Poesie generazionali


in Poesie (Poesie generazionali)
Favola dagli occhi a mandorla
nell'ombra scruta il verde
dell'innocenza
che tuttavia
non proprio innocente è
lati nascosti ha
e son quelli cattivi
che si mascherano
e rivivono una nuova identità
sforzandosi di essere
quello che non sono
indossando abiti
per niente adatti
all'immagine che indossano
sempre in tutte le occasioni
di finte espressioni
destinate ad impazzire.
Riconosce che è come un sogno
e si illude di poter cambiare
vestendosi d'aurora resuscitata
fra terreni incontaminati.
Li fa suoi camuffandoli
senza esserne sicura
che accolta verrà
facendola sentire
comodamente
a casa sua.
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    Scritta da: Luca Paletti
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Memoria

    Non esiste un giorno per la memoria
    perche essa è speranza da vivere
    in ogni istante,
    è acqua che disseta la sofferenza
    che allevia il dolore che alberga nell'ira,
    è parola che da voce all'indifferenza,
    è amore che non ha paura
    di fronte a un ideologia distorta,
    è la forza
    che piega l'onda assassina
    di un mare in tempesta,
    che ci fa sentire essere umani,
    tra gli essere umani,
    liberi di essere diversi
    senza sentirsi accusare
    di essere diversi.
    Composta martedì 25 febbraio 2020
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      in Poesie (Poesie generazionali)

      Carnevale

      La vita è un oblò,
      piena di maschere,
      colori variopinti
      e ad altri finti!
      Cos'è carnevale!
      Uno spreco di finti sorrisi
      visi ingannevoli
      alcuni piacevoli,
      feste e coriandoli
      adornano le strade
      alcune so grigie
      altre sono amare...
      nessuno lo sà spiegare,
      dietro ognuna di essa
      esiste un passato
      chi resta amareggiato,
      e chi... calpestato!
      In fondo è carnevale
      che scherza
      col suo spirito festante
      con una maschera sorprendente.
      Composta mercoledì 13 febbraio 2019
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        Scritta da: Rosa Di Fraia
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        Tutto rimane scolpito nella memoria

        Nei campi di concentramento
        si viveva di speranza,
        tutto era razionato,
        il pane, il cibo, la vita.
        Il cibo era il sogno,
        ma anche desiderio di
        poter ritornare a vivere
        una vita serena,
        riappropriarsi della dignità
        perduta, senza annullare il valore
        della quotidianità e del tempo.
        Lo scorrere delle ore ci portava
        ad un un'immaginazione surreale,
        gli spazi angusti e la miseria
        che ci circondava, la paura di morire
        il terrore negli occhi si faceva sentire sempre più forte,
        l'aria satura di morte, la crudeltà
        umana che non conosce confini,
        spinta a livelli inimmaginari,
        tutto rimane scolpito nella memoria
        tutto traspare negli occhi di chi l'ha vissuto.
        Composta lunedì 27 gennaio 2020
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          Scritta da: Enzo Di Maio
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          Mi chiamo Marco

          Sono un bambino, mi chiamo marco
          non parlo e non capisco
          son nato solo oggi
          faccio la cacca e la pipì addosso
          sorride la mia mamma
          a quell'età io posso
          domani crescerò e non lo farò più

          marco è cresciuto, è uomo navigato
          parla due lingue, lavora da impiegato
          marta è la donna che ama e che ha sposato
          giulia la bimba che il cielo gli ha donato

          marco è felice, grato alla vita
          si sente beato, un uomo maturo
          giulia ora è grande, tutto gli ha dato
          farà il suo cammino
          ora con marta finirà il suo futuro

          marco ha ottant'anni e marta non c'è
          la vita è una corda
          ha un capo e una coda
          tirando tirando alla fine si spezza
          finisce la gioia, rimane tristezza

          sono un anziano, mi chiamo marco
          non parlo e non capisco
          sono nato ieri
          faccio la cacca e la pipì addosso
          ma a questa età non posso
          giulia non è la mia mamma
          giulia è solo mia figlia
          ora è sposata con un tizio
          vive nella mia casa
          ed io in un ospizio
          mi danno le pasticche
          dormo e ho sempre sonno
          neanche mi hanno detto
          che son diventato nonno.
          Composta venerdì 29 novembre 2019
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            in Poesie (Poesie generazionali)

            Notte di luna

            Com'è bianca questa notte la luna in cielo! Pare, quasi, di latte tanto è bianca... ed è di gelo, fredda, e soave come la tua rara bellezza che io conosco senza velo... io, preso dalla sublime voluttà, sono pervaso da tanta dolcezza in ogni fibra, in ogni nervo, che sento la ragione annientata dalla tenerezza... e guardo il cielo, fonte insensata di ogni pura brezza, struggendomi in silenzio di languore.
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              in Poesie (Poesie generazionali)

              I tuoi occhi

              Nei tuoi occhi la mia anima affonda, i miei frenetici pensieri cercano di carpirne le verità indecifrabili, le mie dita tentano di accarezzare quella rara dolcezza che dà ossigeno al mio cuore, e i miei occhi vivi e pensierosi si addormentano nella notte, puntualmente, facendo da specchio ai tuoi, disperdendoci nell'eterno vortice del tempo; un tempo slegato dallo spazio in cui vedo, imperituri, i tuoi occhi sempre accesi, come secoli di luce... nonostante i miei siano chiusi.
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                in Poesie (Poesie generazionali)

                Attimi

                Attimi carichi di luce, attimi densi di meraviglia, attimi figli del silenzio, attimi di sapori dolci, attimi di buio negli occhi, attimi rubati e consumati dalla mente, attimi mangiati da ore crudeli, attimi che corrodono il corpo, attimi figli di passioni indecifrabili, attimi di profumi che inebriano il pensiero, attimi di volontà mai pensate, attimi di voluttà mai desiderate, attimi di una vita che vive di... attimi.
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