Poesie generazionali


Scritta da: Daniela Cesta
in Poesie (Poesie generazionali)
Strade deserte e silenziose
tutto sembra calmo,
ma è solo apparenza
siamo in guerra senza bombe
ma con tante lacrime e paura.
Terrore di un mostro invisibile
che non conosciamo, che ferma il nostro respiro
che ha sconvolto la nostra vita quotidiana
non abbiamo sentito la carezza della primavera
perché viviamo chiusi in casa
a vedere i dati di una pandemia
arrivata improvvisamente.
Composta martedì 31 marzo 2020
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    Scritta da: Daniela Cesta
    in Poesie (Poesie generazionali)
    E aprile arrivò, sequestrati anima e corpo
    da dietro i vetri di una finestra, chiusi in casa
    prigionieri per un virus mortale,
    non abbiamo goduto dell'entrata della primavera,
    ne delle carezze del suo vento
    viviamo reclusi tra le mura di casa
    non coglieremo i fiori di aprile,
    piangiamo a volte per il nostro paese,
    da nord a sud, dalle Alpi agli Appennini,
    con i loro splendidi villaggi,
    laghi e fiumi che l'attraversano, boschi e valli
    città piccole e grandi, cariche di storia,
    che hanno donato civiltà al mondo
    pieni di musei a cieli aperti,
    capolavori inimitabili, delle persone del nostro passato
    noi siamo un popolo affabile, che vive con amici e parenti
    amiamo il bar, gli aperitivi, il parlare e sorridere
    amiamo vestire bene, sfoggiare la nostra conoscenza
    ascoltare il cinguettio gioioso degli uccelli a primavera,
    aprile e i suoi mandorli in fiore, densi di profumo
    inebria spirito, sublime estasi che mostra la gloria di Dio,
    aprile italiano di questo terribile anno, città vuote e deserte
    villaggi come fantasmi, boschi, valli e campagne
    appartengono ora agli animali, le persone vivono in casa
    chiusi senza vedere nessuno, periodo peggiore per un italiano.
    Migliaia e migliaia di morti in questa nazione, che una volta portati in ospedale, i loro familiari non hanno più visto e non vedranno più.
    Senza un funerale, ne un addio, ne un ultimo sguardo,
    migliaia di povere anime che hanno tenuto la mano di
    una infermiera vestita come un astronauta, che tratteneva le lacrime
    aprile è arrivato e noi dobbiamo avere solo speranza e
    amore per un passato che non dimenticheremo mai.
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      Scritta da: Rosita Ramirez
      in Poesie (Poesie generazionali)
      Non perdiamo la fede
      l'importante è seminare,
      i semi dell'amore, delle speranze.
      Seminiamo gioie, allegria
      perché splenda la felicità.
      Seminiamo coraggio per affrontare le battaglie della vita.
      Seminiamo forze per aiutare
      chi ha bisogno di noi.
      Seminiamo fiducia per non
      perdere la fede.
      Seminiamo tutti i semi che abbiamo raccolto nel fondo del nostro cuore, perché così il mondo avrà la forza di resistere ancora.
      Composta martedì 31 marzo 2020
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        Scritta da: Cristian Di Napoli
        in Poesie (Poesie generazionali)
        Forse tutto questo un giorno avrà senso...
        Capiremo finalmente chi siamo davvero.
        Impareremo a conoscerci.
        A darci più importanza.
        Impareremo a guardarci allo specchio la mattina con il sorriso di chi ce l'ha fatta.
        Ce ne fregheremo delle rughe e dei capelli bianchi.
        Cambieremo quel posto di lavoro che in fondo non ci è mai piaciuto abbastanza.
        Troveremo il coraggio di mandare quel messaggio, di fare quella chiamata.
        Troveremo il coraggio di amare.
        Riempiremo le piazze, i parchi, le spiagge.
        Nasceranno nuovi amori.
        Nuove vite, nuove speranze.
        E capiremo che è solo stando insieme che si vince.
        Perché è solo stando insieme che vinceremo.
        Un giorno tutto questo avrà senso.
        Ci riabbracceremo, ve lo prometto.
        Nel frattempo abbiate cura di voi.
        Non mollate.
        Anche se siete soli.
        Anche se state aspettando qualcosa che non arriverà mai.
        Tenete duro.
        Abbiate il coraggio di essere felici.
        Composta lunedì 30 marzo 2020
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          Scritta da: Angelo Angioni
          in Poesie (Poesie generazionali)
          La primavera quell'anno tardò
          e per far danni quel tanto bastò,
          non c'eran fiori a maggio avanzato
          nessun insetto ronzava sul prato,
          c'era ancor neve su per le colline
          soffrivan mucche cavalli galline,
          tutta la gente girava smarrita
          pregando l'inverno di farla finita,
          qualcuno disse la stella cometa
          si è messa in mezzo tra il sole e il pianeta,
          ci fu qualcuno che per soluzione
          propose facciamo la rivoluzione,
          e chi credendosi più perspicace
          urlò ai quattro venti aboliamo la pace;
          la primavera infine è tornata
          infischiandosene d'ogni trovata,
          solo un ritardo può capitare
          ma quanta strizza la puoi immaginare,
          tutti quel giorno con gioia infinita
          noi riprendemmo a goderci la vita.
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            in Poesie (Poesie generazionali)
            Che cos'è che in aria vola?
            C'è qualcosa che non so?
            Come mai non si va a scuola?
            Ora ne parliamo un po'.

            Virus porta la corona,
            ma di certo non è un re,
            e nemmeno una persona:
            ma allora, che cos'è?

