Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

La cipolla

La cipolla è un'altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
Fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.
In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d'inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla - cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.
Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell'una ecco sta l'altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un'eco in coro composta.
La cipolla, d'accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi - grasso, nervi, vene,
muchi e secrezione.
E a noi resta negata
l'idiozia della perfezione.
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    Scritta da: Luigi Malgrati
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Una specie di magia

    Il tuo sorriso è una specie di magia
    che non ne posso fare a meno.
    La tua pelle emana un intenso profumo
    che mi inebria e mi cattura.
    Le tue labbra sono gocce di rugiada
    che si posano delicatamente sopra un fiore
    regalando linfa per la vita.
    Il tuo corpo mi trasmette sensazioni irresistibili
    e mi fa credere di essere finito in una favola,
    tu sei la mia principessa,
    io ti farò mia viaggiando verso l'infinito.
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      Scritta da: Silvio Squillante
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Libero ondeggiar...

      Libero ondeggiar di mani
      alla luce del primo mattino,
      un'antica storia
      su di un ragno
      che intreccia famelico la sua trappola.
      Rugiada splendente pende
      dai filamenti della ragnatela.
      Mi si palesa una
      contorta metafora del vivere...
      le anime delicate
      e i sogni son come insetti,
      si invischiano in essa
      e muoiono
      quando volano troppo alti.
      Composta venerdì 17 settembre 2010
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        Scritta da: Patrizia Vinale
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Unica fuga

        Come una foglia attorcigliata
        viaggio nella speranza
        di una nuova casa.

        L'abitudine impaziente
        schiaccia i miei sogni.

        Come un foglio scarabocchiato
        viaggio nella fantasia
        delle mie nere ferrovie.

        L'orgoglio testardo
        impazzisce le mie idee:
        uniche vie di fughe
        sono immagini poetiche.
        Composta venerdì 17 settembre 2010
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          Scritta da: milanoteca
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Modelli d'arte

          L'arte ha bisogno di grandi modelli
          per coltivare le proprie espressioni
          come un bambino che viene nutrito
          per poi distinguersi in libero arbitrio
          Mozart Wolfango tra i geni più veri
          crebbe con Haydn seguendo Salieri
          sarebbe Shakespeare mercante di ceci
          se non avesse il modello dei greci?
          In Ghirlandaio il signor Buonarroti
          ebbe a suo dire modelli remoti
          tanto che oggi il moderno pennello
          segue nel cuore il signor Raffaello
          anche l'America avrebbe nomea
          senza la grande cultura europea?
          può un cantautore avanzare pretese
          dimenticando la scuola francese?
          ogni modello ha la sua ispirazione
          che si trasforma in un'altra espressione
          quella che solo un artista con estro
          può fare propria seguendo il maestro.
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            Scritta da: milanoteca
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Ideologia

            L'ideologia di ognuno è cosa buona
            se porta alla più sana discussione
            ma esiste troppo spesso la persona
            che odia quella altrui con ossessione
            stupidamente e senza mai sapere
            non vede che la stessa è una chimera
            laddove per denaro e per potere
            finisce quasi sempre in pattumiera.
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              Scritta da: Pedra
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Liguria

              Scarsa lingua di terra che orla il mare,
              chiude la schiena arida dei monti;
              scavata da improvvisi fiumi; morsa
              dal sale come anello d'ancoraggio;
              percossa dalla farsa; combattuta
              dai venti che ti recano dal largo
              l'alghe e le procellarie
              - ara di pietra sei, tra cielo e mare
              levata, dove brucia la canicola
              aromi di selvagge erbe.
              Liguria,
              l'immagine di te sempre nel cuore,
              mia terra, porterò, come chi parte
              il rozzo scapolare che gli appese
              lagrimando la madre.
              Ovunque fui
              nelle contrade grasse dove l'erba
              simula il mare; nelle dolci terre
              dove si sfa di tenerezza il cielo
              su gli attoniti occhi dei canali
              e van femmine molli bilanciando
              secchi d'oro sull'omero - dovunque,
              mi trapassò di gioia il tuo pensato
              aspetto.

