in Poesie (Poesie d'Autore)
I soldati sono sognatori; quando i cannoni iniziano (a sparare)
Pensano ai focolari domestici, ai letti puliti e alle mogli.
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I soldati sono sognatori; quando i cannoni iniziano (a sparare)
Pensano ai focolari domestici, ai letti puliti e alle mogli.
Si percorreva uno stretto sentiero,
si camminava ognuno
al ritmo del proprio pensiero,
su per il monte, alla ricerca
di una limpida fonte. * *di pace
Si andava a passi sicuri,
in silenzio, muti, muti; incuriositi
e sempre più rapiti da quel paradiso,
che si rifletteva anche sul nostro viso.
Uno scoiattolo si affacciava
tra i rami, mentre le fronde
col cielo intessevan ricami.
La natura ci dava il benvenuto,
si apriva a noi mettendosi a nudo.
Ma, ecco, un vociare
ci faceva sobbalzare.
Più lontano, una radura
si apriva alla vista,
piuttosto distante dalla nostra pista.
Costì era una donna
che la sua piccola furiosamente picchiava,
e quella tanto più gridava
e più botte rimediava.
D'improvviso un rapace
la donna attaccava
tanto da renderle la testa
ferita e scompigliata, ma lei
a menar la piccola continuava,
dalla rabbia invasa; infine...
... un occhio, il rapace, le cavava.
Come a far giustizia l'uccello
si adoprava, giacché una donna
così sconsiderata tutto il Pianeta
oltraggiava. La madre, mezza cieca,
si disperava per come era stata
scellerata: sol ora realizzava
che la figlia aveva massacrata
e che l'ira l'aveva accecata.
La natura ha gli occhi grandi,
vede anche se non lo domandi.
Così si ribellava alla violenza
che lì si perpretava
in barba all'innocenza.
Da una sorgente, nei pressi situata,
acqua pura* sgorgava, mentre *di verità
il rapace si allontanava,
e una riflessione ben chiara
a noi consegnava:
il rispetto per la vita è sacro
e non esiste mercato,
l'uomo lo deve avere nel capo.
Sia de me quello che lei più atalenta,
che 'n loco ov'ha conoscenza e podere
non credo mai ch'om de servir si penta.
Ma che? Tu inorridisci e mostri in capo
qual istrice pungente irti i capelli
al suon di mie parole? Ah il tuo mattino
signor questo non è...
Però che quello, o figli, è vile onore
cui non adorni alcun passato orrore.
Perché reggere in vita
chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura,
perché da noi si dura?
Tindari, mite ti so
fra larghi colli pensile sull'acque
dell'isole dolci del Dio, oggi m'assali e ti chini in cuore.
Nonno, l'argento della tua canizie
rifulge nella luce dei sentieri
passi tra i fichi, i susini e i peri
con nelle mani un cesto di primizie:
"Le piogge di Settembre già propizie | gonfian sul ramo i fichi bianchi e neri,
susine claudie varietà pregiata di susine...
a chi lavori e speri
Gesù concede tutte le delizie" Mi specchio ancora nello specchio rotto
rivedo i finti frutti d'alabastro...
Ma tu sei morto e non c'è più Gesù.
E chi vòl esser gran maestro è pazzo,
che proprio è un uccel perde-giornata
chi d'altro che di fotter ha sollazzo;
e crepi nel palazzo
ser cortigiano, e aspetti che 'l tal moia:
ch'io per me penso sol trarmi la foia.
Quando ama pacato
a Musa e mente arguta e cuor gentile.