Soave ella siede, immobile stà dinanzi a quella meraviglia di paradiso.
Tutto risiede nella perfezione, gli alberi sono in fiore, fasci di luce si abbattono sulla flora donando un po' della lor'magia rilasciando quella brillantezza che rispecchia la languida felicità.
Or'rimembro le magie dei giorni trascorsi al canto intonato degli uccelli, al fruscio monotono del torrente, tutto giace ancora in una perfezione ricorrente.
Attonito sorride emancipando il fracasso che fu, nel cuore solo scintille d'amore dinanzi solo l'odio più profondo incompreso, reso inefficace dalla bontà di lei persona, giacché atti impavidi a sfidar la sorte non ne facea di lei parte.
Ò mero profeta inibisci della sua saccenza l'essere, cogli l'esser sua vita destreggiati nelle infinità delle sue membra fino ad arrivare a suggellare il profondo incontro sull'essere ed il saper'compiere.
Amoreggia la luna di notte la lucina flebile dietro al vetro riaccende i visi dei due, entrambi possiedono lacrime intrise nelle pieghe del volto.
Ora il mento dell'una, al tenero carezzar'dell'altro s'allarga, s'espande agli zigomi, fino ad oscurare le larghe righe della fronte, per poi sfociare in un isterico sorriso.
La luce si spegne tra le dita come questa tenera, fiamma di vita.
Audace creatura grottesca in termini di lingua, affabile nella stesura dei tuoi concerti fisici, che t'affolli delle mie parole del fulgido amor'mio, soggiogata cadrai nell'estrosità dell'ingenuità umana.
Colori felici svolazzan a quadri e s'intreccian nel divenir del cosa. E ora persone e oggetti si contemplano a vicenda straziando membra all'altri e fioccando come semi di girasole.