Poesie d'Autore


Scritta da: Roberta68
in Poesie (Poesie d'Autore)

10 agosto

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo favilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono...
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
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    Scritta da: Anna De Santis
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Forse...

    Dietro i vetri vedo passare quello che non si aspetta
    le stagioni in fretta
    senza avvertire
    le foglie ed i fiori le colline ed i monti
    allungando lo sguardo senza intervenire
    immagino oltre e canto.
    Nuvole che con il vento cambiano direzione
    colore ed umore
    piangono ancora forse con me nei miei giorni tristi
    ed ancora col sole riportano calore
    a questa pena che ho sempre in cuore.
    Ora tempesta ora un volo di uccelli
    Il cielo si riempie con l'arcobaleno.
    È la mia vita
    che così continua ed io sto a guardare senza cambiare
    spettatrice mio malgrado per paura di cadere
    e la voglia di uscire
    di bagnarmi sotto quella pioggia
    di guardare il sole senza farmi accecare
    cogliere quel fiore che non ho potuto
    forse per mancanza di coraggio
    non ho mai voluto.
    Eppure avevo forse possibilità
    di un cambio di stagione
    potevo scegliere di fare.... invece...
    sono rimasta dietro i vetri a pensare.
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      Scritta da: Antonino Gatto
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Il mio ultimo bicchiere

      Spengo le luci, nel silenzio della solita stanza,
      che mi calza sempre più stretta,
      ed anche la mia presenza, non mi è più amica.
      Soffoco i rumori, tacendo ogni respiro,
      silenziando ogni suono...
      e con un po' di coraggio,
      cercando per la prima volta,
      d'ascoltare le urla, che mi bruciano dentro.
      Mi corico accorgendomi, d'esser stata fedele
      soltanto al mio solito cuscino,
      che resta, l'unico testimone
      delle mie lacrime nascoste,
      ed incomincio a pensare,
      alle occasioni perdute,
      ai miei errori, ed ai miei anni,
      con l'unico rammarico di averli quasi perduti,
      buttati, inseguendo il solito miraggio,
      che troppo spesso,
      aveva le sembianze di un uomo,
      quello sbagliato...

      Ci sono troppe ferite sul mio cuore,
      e sul mio corpo, che ho sempre usato senza pudore,
      un po' di alcol ed il rituale che si ripete,
      per poi col sesso, saziare entrambi la nostra sete.

      Non è così che potrò mai cambiar la vita,
      fingendomi sempre protagonista di una partita,
      che ho sempre perso ancora prima d'incominciare,
      per non capire la differenza fra il dire ed il fare.

      Ma questa volta non voglio scuse, e sono pronta,
      io sono stanca, di questa vita, sempre più spenta,
      questo mio corpo, nessuno più lo bacerà,
      se non quell'uomo, che un giorno io farò papà.

      Il primo passo, è la mia ultima sigaretta,
      che a ruota segue, il mio ultimo bicchiere,
      ed il mio corpo, lo avrà chi, non avrà fretta,
      di sedermi accanto, pronto ad offrirmi, solo da bere!
      Composta giovedì 30 settembre 2010
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        Scritta da: Anna De Santis
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Come vorrei...

        Alchimia al primo incontro
        e senza rendermi conto
        ero già tua
        se il poi è la distanza
        non posso restare senza.
        Sogno le tue mani... gli occhi tuoi
        voglio la presenza
        non mi accontento di pensarti
        voglio accarezzarti....
        Se questo amore ha un prezzo voglio pagare
        elemosinerò per poterti avere
        e quello che ora è mio
        è già nel cuore
        io vivrò per te come tu per me
        respireremo amore....
        E quando le parole mie non sentirai
        guarda nei miei occhi
        lì le troverai.
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          Scritta da: FEDERICO TOSON
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Malinconia

          Malinconia,
          amara question d'umore
          chi già udì in cuor suo il triste sentimento, non può altro che tentar di percepir
          l'olezzo lento dello scorrere del tempo;
          Comprensione che t'avvicini e t'allontani
          amor che non esisti e che vuoi sembrar,
          fuggi dalla mia mente impervia e lascia che io m'accommiati nel mio dolce esser io.

          Io che nel saper della mente raccolgo novizie cose,
          che m'affrango nell'oblio del essere cosa,
          che mi ramifico con le mie gesta su quella quercia d'età non mia.

          Amara malinconia.
          Composta mercoledì 3 marzo 2010
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            Scritta da: FEDERICO TOSON
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Una fragile esistenza

            Tengo il ciel'
            Stretto
            Nella mano.

            In un acuto mutismo
            vedo l'alba schiudersi fra le dita,
            che dolce il riverbero del sole
            così fievole da zittire
            il cinguettio dei pennuti,
            così potente da riscaldare
            le più bianche negligenze,
            e pian piano esso s'innalza
            portando con sé la sua eccelsa
            meraviglia.
            Composta mercoledì 3 marzo 2010
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              Scritta da: FEDERICO TOSON
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Tenera illusione

              Soave ella siede,
              immobile stà
              dinanzi a quella meraviglia di paradiso.

              Tutto risiede nella perfezione,
              gli alberi sono in fiore,
              fasci di luce si abbattono sulla flora donando
              un po' della lor'magia
              rilasciando quella brillantezza che rispecchia la languida felicità.

              Or'rimembro le magie
              dei giorni trascorsi
              al canto intonato degli uccelli,
              al fruscio monotono del torrente,
              tutto giace ancora in una perfezione ricorrente.
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