Non so
se il mio nome
ti evoca ancora qualcosa
Chissà se ricordo o rimpianto
Io lavoro ora
per trasformarti in memoria e
quando più nulla del mio corpo
risponderà al tuo nome
Io sarò guarita
Tu perduto.
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Non so
se il mio nome
ti evoca ancora qualcosa
Chissà se ricordo o rimpianto
Io lavoro ora
per trasformarti in memoria e
quando più nulla del mio corpo
risponderà al tuo nome
Io sarò guarita
Tu perduto.
Imbrigliano ardori di paglia;
Tra i flutti del ponte
In sfacelo a passeggio
Da un nulla ingannato
Da me stesso cacciato
A terra riflesso:
Corrucciato cipiglio
D'esser creatura
Soltanto.
Distesa con gli occhi chiusi, più bella di un angelo,
lasci solo bagliori della tua immensa luce
piccola fiamma fioca spenta dal freddo della morte
il buio nei tuoi occhi spengono ogni fuoco
nella mente solo il tuo amore:
di donna,
di madre,
di moglie,
di figlia,
Unica e sola.
Il buio dei tuoi occhi mi raggelano l'anima
posso solo mandarti un bacio al vento
sperando che arrivi fin lassù
tra gli angeli.
Forse non sarà molto
ma è l'unica cosa che mi viene da fare oggi che non ci sei più.
Ma che importa oramai ...
forse nulla,
forse tutto.
Questo non lo sapremo mai.
Solo che non doveva andare così
ed oggi siamo tutti un po più soli...
Ti lascerò un fiore sulla tua tomba in questo giorno di pioggia
guarderò lassù pensando che forse, adesso, raggiungerai la tua meta.
Non doveva andar così...
è per te Alessia,
nel tuo ricordo indelebile di chi resta e ti porta nel cuore.
Per sempre.
Verso Spera, sul sentiero,
si muove assorto un forestiero,
lo conduce un pensiero:
se quel che si racconta è veritiero
che esiste in quel paese
un essere sincero
che ne è mentore e condottiero,
che il poter non rende alieno
perché è uomo in senso pieno.
Assai rara è questa cosa,
per il tempo assai preziosa.
All'arrivo, da un cantuccio,
gli va incontro un diavoluccio
a mostrar grande il suo cruccio:
per ognuno è avvilito
perché dal ben così rapito
che lui viene or lì bandito
e non ha voce né partito.
Così, ancor più curioso, vuol vedere
quali frutti dà il sapere.
Abolita è la vergogna,
non ha posto la menzogna.
In quel regno illuminato
al primo posto c'è il creato
che viene conservato
come fosse immacolato.
ma intere genìe ha sfamato
ed è quell'operato
il migliore risultato
che in natura è concertato
e lì ben consolidato.
Ricchezze non ce n'è
tranne quel che sono in sé.
Sorprendente è per ognuno
viver facendo e mai digiuno.
Il gabello viene dato
solo per volontariato,
ma nessuno si lamenta,
non è cosa che spaventa.
Il forestiero ora pago
si domanda: dove vado?
Qui sto bene e son stimato
perché un sogno ho realizzato:
stare in pace col creato.
Non è infatti un utopia
guidar la gente con maestria
se è natura a indicar la via.
Ho coppe di cristallo, amore
e baci nascosti nelle tasche,
voglio inebriarmi
di vino e di passione
perdendomi nella luce
del tuo sguardo.
Mi hai fatto dono
di una veste nuova,
da te intessuta
con carezze e sogni,
la indosserò
sopra il mio corpo nudo
e sarò un'arpa
sotto le tue dita.
Dolce Dioniso,
sarò la tua Arianna,
cospargimi di vino
e del tuo ardore,
sarà delirio, ebbrezza,
e rapimento, non far cessare
questo nostro oblìo.
Afferra il tempo
e stringilo nel pugno
perché l'incanto
non debba mai finire.
Chissà se ci saranno ancora giorni
profumati di spezie e di viole,
se più intrigante il tuo sguardo sarà
quando lieve si poserà su di me
inondando di gioia i miei pensieri.
Chissà se sarò capace di tenere
ancora stretta in pugno
un po' di scolorita fantasia
per dar luce a quei giorni
tristi e senza sole
nascosti nelle pieghe della vita.
Guardare te e non poter parlare;
chiudere gli occhi per poter sognare
attimi d'amore, istanti d'infinito.
Sederti accanto e dover finger niente,
come un estraneo di fronte a tanta gente,
ma esser felice di poterti amare tanto.
Lasciami
svegliare i tuoi sentimenti addormentati
con i miei versi e la mia musica di una speranza...
Lasciami aprire il tuo cuore senza frapporre ostacoli
mentre siedo sull'orlo del suo abisso senza fine
Lascia risorgere le tue emozioni appassite
attraverso le mie sciocche risate
e le mie lacrime di luce ed ombra.
Rivivranno così le tue sensazioni dimenticate
con il mio stesso delirio, con la tua sensualità ed il tuo istinto...
Lasciami invadere i tuoi giorni con questo amore lontano,
senza promesse, senza alcuna meta
che vive adesso nell'anima tua.
Scende il fiume e corre e ride e canta,
contento d'esser tanto corteggiato;
tra tuoni e lampi, al sole è legato
e la terra l'abbraccia e se ne vanta.
Come al passaggio d'una reliquia santa
dalla natura viene salutato,
e par che tutto abbia generato
un ruscel di poesia che l'alma incanta.
Tu sei la stessa, fiume di bellezza:
lampi sono i tuoi occhi che mi hanno abbagliato,
terra questo mio cuore e tu sei la sua ricchezza...
Tu santa ed io "devoto" inginocchiato,
tu, fiume tutto amore e poesia,
che vita dai al mio cuore assetato.
Son leggeri i miei versi
e vagano nella mente
silenziosamente,
tentennanti s'affacciano
al sublime mondo
della poesia.
Bianche piume
sollevate da sospirati
aliti sofferti,
son misti d'errori
rancori e nostalgie.
Sono sospinti
da romantici desideri
Sorretti da fiducia
animati da una forte
speranza.
Danzano nei vortici
della tempesta,
al ritmo fantastico
della musica
che vibra intorno
e dentro me.