Dissolta
In un mondo che non conosco.
Non comprendo
Tutto questo accanimento.
Se aiuto non aiuto
Se non aiuto divengo egoista.
Ed il senso del vuoto
Aumenta le sue fauci
Alimentando l'inutilità
D'una vita mai compresa.
Chi sono io?
Di chi sono tali tende aranciate?
Le giallastre mura rimembrano casa
Ma altrove essa si nasconde.
Indosso la felpa sua,
Ma lui non è qui.
Sento piangere i miei cuccioli
Ma lontani son dal mio rifugio.
Tal luogo
Una galera
Una sicurezza
Una scappatoia.
Nessuno spera che le sorti cambino
Ma che il mio corpo crolli
In tal scalata.
Comprendo la pazzia più d'una finta normalità.
Questo è il mio luogo?
Qui dovrei restare?
O fuorì
Lì, in mezzo ai matti
D'una normalità ormai stereotipata?
I dilemmi dell'animo
Infrangono sorti e battaglie.
Come tornadi distruggono
Stabilità a fatica costruite.
Chi sono io?
Sono pace o guerra
Sono angelo o demone
Sono vuoto o lucidità.
Sono me stessa o la maschera
D'un finto personaggio altrui?
Pagliaccio
Follia amara
specchio del mio orrido riflesso.
In tali piastrelle larghe
Calpestate dal mio passo incerto.
Se fossi piuma, volerei.
Se fossi angelo, proteggerei.
Se fossi Libertà
Me stessa sarei.
Ora,
Sono un'ombra soltanto,
D'una mancata prospettiva
Lasciata lì sul bordo
D'una franabile scogliera d'Irlanda
In balìa
Tra la mente
La ragione
Il sogno
Il cuore
L'anima
Ed il pesante corpo esausto
Che osserva lentamente
Le onde impetuose del mare
Scagliarsi con violenza
Sotto un cielo insaporito di sale.
© 2019 Marilisa Menegatti.
Mi piace osservare il cielo che passa e pensare che
dentro ad ogni nuvola
alla fine qualcosa resti.
Qualcosa di importante
che solo il vento può custodire
portandola lontano dagli schiamazzi
di una vita che, a volte, ha ben poco da offrire.
Mi piace sognare, sì lo ammetto...
Il mio problema è che però non lo faccio per diletto.
Io sogno sul serio e me ne vanto
perché, in fondo, meglio perdersi
tra i contorni di una nuvola
che tra i meandri di una vita intenta
a rompere ogni incanto.
Lei era seduta sugli scogli
ed osservava
quei piccoli pensieri luccicanti
nati
dall'infrangersi delle onde
Chiuse gli occhi
Dando forma ai pensieri
Che Vibravano nell'anima
camminando
Con passo soave...
Aprì gli occhi
e quel meriggio
straordinario di fine ottobre
Profumava di felicità.
Quel tuo viso marmoreo
candido e levigato,
il tuo essere gentile
il tuo passeggiare,
i tuoi splendidi occhi
che penetrano il mio cuore.
Il tuo amore,
un oceano di emozioni
sono vive in me
nella mia anima triste.
Spesso mi appari
nei sogni,
lì son felice mentre
mi accarezzi;
all'alba amore mio
son sveglio
e mi assale l'angoscia,
il fardello della tua assenza
è insopportabile.