Non ho preteso il tempo, le lunghezze, l'amaro del cambiamento, il ciclo delle stagioni. Il mio volere è vita degli attimi, la mutevolezza del secondo, lo stop, il respiro, il momento dopo, l'intervallo della palpebra mobile prima dello sbatter di ciglia e il chiedersi cos'abbia catturato la pupilla così, a contatto con la pelle nel punto del venir meno della visione e cosa ritrovi, come spettro inaspettato, in riapertura.
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