Poesie d'Autore


Scritta da: Mariella Buscemi
in Poesie (Poesie d'Autore)
Annidata in un volo retrocesso
a contare tutti gli abbracci mancati
tenermi in gabbia
dalla parte dei rami spezzati
come gli abbracci solitari
di chi si cinge da solo la vita
e tutt'intorno
anche l'aria e i polmoni
quando del nido resta la difesa rapace
e un canto straziato
che gioca tra l'eco e la lontananza

D'un battito d'ali
ricordo solo il cader delle piume
nere pece
a invocar pace
nel garbuglio impigliato.
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    Scritta da: Mariella Buscemi
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Quest'oggetto pietoso
    che rotea le cornee fino a macchiare
    d'intera visione
    chi s'allontana
    e il mondo l'inghiotte
    rimpicciolendolo
    ingrandendosi la vita
    e lascia traccia e scia

    Quando m'abbandono
    e sono invisibile alla pelle
    dimezzata alla luce
    pur non staccandone la memoria
    di un intero remoto

    Con l'ombra a dirmi che esisto sui muri.
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      Scritta da: Mariella Buscemi
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      All'ombra d'un inverno fragile
      ad ingiungere al sole d'esser meno nei raggi
      ed invocare alla neve d'attecchire
      per rendere più secchi i venti
      fino ad inaridirmi le labbra
      e screpolare un fiore coraggioso
      che s'erge sul telaio d'un cielo fosco
      e dipana nebbie cardiache
      lì dove il gelo m'avesse colto sprovvista
      là quandanche mi si fosse storta la luna
      seguendo il profilo d'un fiore coraggioso
      che mi regalasti
      – petali, lambirmi –.
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        Scritta da: Angela MORI
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Dea

        Vulcano ha onorato i tuoi capelli
        Mettendo le sue fiamme nella sfumatura
        E Bacco ha donato alla tua bocca che baciò Cupido,
        Tingendola del colore dell'amore,
        La sua risata più frizzante,
        Ricordo del vino migliore.

        Tripudio delle selve di Diana
        Nei tuoi occhi che osservano,
        Che raggianti esplodono di scintillii,
        Come gocce di mare di Nettuno.

        Sapienza di Atena riempie la tua mente
        Tu Demetra,
        Musa di Febe,
        Divina saggezza di Minerva.

        Silente e bella come Maia,
        Te ne stai sdraiata all'ombra,
        Nel bosco dove Irene regna
        Forte come Bia,
        Sembri umana come Pandora.

        Apri la mia anima,
        Coraggiosa come Ippolita,
        Non temere il peccato che a me non spaventa,
        Tu perpetua Dea
        Cadi tra le mie braccia,
        Calde come l'Auriga d'Apollo
        E splendi come Luna nel firmamento.

        Baciami coma essa fece con Ermione,
        Giunonica e immensa bellezza,
        Amami come Calliope amò Omero.

        Ti vedo a pochi passi e non ti raggiungo,
        Venere resistente alla mia orazione
        Sii mia e illumina la mia ragione,
        Persuadi in me la verità
        Seppur divenissi
        Non diletta e non seguita come Cassandra.

        Mostrami la vera bellezza,
        Guida la mia mano alla ricerca
        Della narrazione a te più adatta.
        Poesia è musica che ammalia,
        Ed io di te voglio esser piena.

        Poesia è il tuo corpo
        Che in me si addentra,
        E resta in me,
        Finché non avrò steso l'opera
        Che tu mi consigliasti.
        Composta mercoledì 20 gennaio 2016
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          Scritta da: Angela MORI
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Dal sogno alla realtà

          S'imprigionava nei miei sogni ogni sera,
          diventava ciò che volevo fosse
          conversava le lingue che sapevo parlare,
          giocava agli spassi che volevo fare,
          vestiva di chiaro e mi stringeva la mano,
          tra prati città e spiagge lontano
          con lui correvo e mai mi fermavo.
          Passava la notte in fretta
          e appariva il mattino;
          se ne andava dissolvendosi,
          sfolgorando come stella
          nel primo respiro che da sveglia esalavo
          mentre il sole piano schiariva
          e tra le mie ciglia con i suoi raggi appariva.
          Cedeva sul mio cuscino una lacrima,
          e sulla mia guancia una carezza.
          Risuonava durante il giorno la sua risata,
          nella mia mente fiduciosa
          che voglia della notte mi dava
          e paura del buio mi contestava.
          Ora sono donna e sono moglie,
          non sogno più un gioco fanciullesco
          della triste realtà mi deturpo,
          e da bambino ora lui è uomo,
          la notte non aspetta gli incanti,
          di carne è adesso plasmato,
          mi prende l'anima e il corpo a suo volere,
          a quando era fanciullo, non è per nulla uguale,
          concepisce poco amore e molto astio
          crudele mi mortifica nel suo gioco,
          la mela del peccato è il frutto di cui mi sfama,
          di semplicità non e fatta la sua brama,
          non corre e non ride nel crudele sguardo,
          la sua risata non echeggia durante il giorno,
          solo le sue urla se non è assecondato
          nel nero della notte non brilla,
          e la sua mano, non lascia sul mio viso una carezza.
          Matrimonio frustrato che non finisce al mattino,
          bagna adesso una lacrima ancora,
          il mio cuscino.
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            Scritta da: Mariella Buscemi
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Chiusa in tutti gli inverni
            Ad abbracciarmi di vento
            Ché se anche invocassi neve
            Gelerei, io
            Dalla bocca ai deserti

            Calerei in abisso
            A stringere foglie
            E mani fantasma
            Con i miei gomiti incrociati
            A imitare la tua presenza in mezzo
            Tra la stretta e lo sterno.

            Sottile, tu
            Come filo d'aria
            In essenza
            Tra lamelle d'etere
            Nell'incorporeo estremo
            Del volerti.

            Qui.
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Quante cose da fare

              Quante cose da fare,
              sempre con urgenza,
              cielo e terra girano in tondo,
              chiaro e scuro il tempo incalza,
              diecimila anni: troppo lunghi,
              lottiamo solo da mattina a sera.
              Furia d'acqua e di nubi
              sconvolge i Quattro Mari,
              tempesta di venti e di tuoni
              Squassa i Cinque Continenti.
              È necessario spazzar via
              tutti gli insetti nocivi.
              Non ci saranno più nemici.
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Lamento

                Non ci è dato di essere.
                Noi siamo soltanto un fiume, aderiamo ad ogni forma:
                al giorno ed alla notte, al duomo e alla caverna.

                Forma su forma riempiamo senza tregua,
                nessuna ci diviene patria, gioia o piena,
                sempre siamo in cammino, ospiti sempre,
                non c'è campo né aratro per noi, né pane cresce.

                E non sappiamo cosa Dio ci serbi,
                gioca con noi, argilla nella mano,
                muta e cedevole che non piange o ride,
                mille volte impastata e mai bruciata.

                Potessimo, una volta, farci pietra, durare!
                Questa è la nostra eterna nostalgia,
                ma un brivido perdura a raggelarci
                e non c'è pace sulla nostra via.
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