Poesie d'Autore


Scritta da: jova6971
in Poesie (Poesie d'Autore)

Non è...

Non è per qualcosa che hai
la perderesti
Non è per qualcosa che ti ho dato
la dimenticherei
Non è per qualcosa che hai guadagnato
la invidierei
Non è per qualcosa di bello o speciale
sarebbe facile.
No. È la sfida, è la voglia di
inevitabilmente conoscerti,
di capire e litigare
ridere e baciare
che solo con te posso fare per ore
ebbene questo sì, è l'Amore.
Composta martedì 6 aprile 2010
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    Scritta da: Giorgio De Luca
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Tra le braccia spalancate della giovinezza

    Seduta sotto l'albero del castagno
    osserva la faccia malata d'ottobre.

    Aspetta, fischiando, fino a sera...
    un vecchio le si ferma accanto
    suonando l'organetto,
    con il cappotto sfilacciato
    e lo sguardo stravagante.

    Finita la musica si rimette in cammino,
    stringendo per mano la malinconia.
    Insieme ad essa cerca la via
    che la riporta in cima alla collina,
    tra le braccia spalancate della giovinezza.

    Il pensiero viaggia tra il silenzio del mattino
    e il chiacchiericcio della sera.

    Vorrebbe ascoltare il garrire di una rondine
    per capire se è primavera,
    una carezza di vento
    per sentire se è melodia d'estate
    o dell'autunno il sospiro.

    L'inverno già lo conosce:
    è quello che le ha gelato il cuore,
    lasciato nell'anima una scia di dolore.

    L'usignolo canta...
    è una melodia che risveglia il sonno,
    dà nuova voce al sogno,
    scalza per sempre dalla vita l'ombra.
    Composta mercoledì 19 settembre 2007
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      Scritta da: Beatrice Niccolai
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Le nostre donne siamo noi
      e tutto quello che ci contiene
      ha odore di biancheria lavata a mano
      nello scrittoio dei segreti.

      Le nostre donne sono girasoli in fiore
      nella battaglia dei giorni
      e odore di bucato fresco pulito
      sempre steso fuori, dopo il calar del sole.

      Le nostre donne siamo sodalizio taciuto
      sottoscritto con la vita
      la tenacia, la dolcezza, gli errori.
      Delle nostre donne, io sono l'errante.

      Le nostre donne
      parliamo lingue diverse
      alla stessa tavola
      ma nell'inguine mai interrotto di Dio
      lavate dalle stesse acque del Giordano-dentro
      bagnate ognuna d'un colore diverso,

      insieme,
      le nostre donne formiamo
      una bandiera.
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        Scritta da: Hengel0
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        I ritagli del cuore

        Scandisce il tempo scivolando
        tra le righe del cuore
        Intimo palpito d'anima scorre nelle
        vene come un torrente in piena,
        tumulto e respiro scatena
        il fremito dell'emozione...
        Lascia i rami secchi
        tra le nebbie del passato,
        rifiorisce nella forza
        il mio spirito d'argento...
        Composta mercoledì 7 aprile 2010
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          Scritta da: Sir Jo Black
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Un giorno dopo l'altro

          Un giorno dopo l'altro
          il tempo se ne va
          le strade sempre uguali,
          le stesse case.
          Un giorno dopo l'altro
          e tutto è come prima
          un passo dopo l'altro,
          la stessa vita.
          E gli occhi intorno cercano
          quell'avvenire che avevano sognato
          ma i sogni sono ancora sogni
          e l'avvenire è ormai quasi passato.
          Un giorno dopo l'altro
          la vita se ne va
          domani sarà un giorno uguale a ieri.
          La nave ha già lasciato il porto
          e dalla riva sembra un punto lontano
          qualcuno anche questa sera
          torna deluso a casa piano piano.
          Un giorno dopo l'altro
          la vita se ne va
          e la speranza ormai è un'abitudine.
          Composta nel 1966
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            Scritta da: duska
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Prima un boato

            Come sono basse oggi le nubi.
            Tutto spezzato, ucciso, capovolto
            sotto il segno dell'ariete. Con rottura.

            Case, chiese, scuole
            su una roccia in pendenza hanno paura
            come tant'altre di precipitare.

            Dalla polvere un cane ulula fermo,
            categorico e breve il richiamo
            al suo padrone. Non è felice di
            ritrovare al mattino intorno a sé
            un cielo nero e polveroso.

            Io piango.
            Grido sui passi spenti dei fratelli
            miei poveri d'Abruzzo.

            E prendo la mia terra nella mano,
            calpesto la sua nebbia, ne raccolgo
            le parole perdute, una bambola, un sospiro
            che reclamano la vita.

            Tu non sai: quelle case, quelle chiese,
            quelle fonti, quei pascoli, quei curvi
            lampioni - anche se spenti -
            - tra queste ore lente -, quelle valli,
            quei monti: quelle lacrime, quei morti!

            Sono le nostre luci, i nostri cuori,
            nostri unici spenti segnalibri.

            Perché ci sono nella vita cose
            che si possono capire
            solamente in ginocchio.
            Composta lunedì 6 aprile 2009
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              Scritta da: duska
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Figlio, perché ti ho perso

              Figlio, perché ti ho perso.

              Perché uscisti dalla tua anima per
              il mare aperto e non riesco
              ancora a vederti:

              Io non so dove cercarti.

              Ti potrei cercare invano in una carezza,
              in un sorriso o nei tuoi vestiti;
              ma tu non sei più lì.

              Tu vivi dove il tempo è senza tempo,
              la luce è senza amore e per me è
              smarrimento.

              Dicono che lì, sirene trionfanti,
              cantano incessanti ai terrazzi di
              lusinghe
              e che voi, orda di vite annebbiate,
              danzate a cerchio, esausti, tutta la notte.

              Sui bordi dei loro fuochi fatui.

              Dicono che il tuo cuore
              se lo spartiscono esseri privi d'amore
              con la coscienza mascherata.

              Figlio, che ti ho perso!

              E ti ritrovo offeso e sconfitto.
              Disteso sull'erba dolce e il tappeto di pietra,
              tra gente che va, piena e vuota, vuota e piena
              e copre d'insulto i tuoi occhi già spenti.

              Figlio, ecco la mia mano.

              Dio mio, come sono lunghi i tuoi capelli!
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                Scritta da: duska
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Sulla riva dei nostri sogni

                E ci ritroviamo ancora qui.

                A spianare le rughe,
                in mano il silenzio delle nostre solitudini.

                A ripassare le dita sull'arpa dei nostri sogni,
                a fare il conto su ciò che abbiamo perso
                e ciò che abbiamo guadagnato,
                in questo mattino che sa di primavera.

                E ci ritroviamo ancora qui.
                Dietro tramonti logori di nostalgia,
                a disquisire sul dolceamaro del tempo,
                scivolato tra le dita come grani d'un rosario.

                A parlare della nostra giovinezza,
                del ballo del mattone, delle illusioni,
                dei cuori accesi a rincorrere miraggi e sogni,
                ascoltando Elvis senza capire le parole.

                E siamo qui come ieri.
                A dirci madri, non più figlie,
                a reggere un passato che non paga,
                a chiederci se è giusto o se conviene
                rinchiudersi nel limbo che lenisce le pene,
                dove la coscienza rifiuta il dolore,
                le porte del cuore si chiudono a nuovi amori.

                O tentare di ricacciare i fantasmi:
                v i v e r e pur sapendo di morire,
                a m a r e pur temendo di soffrire e
                attendere l'alba... finché l'ultima stella riaccende il sole,
                che illumina,
                chiarisce ogni ombra.

                Dolcemente.
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