              Quanto ti camminai ragazzo! Ad ogni
              svolto che mi scopriva nuova terra,
              in me balzava il cuore di Caboto
              il dì che dal malcerto legno scorse
              sul mare pieno di meraviglioso
              nascere il Capo.

              Bocconi mi buttai sui tuoi fonti,
              con l'anima e i ginocchi proni, a bere.
              Comunicai di te con la farina
              della spiga che ti inazzurra i colli,
              dimenata e stampata sulla madia,
              condita dall'olivo lento, fatta
              sapida dal basilico che cresce
              nella tegghia e profuma le tue case.
              Nei porti delle tue città cercai,
              nei fungai delle tue case, l'amore,
              nelle fessure dei tuoi vichi.
              Bevvi
              alla frasca ove sosta il carrettiere,
              nella cantina mucida, dal gotto
              massiccio, nel cristallo
              tolto dalla credenza, il tuo vin aspro
              - per mangiare di te, bere di te,
              mescolare alla tua vita la mia
              caduca.
              Marchio d'amore nella carne, varia
              come il tuo cielo ebbi da te l'anima,
              Liguria, che hai d'inverno
              cieli teneri come a primavera.
              Brilla tra i fili della pioggia il sole,
              bella che ridi
              e d'improvviso in lagrime ti sciogli.
              Da pause di tepido ingannate,
              s'aprono violette frettolose
              sulle prode che non profumeranno.

              Le petraie ventose dei tuoi monti,
              l'ossame dei tuoi greti;
              il tuo mare se vi trascina il sole
              lo strascico che abbaglia o vi saltella
              una manciata fredda di zecchini
              le notti che si chiamano le barche;
              i tuoi docili clivi, tocchi d'ombra
              dall'oliveto pallido, canizie
              benedicente a questa atroce terra:
              - aspri o soavi, effimeri od eterni,
              sei tu, terra, e il tuo mare, i soli volti
              che s'affacciano al mio cuore deserto.

              Io pagano al tuo nume sacrerei,
              Liguria, se campassi della rete,
              rosse triglie nell'alga boccheggianti;
              o la spalliera di limoni al sole,
              avessi l'orto; il testo di garofani,
              non altro avessi:
              i beni che tu doni ti offrirei.
              L'ultimo remo, vecchio marinaio
              t'appenderei.

              Chè non giovano, a dir di te, parole:
              il grido del gabbiano nella schiuma
              la collera del mare sugli scogli
              è il solo canto che s'accorda a te.

              Fossi al tuo sole zolla che germoglia
              il filuzzo dell'erba. Fossi pino
              abbrancato al tuo tufo, cui nel crine
              passa la mano ruvida aquilone.
              Grappolo mi cocessi sui tuoi sassi.
              Composta mercoledì 30 novembre 1921
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                Scritta da: Stefano Tosin
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                E poiché l'amo

                La mia vita imperfetta
                affamata di ciò che amo
                e che non ho.
                Lei così distante,
                e la mia malinconia,
                combatte contro
                il ripetersi dei tramonti.
                E la notte giunge,
                e soavi suoni
                invadono il senno,
                mentre la luna illumina,
                nell'occhio di un proiettore,
                la pellicola del mio sogno.
                Dall'alto le stelle,
                mi guardano,
                come fossero
                i suoi occhi,
                e la loro luce
                rischiara il mio torpore.
                E poiché l'amo,
                ordino al vento,
                di cantare la melodia
                del suo grazioso nome,
                muovendo le rose,
                e i fiori di pesco,
                nel giardino incantato.
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                  Scritta da: Anna De Santis
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Ed io e tu tutto il mondo qui

                  Tra le mie braccia
                  sento i tuoi respiri
                  sempre più la voglia
                  e si scopre un sogno
                  il desiderio cresce
                  e non esiste più niente
                  oltre noi.
                  Quello che è peccato
                  fuori questa stanza
                  diventa pentimento
                  per non averti avuto.
                  Ma ora soli io e te sicuri di provare
                  con lo stesso cuore con tutto l'amore
                  ti voglio e voglio ancora
                  come tu mi vuoi
                  e tutto il mondo è qui.
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