Poesie d'Autore


Scritta da: Mariella Buscemi
in Poesie (Poesie d'Autore)
Mi sono dipinta
in chiaroscuro
su sfondi d'inedia esistenziale
Vestita di perle
ed io
guscio d'ostrica sigillato
chiusa fuori
aperta dentro
in attesa
di ciò che mi penetri ancora
tra la durezza inscalfibile
l'avorio pregiato
ed il salmastro
dell'umido mare interiore
ché m'ha resa bagnata di peccato
ché così è ogni mia memoria
nello scandalo
della caduta e del vizio
nel traviamento e nel crimine
nello storto e nel lascivo.
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    Scritta da: Mariella Buscemi
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Mi sento in_attesa
    quando la mia ombra scivola sul muro
    lapidandomi delle pietre che lo costruiscono
    mostrata
    al pubblico scherno
    della mia coscienza estrema nel giudizio
    derisa dalla popolazione dei miei demoni
    che incitano il boia
    alla lesta decapitazione
    Lì, posto sotto al seno,
    al rullo dei tamburi del cuore,
    si compie un rito sacrificale
    Vene lacerate come corde
    a stringere i polsi prigionieri
    ed i nervi, a più giri, intorno alle caviglie
    Rotolano i mie capelli
    sulla terra della mia schiena
    e gl'occhi roteano indietro
    perdendo l'azzurro
    e lasciando il bianco
    di chi ha guardato troppo verso l'alto
    ed è stato tradito.
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      Scritta da: Mariella Buscemi
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Lupi svezzati
      o ancora attaccati al seno?
      - Seno buono/seno cattivo -

      M'appello a quel tempo ch'è inesorabile
      ma non rivelo la mia età
      ché dentro alla pancia
      ho la coda di volpe nella tagliola
      del narcisismo sprezzante d'un padre-padrone
      che m'ha instillato dentro
      l'atrofia dei primi passi
      e datomi una carrozzina
      ché l'impavido ha gambe
      e le mie son monche

      Con gl'occhi lucidi
      mi rifugio nell'andata reverie materna
      e quanto molto t'ho amata
      e quanto poco t'ho salvata
      ch'eri la mia fune
      ma non vedevo il ramo d'appiglio
      e ti sei rintanata in cielo
      così che l'arbusto
      non venisse mai meno
      e la testa mi si reclina indietro
      con le lacrime di ciò ch'è perito nella carne
      ma la presenza è presente
      pur nell'assenza
      dell'omicidio divino
      ed il suicidio dei ricordi
      che lasciano la colpa

      La paura è oggetto transizionale
      coperta pesante e logora
      e quanta pena
      per chi si pentirà
      del figlicidio
      col rimpianto d'aver non vissuto
      col rimorso d'essermi morta
      nella malattia che s'ingenera
      _disincrostata vernice
      esposta al sole secco
      che scricchiola le superfici
      e le rende sfatte, scolorite

      Non ti perdonerò,
      piccolo padre
      uomo in miniatura
      carnefice
      e
      vittima tu stesso
      ed io stessa
      regredita simbolicamente,
      bambina

      Certe pene
      nutrono la pena che mi resta per te.
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        Scritta da: Mariella Buscemi
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        È il tuo odore, questo?

        Mi vaporizza tra le tempie insieme all'impressione dell'eterno.
        S_confino i miei limiti e guardo alle iridi cadenti in pezzi di cielo.
        Tra le nervature delle foglie, il volo di rondine.
        Ad occhi chiusi e mano sul cuore, così voglio sentirti,
        con voce tra i rami ed accenni di sole.
        Snaturarmi in evanescenza per morir la morte,
        ché sembri ancora qui quando i polmoni s'aprono e si spaccano per contener il mio ed il tuo respiro.
        Incontro le tue braccia nell'aria quando s'increspa col freddo ed allora, ci vuole il caldo e lì ti ritrovo.
        Sei nel remoto, ma le narici mi dicono che sei nel presente.
        Stagioni di chiaroscuri, tra gli umidi ed i freddi, i bui di certe albe che sono peste più delle notti dove la solitudine acceca, ma non illumina.
        Vivo d'onirico il mio reale per sgravarlo di zavorra e rendo vero il mio sonno, ché stringerti lì è più probabile.
        Dove sto smarrendomi, giungi senza spaventarmi.

        Mia madre è ancora giovane.

        E tu, salvami.
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          Scritta da: Mariella Buscemi
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Lo vedi come mi scorri sotto alla pelle?
          Ti ramifichi come il male
          e bruci nella mistura di veleno
          tra la saliva ed il sangue
          e gli umori di cui mi bagni.
          Mi parti dai fuochi interni
          ed emergi sui pori,
          e le vene schizzano fuori
          con la pressione esecrante
          delle tue dita che premono
          sui miei punti nudi.
          T'appartengo nel vituperio
          e nella violenza.
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