Poesie generazionali


Scritta da: Pervinca
in Poesie (Poesie generazionali)

Inverno

La neve che giace dolcemente sulle fronde degli alberi.
Il cielo grigio che racchiude un grande mistero.
Le piante che dormono soavemente, il vento gelido che le avvolge.
Il freddo che rende tutti più lenti e stanchi... e mi fa gioire di questa glaciale sensazione e che mi rende allegra e vivace, felice e veloce.
Camminando solitaria in un mare di nebbia fredda e malinconica che scaccia i pensieri, i dubbi e le paure.
E le parole che si perdono insieme al vento che le porte via.
E il fiume placido e congelato che s'infrange contro le rive mentre i pesci se ne stanno rintanati sul fondo.
Ed ecco arriva la sera più fredda di una tormenta. Nera e buia.
Mentre tranquilla osservo la notte che racchiude il silenzio invernale...
Composta sabato 10 gennaio 2009
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    Scritta da: Armando
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Giorgio La Pira

    Quante volte quelle parole ho ripensato,
    buttate come un seme tra quei banchi
    da quell'omino, che non ho scordato,
    e che rivedo ormai con gli occhi stanchi.

    Parole, trascinate via dal vento,
    quando non si stava ad ascoltare,
    ma che son ritornate ogni momento
    se un dubbio mi stava a tormentare.

    Parole forti, contro ogni violenza,
    quella subita, nel periodo fascista,
    parole dolci, per invocar clemenza
    per quanti uscivan dalla diritta pista.

    Parole amare, per deboli e sfruttati,
    che non hanno alcun mezzo di difesa,
    parole severe, per l'indifferenza degli stati
    agli eccidi di gente povera e indifesa.

    Semenza, sì, era proprio semenza
    caduta in parte su un'arido terreno,
    ma tant'altra ha generato conoscenza,
    amor per gli altri, ricerca del sereno

    nei rapporti interni alla famiglia,
    nelle relazioni umane tra le genti,
    nel rispetto per chi non ti somiglia,
    restando vivo tra gli indifferenti.

    Quelle parole oneste oggi risento
    e sembrano assordanti dentro il cuore,
    oggi, che tanti in questo firmamento
    non seguon più la strada del Signore.
    Composta giovedì 27 maggio 1999
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      Scritta da: Armando
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Bruma autunnale

      Uggiosa nebbia al piano,
      nella campagna guazzo e brina impera,
      scuote la vetta il vento
      il cinguettio d'un passero suggella
      una giornata senza inizio e fine.
      Bela giù al piano una pecora e dispera,
      il suo richiamo si sperde lungo i fossi,
      per i poggi velati di mistero
      giunge dal nulla come nota strana
      frammisto al maestrale che muggisce
      e scorrazza in questo borgo antico
      privo di suoni e povero di vita.
      E la mia quercia scricchiola sperduta,
      solitaria stride in mezzo al prato
      tra la rugiada che i suoi rami imperla,
      ombre fuggenti di desio diffonde
      ultime pene sembra socializzi.
      E m'abbraccia tra i suoi forti rami,
      suggella un limite al suo amore,
      mi scuote e mi risveglia nell'arguire,
      mentre la sera già di nuovo scende
      in questo cuore apatico che osserva
      un tramonto offuscato che già affonda
      nella fanghiglia d'un pantano marcio
      che la vita allontana e la sospinge
      in una immensità che non ha tempo.
      Composta giovedì 9 dicembre 2010
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        Scritta da: Ada Roggio
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Caro Babbo Natale

        Caro Babbo Natale,

        Oggi torno a credere, allora scrivo a...

