Stelle del Nulla Misterioso

Poesie dal Libro:Stelle del Nulla Misterioso

Anno:
2005
Autore:
Rosanna Di Iorio
Editore:
Edizioni Noubs Chieti

Scritta da: duska

Tre minuti di riflessioni

I tuoi muri sono troppo alti
quando vorresti uscire dall'inferno
e andare incontro all'arcobaleno.

Quando t'accorgi dei piedi incollati
e non trovi un Cireneo a dissetarti,
ma un burattinaio pronto a barattare
sull'altare dorato un pizzico di magia
coi tuoi sogni.

I tuoi muri sono troppo alti
quando vorresti cambiare la notte con
il giorno e ti accorgi d'aver smarrito il faro
degli incontri:

La tua voce è flebile, le spalle appesantite...
Allora butti il fazzoletto bianco allo sconforto
e con l'anima travestita, ti affidi ancora alla
mascherata triste dell'appuntamento:

Per guadagnare il posto preferito all'altare
dell'ignavia e ornare i tuoi balocchi prediletti.

I tuoi muri sono troppo alti
quando vorresti rimediare la libertà di esistere
e ti accorgi che il buffone della commedia dell'oro
protegge la sua sacca, sogghigna e tira la fune.

La droga ha cinto la pianura e il vento di speranza
si ferisce coi fili spinati.
dal libro "Stelle del Nulla Misterioso" di Rosanna Di Iorio
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    Scritta da: duska

    È solo per amore

    Quando i miei occhi penetrano
    il tuo sguardo fino a leggerti dentro,
    è solo per amore.

    E mai vorrei vedere quei rivoli bianchi
    che occhio distratto non coglie
    che scendono piano sul volto
    e, come perle trasparenti,
    ti sfiorano calde le mani; e che lasci
    dissolvere distratto nel nulla.

    E mai vorrei sentire il tuo pianto
    non pianto, le grida soffocate,
    senza ali,
    che riescono a squarciare il cielo.

    È solo per amore che il mio amore
    ruba il tuo pianto al vento,
    muta le tue lacrime in musica,
    che riconduco a te:

    Per alleggerire la tua anima fragile.
    dal libro "Stelle del Nulla Misterioso" di Rosanna Di Iorio
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      Scritta da: duska

      Sotto lo stesso cielo, sopra la stessa terra

      Oggi mi son vestita da Pierrot.

      Ho riposto la maschera di Arlecchino
      e Pulcinella; e Colombina, pure quella.

      Nell'aria limpida del mattino
      mi son seduta ai margini del mondo
      per osservare la vita che s'alza.

      Uomini come formiche
      spuntano veloci da ogni angolo.
      Volti grigi senza sorrisi
      su gambe, come bielle svelte,
      s'alternano al suolo senza sfiorarsi.
      Occhi assenti, labbra tirate, cervelli ingabbiati:
      inizia la corsa.

      Tutti uguali camuffati
      tutti uguali a camminare
      tutti pronti a sopraffare
      tutti pronti a condannare
      tutti in fila per pregare
      tutti pronti a sparare
      tutti uguali ad assicurare
      con i bla bla bla e l'amore a parole...

      Piangi Pierrot, piangi e cancella
      quelle finte lacrime nere col tuo dolore.

      E tu, uomo: rallenta la corsa,
      china la testa sulle tue spalle... e rifletti.

      Guardati accanto: c'è una mano protesa,
      scambia un sorriso col suo dolore.

      Riannoda i sogni persi nel gelo
      e falli volare alto come libellule.

      Ritroverai così lo slancio d'un sorriso
      seppellirai l'inganno e solo allora la vita
      sarà vera festa:

      d'Amore, generosità e... leggerezza.

      E tu, tu sarai uno diverso.
      Non più uno fra tanti nell'universo!
      dal libro "Stelle del Nulla Misterioso" di Rosanna Di Iorio
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        Scritta da: duska

        Sogno di un'estate lontana (La trebbia)

        Sogno di un'estate lontana
        tra sogni sognati e fasci di
        grano ammucchiati

        Mani operose
        spighe mutate
        steli di paglia
        sull'aia recisi
        raggi di sole
        che brucia

        Fiume dorato
        di chicchi veloci
        vien giù dalla trebbia
        cantando
        e nuvola leggera
        di polvere odorosa
        nell'aria sospesa

        Lunghi crepuscoli festosi

        Gridi di bimbi
        suoni di tamburelli
        musica tremula
        di fisarmonica
        intrecci di balli
        e cuori palpitanti

        Sogno di un'estate lontana
        caldo soffio di un giorno generoso
        mai più ritrovato.
        Composta lunedì 21 luglio 2003
        dal libro "Stelle del Nulla Misterioso" di Rosanna Di Iorio
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          Scritta da: duska

          Figlio, perché ti ho perso

          Figlio, perché ti ho perso.

          Perché uscisti dalla tua anima per
          il mare aperto e non riesco
          ancora a vederti:

          Io non so dove cercarti.

          Ti potrei cercare invano in una carezza,
          in un sorriso o nei tuoi vestiti;
          ma tu non sei più lì.

          Tu vivi dove il tempo è senza tempo,
          la luce è senza amore e per me è
          smarrimento.

          Dicono che lì, sirene trionfanti,
          cantano incessanti ai terrazzi di
          lusinghe
          e che voi, orda di vite annebbiate,
          danzate a cerchio, esausti, tutta la notte.

          Sui bordi dei loro fuochi fatui.

          Dicono che il tuo cuore
          se lo spartiscono esseri privi d'amore
          con la coscienza mascherata.

          Figlio, che ti ho perso!

          E ti ritrovo offeso e sconfitto.
          Disteso sull'erba dolce e il tappeto di pietra,
          tra gente che va, piena e vuota, vuota e piena
          e copre d'insulto i tuoi occhi già spenti.

          Figlio, ecco la mia mano.

          Dio mio, come sono lunghi i tuoi capelli!
          dal libro "Stelle del Nulla Misterioso" di Rosanna Di Iorio
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            Scritta da: duska

            Sulla riva dei nostri sogni

            E ci ritroviamo ancora qui.

            A spianare le rughe,
            in mano il silenzio delle nostre solitudini.

            A ripassare le dita sull'arpa dei nostri sogni,
            a fare il conto su ciò che abbiamo perso
            e ciò che abbiamo guadagnato,
            in questo mattino che sa di primavera.

            E ci ritroviamo ancora qui.
            Dietro tramonti logori di nostalgia,
            a disquisire sul dolceamaro del tempo,
            scivolato tra le dita come grani d'un rosario.

            A parlare della nostra giovinezza,
            del ballo del mattone, delle illusioni,
            dei cuori accesi a rincorrere miraggi e sogni,
            ascoltando Elvis senza capire le parole.

            E siamo qui come ieri.
            A dirci madri, non più figlie,
            a reggere un passato che non paga,
            a chiederci se è giusto o se conviene
            rinchiudersi nel limbo che lenisce le pene,
            dove la coscienza rifiuta il dolore,
            le porte del cuore si chiudono a nuovi amori.

            O tentare di ricacciare i fantasmi:
            v i v e r e pur sapendo di morire,
            a m a r e pur temendo di soffrire e
            attendere l'alba... finché l'ultima stella riaccende il sole,
            che illumina,
            chiarisce ogni ombra.

            Dolcemente.
            dal libro "Stelle del Nulla Misterioso" di Rosanna Di Iorio
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