Poesie d'Autore


Scritta da: Franco Vitale
in Poesie (Poesie d'Autore)

Appartenenza

Avvolgo i miei pensieri,
nell'essere minoranza,
fiero come una goccia,
tra nuvole di cervelli.

Solitudine e appartenenza,
briciole di coscienza,
diverto la mia ragione,
assorbo colori sfumati.

Quadrati di braccia nude,
circondano cerchi di opinioni,
pensieri ridotti a idee,
calpestano strade morbide.

Sorvolo l'apparten... enza,
ignoro misure e distanze,
demente, in un mondo ignobile,
trafiggo l'indifferenza.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)
    I sassi del porto
    di un antico paese,
    rispecchiano la luce
    della natura selvaggia,
    quale tu sei,
    rossa terra
    dagli ulivi smeraldo,
    ti vedo danzare
    su una piccola barca
    bianca
    come questa terrazza
    dove ti osservo
    nel silenzio
    di un vecchio mulino
    che malinconico
    il nostro amore protegge
    dalla pioggia dei miei errori
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Chiamatemi con i miei veri nomi

      Non dire che domani me ne andrò, perfino oggi sto arrivando di nuovo.
      Guarda profondamente: ad ogni secondo arrivo, per essere un getto primaverile;
      un uccellino, con piccole ali ancora fragili: sto imparando a cantare
      nel mio nido nuovo;
      per essere un bruco nel cuore del fiore; un gioiello che si nasconde
      nella pietra.

      Ancora arrivo, per ridere e per piangere, per avere paura e per sperare.
      Il ritmo del mio cuore è la nascita e la morte di tutto ciò che vive.

      Sono un insetto che si trasforma sulla superficie dell'acqua.
      E sono l'uccello che si lancia per inghiottire l'insetto.
      Sono una rana che nuota felice nella chiara acqua dello stagno.
      E sono il serpente che, silenzioso, si ciba di rane.

      Sono un bambino dell'Uganda, tutto pelle e ossa, le mie gambe esili come canne di bambù,
      e sono anche il mercante che vende armi mortali all'Uganda.
      Io sono la bimba dodicenne profuga su una piccola barca,
      che si getta nell'oceano dopo essere stata violentata da un pirata.
      E sono anche il pirata, il mio cuore ancora incapace di vedere e di amare.
      Sono un membro del Politburo, con un enorme potere tra le mani.
      E sono l'uomo che deve pagare il suo "debito di sangue" alla sua gente, morendo lentamente in un campo di lavori forzati.

      La mia gioia è come la primavera, così calda che fa sbocciare fiori su tutta la terra.
      Il mio dolore è come un fiume di lacrime, così vasto che riempie tutti i quattro oceani.
      Per favore, chiamatemi con i miei veri nomi, perché io possa udire tutti i miei pianti e tutte le mie risa insieme,
      perché possa vedere che la mia gioia e il mio dolore sono una cosa sola.
      Per favore, chiamatemi con i miei veri nomi, in modo che mi possa risvegliare
      e la porta del mio cuore sia lasciata aperta, la porta della compassione.
      Composta mercoledì 21 aprile 2010
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        Scritta da: mor-joy
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        In me

        In me c'è qualcosa di rotto.
        Sono come l'orologio che si ferma
        poco dopo averlo caricato,
        come il piatto incrinato che non torna
        nuovo se anche
        lo incolli con cura.
        In me c'è qualcosa di schiacciato.
        Sono come il tubetto di dentifricio
        quando nulla ne esce
        se anche lo premi,
        come la pallina da ping-pong ammaccata
        che non può tenere più in gioco
        nemmeno un buon giocatore.
        Ci sono oggetti distrutti e schiacciati
        dal principio, senza motivo, in me:
        l'ombrello che non sta aperto, il violino
        fuori uso e i sandali coi cinturini rotti,
        il rubinetto intasato, il flauto
        sfiatato, la lampada consumata.
        Eppure non mi perdo di morale,
        l'ira non mi trascina, né mi tormento
        come una volta, anzi mi auguro
        di potermi riempire
        di quelle cose inutili,
        restando distrutto e schiacciato,
        in questo trovando il mio orgoglio.
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          Scritta da: Gaetano Toffali
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Quanto ti ho amato

          Se tu mi avessi chiesto: "Come stai?"
          Se tu mi avessi chiesto dove andiamo
          t'avrei risposto "bene, certo sai"
          ti parlo però senza fiato
          mi perdo nel tuo sguardo colossale,
          la stella polare sei tu mi sfiori e ridi no, cosi non vale
          non parlo e se non parlo poi sto male

          Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
          e non lo sai perché non te l'ho detto mai
          anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

          Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
          non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
          nell'amor le parole non contano conta la musica.

