Poesie d'Autore


Scritta da: Giuseppe Cutropia
in Poesie (Poesie d'Autore)

Un fiore mai colto

Il profumo di ciò che non ho saputo vedere,
che non ho saputo donare.

Il profumo di ciò che avrei dovuto vedere,
che avrei dovuto donare.

Il profumo di ciò che non sono stato.

Un fiore mai donato, ma vissuto nel cuore,
quell'unico fiore sbocciato e mai colto.

Quel fiore che rimarrà sempre lì,
nella mia anima, nel mio cuore.
Composta sabato 31 ottobre 2015
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    Scritta da: Andrea De Candia
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Non invano hanno soffiato i venti

    Non invano hanno soffiato i venti,
    non invano c'è stata la tempesta.
    Un misterioso qualcuno ha colmato
    i miei occhi di placida luce.

    Qualcuno con primaverile dolcezza
    ha placato nella nebbia azzurrina
    la mia nostalgia per una bellissima,
    ma straniera, arcana terra.

    Non mi opprime il latteo silenzio,
    non mi angoscia la paura delle stelle.
    Mi sono affezionato al mondo e all'eterno
    come al focolare natio.

    Tutto in esso è buono e santo,
    e ciò che turba è luminoso.
    Schiocca sul vetro del lago
    il papavero rosso del tramonto.

    E senza volerlo nel mare di grano
    un'immagine si strappa dalla lingua:
    il cielo che ha figliato
    lecca il suo rosso vitello.
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      Scritta da: Horion Enky
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Son calde le tue mani

      Son calde le tue mani
      e piene di sogni
      intrisi di magia.
      Disperdi polvere di stelle,
      nell'anima di chi vai ad amare.
      Un soffio caldo dalle tue labbra,
      arriva alle mie,
      di baci che son poesia,
      per questo cuore innamorato.
      Dolcemente, tra le mie mani
      ti tengo, piccolo fiore,
      mia Margherita.
      Non sarai il gioco,
      di strappare tutti i tuoi petali
      per sapere se sei o no il mio amore.
      Da quando ti ho incontrata,
      i nostri cuori
      si sono riempiti di candidi colori
      e di luce fatata.
      Forse su di me, con la tua polvere,
      hai fatto una magia.
      Ma di sicuro so
      che hai rubato l'anima mia.
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        Scritta da: Antonio Belsito
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        E intanto suona una nenia
        e in una culla sorge il sole
        che non esistono parole
        la sorpresa è negli occhi
        ché si apre il cuore
        e intanto suona una nenia
        sul pavimento a gattoni
        a strisciare sull’entusiasmo
        l’ingenuità di un cordone
        a guardare in basso
        e sorprendersi dell’alto
        e intanto suona una nenia
        nell’equilibrio di una sera
        barcollante in un sorriso
        senza accorgersi delle ore
        e intanto suona una nenia
        e ogni passo è stupore
        e il cielo è più clamore
        e il sole è più colore
        amore
        in quelle braccia tese al cielo
        a voler volare
        sognare
        a soffiare un aquilone
        a rincorrersi
        e a non fermarsi.
        Sudore.
        Perché nulla fa male
        quando hai stelle da contare
        e voglia di giocare
        e intanto suona una nenia
        e la luna appare
        come fosse un viso
        che sta a guardare
        e vederla galleggiare
        e volerla acchiappare
        non c’è male
        e intanto suona una nenia
        suona una nenia
        una nenia
        nenia…
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Un caffè con Allah

          Vorrei bere un caffè con Te Allah
          con un cucchiaino di "perché"
          amaro senza zucchero
          com'è amara la morte in nome Tuo.

          Io e Te
          per comprendere il tuo di disegno
          per comprendere perché
          un padre dovrebbe mandare a morire un figlio
          e guardarne il sangue scorrere.

          Il mio di cuore non comprende il tuo di disegno
          il mio di cuore traccia l'infinito
          di un sogno di speranza
          non di un ieri barbaramente ucciso
          ma di un domani che deve nascere.
          Il mio di cuore con o senza Dio
          non disegna la morte dei suoi figli
          non vuole il loro sangue
          ma darebbe il suo di sangue
          per regalargli anche solo un giorno di più.

          Vorrei bere un caffè con Te Allah
          per comprendere il perché
          quel perché che non c'è
          che vaga muto urlante nelle lacrime
          del mondo
          ammutolito dal sangue versato lungo le vie di Parigi
          laddove il cuore di ognuno di noi è ferito e lacerato.

          Un caffè con Te Allah
          cosi che tu possa comprendere
          che il tuo di disegno non è fatto con amore.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Senza senso... senza Dio

            Senza senso... senza Dio
            Tradita da un Dio di guerra
            proiettili sparati dritti al cuore
            dell'umanità
            Innocenti urla
            grandinate di sangue
            rimbombano nel cuore del mondo.

            Il dolore avvolge l'intera umanità
            la Francia piange il suo lutto
            e prega i suoi morti.

            Traditi dalla freddezza
            da cuori senza cuore che vagano
            abbracciati ad un "DIO"
            senza senso.
            Ma quale Dio può volere tutto ciò?
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              Scritta da: Antonio Prencipe
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Siamo morti di Marzo vestiti d'amianto

              "Perché sei morto?"
              Mi chiese.
              "Per la vita".
              Gli risposi asciugando il sorriso.
              "Perché sei morta".
              Chiesi alle sue labbra scorticate dal freddo.
              "Per la libertà".
              Rispose scucendo le pupille.
              Eravamo vicini di bara,
              entrambe di cristallo.
              Si parlava della luna quella notte,
              come due amanti il cui inchiostro
              era deposto sulla punta della lingua.
              E sanguinavano i sapori.
              E lacrimavano gli odori
              sul palmo delle nostre mani,
              il loro tremolio a consolar
              i mattoni visibili nel grembo di un respiro.
              E dimenticammo i nostri occhi
              sul becco di un corvo venuto da lontano
              per dar conforto allo sporco cadavere
              che oramai eravamo diventati.
              "Prenditi i miei anni,
              sanno di sofferto come la tua pelle".
              Gli dissi.
              "Tra i miei denti pezzi di te
              solleticano il marmo della mia bocca".
              Mi rispose pettinando le vene.
              E mi ritrovo scheletro,
              le ossa bianche immerse nel calamaio,
              sangue di stella sul colore castano
              dei nostri capelli.
              Ed eravamo carne che sfamava il vento,
              ed eravamo il mangime preferito
              delle rose scolpite come i nostri nomi
              sul muschio che riempiva le narici
              e andava via dimenticandosi di noi,
              del suo seno usato per nutrire il fango.
              Siamo morti di Marzo vestiti d'amianto.
              Siamo fiori di cera squagliata al sole.
              Siamo quelli che osavano morire
              con un sorriso spezzato nelle lacrime.
              Composta lunedì 10 marzo 2014
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