Attonito sorride emancipando il fracasso che fu, nel cuore solo scintille d'amore dinanzi solo l'odio più profondo incompreso, reso inefficace dalla bontà di lei persona, giacché atti impavidi a sfidar la sorte non ne facea di lei parte.
Ò mero profeta inibisci della sua saccenza l'essere, cogli l'esser sua vita destreggiati nelle infinità delle sue membra fino ad arrivare a suggellare il profondo incontro sull'essere ed il saper'compiere.
Amoreggia la luna di notte la lucina flebile dietro al vetro riaccende i visi dei due, entrambi possiedono lacrime intrise nelle pieghe del volto.
Ora il mento dell'una, al tenero carezzar'dell'altro s'allarga, s'espande agli zigomi, fino ad oscurare le larghe righe della fronte, per poi sfociare in un isterico sorriso.
La luce si spegne tra le dita come questa tenera, fiamma di vita.
Audace creatura grottesca in termini di lingua, affabile nella stesura dei tuoi concerti fisici, che t'affolli delle mie parole del fulgido amor'mio, soggiogata cadrai nell'estrosità dell'ingenuità umana.
Colori felici svolazzan a quadri e s'intreccian nel divenir del cosa. E ora persone e oggetti si contemplano a vicenda straziando membra all'altri e fioccando come semi di girasole.
Calore intenso del capo suo tra la spalla e il collo, quasi a lenir le mie gote arrossate già da l'amor funesto del tempo che fu.
La marcia del mio cuore potente, lei che se ne accorge lo stupir del volto mio che sta volta m'ha compreso, compreso e spinto in un angolo, dove luce soffusa introduce il fascio della vita: bianco che sà di redenzione io redento a luccicar le lacrim'mie...