Berenice
Nella strana anomalia della mia esistenza, i miei sentimenti non erano mai venuti dal cuore e le mie passioni erano sempre venute dalla mente.
dal libro "Racconti fantastici" di Edgar Allan Poe
Nella strana anomalia della mia esistenza, i miei sentimenti non erano mai venuti dal cuore e le mie passioni erano sempre venute dalla mente.
Nel pensiero profondo
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Notizie di te
Neppure una bella
A dire verità
Luce è lontanissima
Chi sa cielo cosa è
Navigo a stravizi
Pastura di ignavia
Ci fosse uno specchio
Mi ci sputerei.
Bolle di perduto
Fanno ritmo al nulla
Sarebbe sera bella
Fossi ancora io.
Il due maggio,
il giorno più bello della mia vita,
perché sei arrivata tu,
mi chiedo sei un miraggio o un omaggio che la vita mi ha regalato?
Da oggi con te inizia un bel viaggio,
spero che non finisca mai,
perché anche dal sole tu sembri il mio più bel raggio.
Adesso ho capito il mio saggio cuore e il suo messaggio...
è il tuo cuore con il tuo dolce omaggio.
Lascio dolcemente andare nel buio più totale ogni ricordo che a te mi fa pensare.
Ora non riesco a fermare questa brutta nostalgia che quel letto non mi permette di guardare; lo so che tu ci guardi da lassù e vorresti sicuramente ritornare... ma non ti devi preoccupare noi ce la sapremo cavare... Ora sappiamo nel cielo quale stella dobbiamo salutare.
Dopo tanto camminare
ho incontrato il sogno
e l'ho lasciato passare
mi sono girata indietro
ma era tardi per ricominciare....
Sola
Senza decidere della mia vita
che ormai si trascina
come un fiume in piena
e tenta di arginare
l'acqua non trova mare per poter sfogare
per unirsi all'onda che vuol trascinare
quello che è rimasto
non si può spiegare.
Sola
il respiro trattenuto
senza storia e non ho avuto
il tempo e le stagioni
non mi hanno voluto
ne sole ne pioggia ricordo
e tutta la vita è passata
come un volo di tordo
che và a morire...
Ridammi le mani sporche d'inchiosto,
lo sconvolgente odore di cioccolato sulle labbra
mentre si fa acre quello di sangue e di lametta.
Occhi viola d'emozione
se una madre perde la speranza.
Restio a dimenticar la nuvola con la quale giocavo,
rimango all'ombra di una scrivania
sciogliendo la mia età in lacrime di latta.
Le nostre attese
sembran sempre più fioche e fredde,
mentre nel profondo son scosse
dal maestrale del destino.
Le lanterne
eteree e rarefatte,
non son più guida
di esuli marinai
ma imprecazioni gioiose
di cha visto scendere
il telo della morte
sulle luci più tenere.
Mi soffiò un angelo dentro l'anima,
non l'avevo capito sai,
che sei sempre stata lì,
lì a difendermi... a proteggermi... ad amarmi.
E io che non sapevo se era giusto star li,
tra occhi umidi di un'ipocrisia... che ti infetta l'anima.
Quando non credi più nell'amore,
per te non brilla nemmeno il sole,
ma infondo lo capisci da solo
che il tuo cuore saprà dare un po' di calore...
a chi riuscirà con la pazienza delle carezze
ad aprirlo un po' di più.
Non sono frasi fatte... ne piccole poesie...
a dare forze ad un'amore come il nostro
che vive solo di magia.
Qualche volte io mi sveglio,
prego Dio, dicendogli "vorrei, sai,
che questa favola non finisca mai!"
Il bagliore di una candela
disegna i lineamenti fini di un'anima,
nuda davanti al fuoco
è incuriosita ed attratta
dal suo splendere nel buio,
tende i palmi e il cuore
al gentile ed ardente calore.
Urla, lacrime, dita nere di fumo
sono i polverosi souvenir
di un viaggio tra due anime mute.
Con in vena ancora il dolore
si avvicina sempre meno fiduciosa
ad un'altra candela
vestendosi di bugie e d'età.
Srotolo i miei giorni,
risistemando in lacrime
gli istanti ingenui
della mia gioventù.
Il mattino della vita
è come la prima mano di colore
che cola per inesperienza.
Le dita sfiorano le macchie opache.
I nugoli di errori
sono maestri di vita
severi ed inflessibili.
Leggero nel vivere,
nascondevo i miei desideri
dentro ad una scatola.
Consapevole della transitorietà
di questa odierna gioia,
sbircio con aria incuriosita
l'unico sogno che rispecchia
ancora la luce del sole.