Poesie d'Autore


Scritta da: Mariella Buscemi
in Poesie (Poesie d'Autore)
Non ho preteso il tempo,
le lunghezze, l'amaro del cambiamento,
il ciclo delle stagioni.
Il mio volere è vita degli attimi,
la mutevolezza del secondo,
lo stop,
il respiro,
il momento dopo,
l'intervallo della palpebra mobile
prima dello sbatter di ciglia
e il chiedersi
cos'abbia catturato
la pupilla così,
a contatto con la pelle
nel punto del venir meno della visione
e cosa ritrovi,
come spettro inaspettato,
in riapertura.
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    Scritta da: Andrea De Candia
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Fieno

    Nessuno chieda delle libellule
    (blu-freccia striano l'aria)
    e il viso di febbre del sole
    s'infiamma nel mare.

    L'uomo con la falce
    miete il respiro
    d'erba e libellule
    nessuno chieda di lui.

    Rosso-arancio pendono
    i grembi del papavero
    odora di sonno il fieno.

    Salici piangenti confidano
    al mare il proprio dolore
    l'uomo con la falce miete
    in fasci libellule azzurre
    mietendo fa fieno
    dell'oggi.

    Nessuno chieda a nessuno
    chi oggi si addormenti
    nel fieno di papavero.
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      Scritta da: Andrea De Candia
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Il cielo

      Ha dismesso le sue maschere
      nuvole notturne impediscono
      alle stelle
      di vedere
      la sorella terra.

      Lui sogna
      che il suo nero infinito
      porti il lutto per il sole
      sogna gli uomini sulla terra
      che lo sognano azzurro.

      Nel buio impenetrabile
      conta le sue abitazioni
      devono essere sette
      ma non è così
      infinitamente di più.

      Lui conta all'infinito.
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        Scritta da: Andrea De Candia
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Sono un uomo ferito.
        E me ne vorrei andare
        e finalmente giungere,
        pietà, dove si ascolta
        l'uomo che è solo con sé.
        Non ho che superbia e bontà.
        E mi sento esiliato in mezzo agli uomini.
        Ma per essi sto in pena.
        Non sarei degno di tornare in me?
        Ho popolato di nomi il silenzio.
        Ho fatto a pezzi cuore e mente
        per cadere in servitù di parole?
        Regno sopra fantasmi.
        O foglie secche,
        anima portata qua e là...
        no, odio il vento e la sua voce
        di bestia immemorabile.
        Dio, coloro che t'implorano
        non ti conoscono più che di nome?
        M'hai discacciato dalla vita.
        Mi discaccerai dalla morte?
        Forse l'uomo è anche indegno di sperare.
        Anche la fonte del rimorso è secca?
        Il peccato che importa,
        se alla purezza non conduce più.
        La carne si ricorda appena
        che una volta fu forte.
        È folle e usata, l'anima.
        Dio guarda la nostra debolezza.
        Vorremmo una certezza.
        Di noi nemmeno più ridi?
        E compiangici dunque, crudeltà.
        Non ne posso più di stare murato
        nel desiderio senza amore.
        Una traccia mostraci di giustizia.
        La tua legge qual è?
        Fulmina le mie povere emozioni,
        liberami dall'inquietudine.
        Sono stanco di urlare senza voce.
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