        Caro Babbo Natale
        Vorrei tanto da te un Natale speciale
        Albero non ne ho.
        Ho posto una piccola grotta con la natività su di una colonna di gesso
        Mi sento ricca perché ho anch'io il Natale
        Ma il mio Natale è freddo, vuoto, silenzioso,
        Non ha botti, non ha spumante, non ha voci, non ha sorrisi, non ha amore
        Tutto l'amore che mi regalano la famiglia, non mi porta pace
        Parlo di un amore perso, finito, che non ha eguale
        Tu ora leggendomi dirai, questa donna cosa vuole!
        Regali per lei... non ne ho
        Caro Babbo Natale
        Ricordo
        Quanto amore avevo
        Quanto amore mettevo con i miei figli nelle domeniche d'avvento
        Quanto amore mettevo con loro nel vestire la nostra casa
        Quanto amore mettevo nel preparare con loro il presepe
        Quanto amore mettevo nel preparare con loro l'albero di Natale
        Quanto amore mettevo nel preparare con loro i regali di Natale
        Quanto amore mettevo nel preparare con loro i dolci di Natale
        Quanto amore mettevo nel preparare con loro il pranzo di Natale
        Di quello che è stato, non posso cambiare nulla, è stato
        Forse ci ha colpa anche il fato
        Perché è successo, non so, forse era scritto in qualche libro nascosto
        Oggi cerco pace in qualunque posto
        Ma nulla mi fa cambiare allora il regalo che ti chiedo
        Fa che di questo ricordo io possa sognare ancora un po.
        Composta lunedì 6 dicembre 2010
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          Scritta da: Habibi
          in Poesie (Poesie generazionali)
          Ti amo,
          ma te lo dirà il vento
          quando inquieto verrà
          a cercarti ovunque
          Ti amo,
          te lo ripeterà il mare
          continuamente
          Ti amo,
          ma lo sentirai quando la pioggia
          cadrà sul tuo corpo
          Ti amo,
          lo capirai guardando il cielo,
          il sole, la luna, le stelle
          Ti amo,
          e ti guarderai attorno per
          trovare chi da lontano grida
          il tuo nome...
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            in Poesie (Poesie generazionali)

            Retorica confidenziale

            L'essenza della confidenza sta nell'impazienza
            Non nella temperanza data dalla costanza
            D'erigere un rapporto aperto ma pur accorto
            Accelerando purtroppo a torto un rapporto
            Che porta pertanto presto ad un rimpianto.
            Composta domenica 11 aprile 2010
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              Scritta da: Andrea Carducci
              in Poesie (Poesie generazionali)

              05/04/2010

              In treno.
              Verso Roma.
              Fuori dal vetro, ancora immagini di niente, zuppe di pioggia.

              Lassù, cielo grigio ma con buona speranza di sereno.
              Più in là, ruderi di case e di vite passate chissà come, che vengono distorte e filtrate dal vetro bagnato.
              Immagino le grida dei bambini che giocavano nei giardini antistanti a queste case.
              Giardini ormai ridotti a cimiteri d'erba.
              Li vedo, quei ragazzi, rincorrersi nel sole, per poi nascondersi tra gli alberi e mi piange l'anima per la vita che come sempre ha perso la sua battaglia contro il tempo.
              Ma il bimbo che è in me, gioca con loro e grida, con il sorriso in faccia, correndo dietro al tempo sperando che questo non si volti per vedere chi è rimasto indietro.
              Composta lunedì 5 aprile 2010
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                Scritta da: Rosarita De Martino
                in Poesie (Poesie generazionali)

                La preghiera dei navigatori di Facebook

                In questo angolo del mondo digitale, Signore,
                ci sono centinaia di nomi,
                appiccicati alle pareti di una casa
                che esiste solo sullo schermo e nella mia fantasia.

                Li chiamo "amici",
                ma molti di loro li conosco poco,
                altri solo di vista,
                altri ancora sono poco più che volti
                (a volte nemmeno quelli!).

                Qualcuno non l'ho incontrato,
                qualcun altro vive dall'altra parte del mondo;
                con qualcuno condivido molto,
                con altri poco o nulla.
                Alcuni li ho scelti.
                Altri hanno scelto me.

                E ora sono qui,
                sulla mia home
                come sorelle e fratelli,
                posti sulla mia rotta virtuale.

                Te li affido, Signore,
                uno per uno.
                Ti affido le loro speranze,
                le loro paure,
                i loro progetti di felicità.

                Rendimi, per loro,
                immagine - sia pur sbiadita! -
                del tuo amore paziente e misericordioso.
                Rendimi amico vero,
                pronto ad ascoltare,
                a condividere, a esserci.

                Rendimi apostolo,
                capace di annunciare,
                anche sul Web
                il tuo Vangelo di salvezza.

                Ti ringrazio, Signore,
                per questo spazio immenso,
                per questa vita a colori,
                per questi incontri che forse non sono così casuali.

                Tuttavia, Signore,
                di chiedo di non lasciarmi affogare
                in questo mare di finta compagnia:
                risveglia in me il desiderio
                di uscire là fuori,
                di ascoltare voci reali,
                di abbracciare persone autentiche
                e stringere amicizie vere.
                Amen.
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                  in Poesie (Poesie generazionali)

                  Sei lontana

                  Sei lontana.
                  Forse cammini per la via,
                  forse sosti a pensare.
                  Se sorridi o se piangi,
                  a me non è più dato sapere.

                  Il tuo ricordo però lo tengo stretto,
                  anche se a volte fa male
                  troppo vicino al cuore.
                  Composta martedì 23 novembre 2010
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