            È un tipaccio piccolino,
            così piccolo che proprio,
            per vederlo da vicino,
            devi avere il microscopio.

            È un tipetto velenoso,
            che mai fermo se ne sta:
            invadente e dispettoso,
            vuol andarsene qua e là.

            È invisibile e leggero
            e, pericolosamente,
            microscopico guerriero,
            vuole entrare nella gente.

            Ma la gente siamo noi,
            io, te, e tutte le persone:
            ma io posso, e anche tu puoi,
            lasciar fuori quel briccone.

            Se ti scappa uno starnuto,
            starnutisci nel tuo braccio:
            stoppa il volo di quel bruto:
            tu lo fai, e anch'io lo faccio.

            Quando esci, appena torni,
            va a lavare le tue mani:
            ogni volta, tutti i giorni,
            non solo oggi, anche domani.

            Lava con acqua e sapone,
            lava a lungo, e con cura,
            e così, se c'è, il birbone
            va giù con la sciacquatura.

            Guarda se mamma, o papà,
            quando torna, se le lava.
            Digli "Ok!" Se lui lo fa,
            e alla mamma dì: "Sei brava!"

            Non toccare, con le dita,
            la tua bocca, il naso, gli occhi:
            non che sia cosa proibita,
            però è meglio che non tocchi.

            Quando incontri della gente,
            rimanete un po' lontani:
            si può stare allegramente
            senza stringersi le mani.

            Baci e abbracci? Non li dare:
            finché è in giro quel tipaccio,
            è prudente rimandare
            ogni bacio e ogni abbraccio.

            C'è qualcuno mascherato,
            ma non è per Carnevale,
            e non è un bandito armato
            che ti vuol fare del male.

            È una maschera gentile
            per filtrare il suo respiro:
            perché quel tipaccio vile
            se ne vada meno in giro.

            E fin quando quel tipaccio
            se ne va, dannoso, in giro,
            caro amico, sai che faccio?
            Io in casa mi ritiro.

            È un'idea straordinaria,
            dato che è chiusa la scuola,
            fino a che, fuori, nell'aria,
            quel tipaccio gira e vola.

            E gli amici, e i parenti?
            Anche in casa, stando fermo,
            tu li vedi e li senti:
            si sta insieme sullo schermo.

            Chi si vuole bene, può
            mantenere una distanza:
            baci e abbracci adesso no,
            ma parole in abbondanza.

            Le parole sono doni,
            sono semi da mandare,
            perché sono semi buoni,
            a chi noi vogliamo amare.

            Io, tu, e tutta la gente,
            con prudenza e attenzione,
            batteremo certamente
            l'antipatico birbone.

            E magari, quando avremo
            superato questa prova,
            tutti insieme, impareremo
            una vita saggia e nuova.
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              in Poesie (Poesie generazionali)
              Sono il virus con la corona:
              faccio paura ad ogni persona.
              Prima colpivo solo animali,
              ora mi trasmetto anche
              agli esseri umani.

              Nessuno mi vede,
              sono minuscolo:
              sono più piccolo
              di un comune corpuscolo.

              Non temere per ciò che è accaduto
              dimmi: "Salute!" Se causo un starnuto.
              Segui i consigli del tuo dottore:
              e stai tranquillo per tutte le ore.

              Ho la corona te l'ho detto già...
              ma sono re solo a metà:
              son certo che per colpa mia
              non ci sarà mai nessuna pandemia.
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                in Poesie (Poesie generazionali)
                Virus virus tondo
                casca sul mondo
                casca sulla terra
                tutti giù per terra.
                Non c'è ricco e non c'è poveretto
                non c'è nemmeno un po' di rispetto
                si muore da soli senza assistenza
                e tutti siamo chiusi in casa
                portando pazienza
                con una mascherina sulla bocca se si esce
                si dorme poco, ci si alza presto all'alba.
                Preghiamo anche il Buono Dio
                perché finisca tutto in fretta
                ce la prendiamo persino con la politica:
                "niente lavoro e state a distanza"
                Paese di Vò, paese cavia,
                chissà che domani si ricordi di noi Zaia.
                Ci lamentiamo, è vero
                però occorre guardare
                a chi si impegna sul serio:
                quelli in corsia, di Supermercato
                o di Ospedale,
                quelli che stanno davvero male.
                Quelli che non possono vedere i loro bambini
                quelli che lavorano senza guadagnare.
                Noi stiamo in cucina a cucinare,
                con l'unico risultato, solo d'ingrassare.
                Da Internet, tv e smart phone ci informiamo
                e con questa grande confusione
                ci rincoglioniamo.
                La paura è tanta, la sopportazione poca,
                tiriamo i dadi, come nel gioco dell'oca:
                riparti dal via! Fermo una casella
                speriamo almeno nella nostra stella.
                Virus virus tondo
                è caduto sul mondo
                è caduto sulla terra:
                Fateci uscire da questa guerra.
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                  Scritta da: Chiara Marchesano
                  in Poesie (Poesie generazionali)

                  Giardino d'inverno

                  Fuori la primavera
                  e noi in una chimera,
                  chiusi dentro i sogni
                  ad aspettarne di ogni,
                  a bramare il tempo perduto
                  per colpa di uno sconosciuto:
                  un virus infame
                  che fa venir fame,
                  fame di abbracci
                  come poveracci,
                  in balia della paura
                  e della fregatura.
                  Domani ci accorgeremo dei fiori
                  e butteremo gli accessori,
                  per vestirci di essenziale
                  come rituale.
                  Composta domenica 5 aprile 2020
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