          Se tu mi avessi chiesto: "Che si fa?"
          Se tu mi avessi chiesto dove andiamo
          t'avrei risposto dove il vento va
          le nuvole fanno un ricamo
          mi piove sulla testa un temporale
          il cielo nascosto sei tu ma poi svanisce in mezzo alle parole
          per questo io non parlo e poi sto male

          Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
          e non lo sai perché non te l'ho detto mai
          anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

          Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
          non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
          nell'amor le parole non contano conta la musica.

          Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
          non l'ho mai detto ma un giorno capirai
          nell'amor le parole non contano conta la musica.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            La Danza Del Dolore

            Quando penso a noi non vedo il noi.
            Se mai c'é stato, albergava solo in me.
            Sento il vuoto delle parole
            ricordi confusi fra sogno e realtà
            e il cuore sembra spezzarsi in due.
            Come quando il fulmine squarcia il cielo
            e inizia il ballo di lampi e di tuoni
            e iniziata la danza delle lacrime
            il sapore del sale è amaro
            e quel travaglio di ricordi
            sembra dover partorire solo infelicità.
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              Scritta da: mor-joy
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Io desidero soltanto te

              Io desidero te, soltanto te
              il mio cuore lo ripete senza fine.
              Sono falsi e vuoti i desideri
              che continuamente mi distolgono da te.
              Come la notte nell'oscurità
              cela il desiderio della luce,
              così nella profondità
              della mia incoscienza risuona questo grido:
              "Io desidero te, soltanto te".
              Come la tempesta cerca fine
              nella pace, anche se lotta
              contro la pace con tutta la sua furia,
              così la mia ribellione
              lotta contro il tuo Amore eppure grida:
              "Io desidero te, soltanto te".
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                Scritta da: Violina Sirola
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                L'aspirante

                Prima di tutto ce li hai i requisiti?
                Ce l'hai
                un occhio di vetro, denti finti o una gruccia,
                un tirante o un uncino,
                seni di gomma, inguine di gomma,

                rattoppi a qualcosa che manca? Ah
                no? E allora che mai possiamo darti?
                Smetti di piangere.
                Apri la mano.
                Vuota? Vuota. Ma ecco una mano

                che la riempie, disposta
                a porgere tazze di tè e sgominare emicranie,
                e a fare ogni cosa che gli dirai.
                La vorresti sposare?
                È garantita,

                ti tapperà gli occhi alla fine della vita
                e del dolore.
                Con quel sale ci rinnoviamo le scorte.
                Vedo che sei nuda come un verme.
                Che te ne pare di questo vestito-

                Un po' rigido e nero, ma niente male.
                Lo vorresti sposare?
                È impermeabile, infrantumabile, abile
                contro il fuoco e imbombardabile.
                Credi a me, ti ci farai sotterrare.

                E adesso, scusa, hai vuota la testa.
                Ho la cosa che fa per te.
                Su, su, carina, esci fuori dal guscio.
                Ecco ti piace questa?
                Nuda per cominciare come una pagina bianca

                ma in venticinqu'anni d'argento,
                d'oro in cinquanta, potrà diventare.
                Una bambola viva, sotto ogni aspetto.
                Sa cucire, sa cucinare,
                sa parlare, parlare, parlare.

                E funziona, non ha una magagna.
                Qua c'è un buco, che è una manna.
                Qua un occhio, una vera visione.
                Ragazzo mio, è l'ultima occasione.
                La vorresti sposare, sposare, sposare?
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                  Scritta da: Carlo Romero
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Mare

                  Mare, io che immersi
                  Il mio giovane corpo di uomo
                  Nei tuoi ribollenti e spumeggianti flutti,
                  io che udì la suadente tua voce, il tuo canto
                  (col quale uomini di tutti i tempi e razze ispirasti ed ammaliasti)
                  Che dalle ali del vento e dal fluir delle onde alle mie orecchie giunse.
                  Tu che sei rimasto lo stesso,
                  mentre tutto intorno a te scorrendo muta
                  ti prego ridammi il vigore d'un tempo
                  che la vita crudelmente dichiara inesorabilmente perduto.
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