Poesie d'Autore


Scritta da: Franco Vitale
in Poesie (Poesie d'Autore)

Curve

Cerchi concentrici,
strati di nulla
su strati di tutto,
braccia su spalle
di corpi su corpi.
Cerchi concentrici,
pura materia arrogante
su spirito puro,
crosta di senno
su mollica di follia.
Cerchi concentrici,
prati innevati
su neri di seppia,
sottili fili di certezza
su grezza corda di dubbio.
Cerchi concentrici,
vulcani circoncisi
eruttano,
su monti di venere senza cima,
verdi acini acerbi
su grappoli di folla incolore.
Cerchi concentrici,
lastre di pietre assolate
su fredde ringhiere d'inverno,
quiete solitudini
su amori assassini.
Cerchi concentrici,
cerchi su cerchi,
vite su vite,
io su di te.
Composta giovedì 22 aprile 2010
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    Scritta da: Franco Vitale
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Appartenenza

    Avvolgo i miei pensieri,
    nell'essere minoranza,
    fiero come una goccia,
    tra nuvole di cervelli.

    Solitudine e appartenenza,
    briciole di coscienza,
    diverto la mia ragione,
    assorbo colori sfumati.

    Quadrati di braccia nude,
    circondano cerchi di opinioni,
    pensieri ridotti a idee,
    calpestano strade morbide.

    Sorvolo l'apparten... enza,
    ignoro misure e distanze,
    demente, in un mondo ignobile,
    trafiggo l'indifferenza.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)
      I sassi del porto
      di un antico paese,
      rispecchiano la luce
      della natura selvaggia,
      quale tu sei,
      rossa terra
      dagli ulivi smeraldo,
      ti vedo danzare
      su una piccola barca
      bianca
      come questa terrazza
      dove ti osservo
      nel silenzio
      di un vecchio mulino
      che malinconico
      il nostro amore protegge
      dalla pioggia dei miei errori
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Chiamatemi con i miei veri nomi

        Non dire che domani me ne andrò, perfino oggi sto arrivando di nuovo.
        Guarda profondamente: ad ogni secondo arrivo, per essere un getto primaverile;
        un uccellino, con piccole ali ancora fragili: sto imparando a cantare
        nel mio nido nuovo;
        per essere un bruco nel cuore del fiore; un gioiello che si nasconde
        nella pietra.

        Ancora arrivo, per ridere e per piangere, per avere paura e per sperare.
        Il ritmo del mio cuore è la nascita e la morte di tutto ciò che vive.

        Sono un insetto che si trasforma sulla superficie dell'acqua.
        E sono l'uccello che si lancia per inghiottire l'insetto.
        Sono una rana che nuota felice nella chiara acqua dello stagno.
        E sono il serpente che, silenzioso, si ciba di rane.

        Sono un bambino dell'Uganda, tutto pelle e ossa, le mie gambe esili come canne di bambù,
        e sono anche il mercante che vende armi mortali all'Uganda.
        Io sono la bimba dodicenne profuga su una piccola barca,
        che si getta nell'oceano dopo essere stata violentata da un pirata.
        E sono anche il pirata, il mio cuore ancora incapace di vedere e di amare.
        Sono un membro del Politburo, con un enorme potere tra le mani.
        E sono l'uomo che deve pagare il suo "debito di sangue" alla sua gente, morendo lentamente in un campo di lavori forzati.

        La mia gioia è come la primavera, così calda che fa sbocciare fiori su tutta la terra.
        Il mio dolore è come un fiume di lacrime, così vasto che riempie tutti i quattro oceani.
        Per favore, chiamatemi con i miei veri nomi, perché io possa udire tutti i miei pianti e tutte le mie risa insieme,
        perché possa vedere che la mia gioia e il mio dolore sono una cosa sola.
        Per favore, chiamatemi con i miei veri nomi, in modo che mi possa risvegliare
        e la porta del mio cuore sia lasciata aperta, la porta della compassione.
        Composta mercoledì 21 aprile 2010
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          Scritta da: mor-joy
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          In me

          In me c'è qualcosa di rotto.
          Sono come l'orologio che si ferma
          poco dopo averlo caricato,
          come il piatto incrinato che non torna
          nuovo se anche
          lo incolli con cura.
          In me c'è qualcosa di schiacciato.
          Sono come il tubetto di dentifricio
          quando nulla ne esce
          se anche lo premi,
          come la pallina da ping-pong ammaccata
          che non può tenere più in gioco
          nemmeno un buon giocatore.
          Ci sono oggetti distrutti e schiacciati
          dal principio, senza motivo, in me:
          l'ombrello che non sta aperto, il violino
          fuori uso e i sandali coi cinturini rotti,
          il rubinetto intasato, il flauto
          sfiatato, la lampada consumata.
          Eppure non mi perdo di morale,
          l'ira non mi trascina, né mi tormento
          come una volta, anzi mi auguro
          di potermi riempire
          di quelle cose inutili,
          restando distrutto e schiacciato,
          in questo trovando il mio orgoglio.
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            Scritta da: Gaetano Toffali
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Quanto ti ho amato

