Poesie personali

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Quanti silenzi accoglie il mare...
quanto caos di anime le sue onde travolgono.
Non si stanca ad ascoltare
chi da tempo ha smesso di urlare.
Ogni burrasca imita ciò che tieni dentro...
ne nascono poesie i cui versi fanno rima con il vento.
Canti di sirene che guardano l'infinito
inondano all'improvviso il tuo cuore ferito.
Ed è così che tutto si acquieta...
nasce un nuovo sole che lentamente bacia
quell'acqua di nuovo cheta.

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Caro Babbo Natale

Cara Babbo Natale,
è passato un bel po' di anni,
da quando ti ho scritto la letterina.
Per anni ho aspettato.
Per anni ho sognato,
felicità, ricchezza,
gioia, salute,
principesse, cavalli bianchi, castelli.
Hai perso il mio indirizzo?
Ora ho i capelli bianchi,
qualche dente è venuto via,
La salute barcolla un po'.
Ma!...
Se ti fermi al mio indirizzo,
io torno a sognare.
Quanto è bello il magico Natale.

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Ogni tanto ditelo:
"ti voglio bene".
Le parole dette col cuore contano e chi le riceve può solo sorridere con l'anima.

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Ti manca

Non ti mancano le ali,
non ti mancano i sogni,
non ti manca il cielo,
ma ti manca il coraggio.
E rimani.
È un nodo che stringi
sempre più forte
ogni qualvolta vorresti volare.
Rimani legato
ad un filo di silenzi,
di abitudini,
di amori sbagliati.
Rimani con mille scuse
e per mille perché.
Rimani a guardare il cielo
ed a ripeterti...
"Un giorno...
volerò via..."

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Il salvadanaio

Ho guardato il cuore,
ricco salvadanaio di sorprese,
affetti, speranze, lacrime.
Il cuore, salvadanaio della vita.
Batte per l'emozioni,
sussulta per i dolori,
impietrisce per le ferite,
galoppa per gli amori,
esplode quando l'amore supera tutti i confini,
ti salta in gola la gioia.
Il cuore è il più ricco salvadanaio che c'è.

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Un Natale al freddo

Quanti perché nella nostra vita.
Forse non era il momento giusto,
ma poi mi accorgo che nulla e cambiato,
sento ancora adesso le tue idee antiche,
che ancora non hai cambiato.
Sei rimasto anzi sotto quel gelo,
come un pupazzo di neve fatto a Natale.

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Ritornare ad essere poesia
e andare oltre i passi del vento
che soffia dietro quella finestra che guarda
chi camminando è alza lo sguardo verso il cielo, pensando al futuro, di una città addobbata a festa che mette
in risalto il poco calore che ancora sa dare
a chi cammina verso il vento senza fermarsi mai un momento.

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Riscalda o sole le mie gelide
acque che lentamente
scorrono nel mio letto
che un lungo cammino
dovranno affrontare
per arrivare mare
per poi liberamente
dalle sue onde
farsi cullare.

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E... ancora mi inondi di versi, ancora mi lasci da solo, mentre la veglia tarda il sonno avvicina le menti.

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Non v'è certezza (edita)

Di zaffiro il cielo
Avvolta nell'ampio zendalo
Rincorri un sogno.
Riflessi
Di veneziana laguna
Mentre gote si bagnano
Inaspettatamente.
Infranto il sogno
Rende l'anima titubante.
Sbatte
L'enfio cuore
Su aguzzi scogli neri
Lacerandosi.
Sottile corteccia dispersa
Tra vertigini di dubbio.
Nimbo fluorescente spezzato.
Schegge
Formano bizzarri arabeschi
Attraversando il sole d'autunno.

Ed è notte
Ormai
Nel tuo esitante cuore.