Scritta da: Gabriella Stigliano
in Poesie (Poesie d'Autore)
La vita
Alle soglie d'autunno
in un tramonto
muto
scopri l'onda del tempo
e la tua resa
segreta
come di ramo in ramo
leggero
un cadere d'uccelli
cui le ali non reggono più.
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Alle soglie d'autunno
in un tramonto
muto
scopri l'onda del tempo
e la tua resa
segreta
come di ramo in ramo
leggero
un cadere d'uccelli
cui le ali non reggono più.
Con le ali trasparenti
di una libellula,
come sospesa
sull'orlo di una nuvola,
pronta a librarmi
curiosa sul mondo
per renderlo un po' più fecondo,
ho attraversato il tempo
della giovinezza,
quando con leggera euforia
leggevo i segni
stampati sul corpo
di chi, d'amore e passione
rapito o smarrito,
tutto voleva
e tutto spendeva,
e quell'ingordigia
cader lo faceva
nella trappola che null'altro
offre se non piacere.
Ed eran quei baci
dati senza sapere a chi,
a confondere tutto,
a dar l'illusione
di essere grandi,
di esser "avanti".
Ed ecco... un bacio sorprende,
non lascia fiato,
non è scontato.
è cominciar da capo,
è partir per Eldorado,
è volare in un mondo incantato,
è danzar con le punte del naso
e sentir le sirene cantare
nel cuore e perdersi così d'amore,
è pura magia, è la malia
di una fata sapiente
che conduce il corpo alla mente,
è armonia celestiale,
è un rimedio naturale
alla voglia di litigare.
E difender vorrei,
ora, l'essere gay,
perché un bacio per natura
ha similar calibratura
nell'umana creatura
quando amor la investe.
Certi uomini non ci penserebbero.
Tu invece sì. Tu spesso mi dicevi
che eri stato lì lì per comprarmi dei fiori
ma qualcosa era andato storto poi.
Il negozio era chiuso. O un dubbio avevi,
quel genere di dubbi che si affacciano
alla testa di gente come noi.
Ch'io gradissi i tuoi fiori dubitavi.
Sorridere m'hai fatto, e t'ho abbracciato.
Sorrido ancora adesso. E sappi che
quei fiori, caro, che non mi hai comprato
non sono ancora appassiti per me.
Scrivimi, te l'ho detto tante volte,
scrivimi una lettera lunghissima
che parli solamente di silenzio.
Non vista,
ti osserverò partire.
Volerai oltre le nuvole.
Rimarranno i pensieri
imprigionati
tra maglie larghe
di dolore
a segnarmi la pelle.
Domani sarò
ciò che oggi
ho scelto di essere.
Io sono soltanto uno,
non posso fare tutto,
ma questo non mi fermerà dal fare
quel poco che posso.
Forse la giovinezza è solo questo
perenne amare i sensi e non pentirsi.
Ecco il fanciullo acquatico e felice.
Ecco il fanciullo gravido di luce
più limpido del verso che lo dice.
Dolce stagione di silenzio e sole
e questa festa di parole in me.
Quando l’eterno
ondeggiare
di questi ulivi
argentati
ci porterà il profumo
di antiche emozioni,
sensazioni perdute
nel convulso
scorrere degli anni,
e quando il tempo,
implacabile e misterioso,
resterà per un attimo
sospeso,
come un profondo sospiro,
allora ti dirò
quanto ti amo.