            Se tu mi avessi chiesto: "Come stai?"
            Se tu mi avessi chiesto dove andiamo
            t'avrei risposto "bene, certo sai"
            ti parlo però senza fiato
            mi perdo nel tuo sguardo colossale,
            la stella polare sei tu mi sfiori e ridi no, cosi non vale
            non parlo e se non parlo poi sto male

            Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
            e non lo sai perché non te l'ho detto mai
            anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

            Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
            non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
            nell'amor le parole non contano conta la musica.

            Se tu mi avessi chiesto: "Che si fa?"
            Se tu mi avessi chiesto dove andiamo
            t'avrei risposto dove il vento va
            le nuvole fanno un ricamo
            mi piove sulla testa un temporale
            il cielo nascosto sei tu ma poi svanisce in mezzo alle parole
            per questo io non parlo e poi sto male

            Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
            e non lo sai perché non te l'ho detto mai
            anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

            Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
            non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
            nell'amor le parole non contano conta la musica.

            Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
            non l'ho mai detto ma un giorno capirai
            nell'amor le parole non contano conta la musica.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              La Danza Del Dolore

              Quando penso a noi non vedo il noi.
              Se mai c'é stato, albergava solo in me.
              Sento il vuoto delle parole
              ricordi confusi fra sogno e realtà
              e il cuore sembra spezzarsi in due.
              Come quando il fulmine squarcia il cielo
              e inizia il ballo di lampi e di tuoni
              e iniziata la danza delle lacrime
              il sapore del sale è amaro
              e quel travaglio di ricordi
              sembra dover partorire solo infelicità.
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                Scritta da: mor-joy
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Io desidero soltanto te

                Io desidero te, soltanto te
                il mio cuore lo ripete senza fine.
                Sono falsi e vuoti i desideri
                che continuamente mi distolgono da te.
                Come la notte nell'oscurità
                cela il desiderio della luce,
                così nella profondità
                della mia incoscienza risuona questo grido:
                "Io desidero te, soltanto te".
                Come la tempesta cerca fine
                nella pace, anche se lotta
                contro la pace con tutta la sua furia,
                così la mia ribellione
                lotta contro il tuo Amore eppure grida:
                "Io desidero te, soltanto te".
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                  Scritta da: Violina Sirola
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  L'aspirante

                  Prima di tutto ce li hai i requisiti?
                  Ce l'hai
                  un occhio di vetro, denti finti o una gruccia,
                  un tirante o un uncino,
                  seni di gomma, inguine di gomma,

                  rattoppi a qualcosa che manca? Ah
                  no? E allora che mai possiamo darti?
                  Smetti di piangere.
                  Apri la mano.
                  Vuota? Vuota. Ma ecco una mano

                  che la riempie, disposta
                  a porgere tazze di tè e sgominare emicranie,
                  e a fare ogni cosa che gli dirai.
                  La vorresti sposare?
                  È garantita,

                  ti tapperà gli occhi alla fine della vita
                  e del dolore.
                  Con quel sale ci rinnoviamo le scorte.
                  Vedo che sei nuda come un verme.
                  Che te ne pare di questo vestito-

                  Un po' rigido e nero, ma niente male.
                  Lo vorresti sposare?
                  È impermeabile, infrantumabile, abile
                  contro il fuoco e imbombardabile.
                  Credi a me, ti ci farai sotterrare.

                  E adesso, scusa, hai vuota la testa.
                  Ho la cosa che fa per te.
                  Su, su, carina, esci fuori dal guscio.
                  Ecco ti piace questa?
                  Nuda per cominciare come una pagina bianca

                  ma in venticinqu'anni d'argento,
                  d'oro in cinquanta, potrà diventare.
                  Una bambola viva, sotto ogni aspetto.
                  Sa cucire, sa cucinare,
                  sa parlare, parlare, parlare.

                  E funziona, non ha una magagna.
                  Qua c'è un buco, che è una manna.
                  Qua un occhio, una vera visione.
                  Ragazzo mio, è l'ultima occasione.
                  La vorresti sposare, sposare, sposare?
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