La vita ci bacia sull'una e l'altra guancia
di giorno e di mattina;
ma ride delle nostre grandi imprese
alla sera e all'aurora.
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La vita ci bacia sull'una e l'altra guancia
di giorno e di mattina;
ma ride delle nostre grandi imprese
alla sera e all'aurora.
Melampo era un bambino
di gomma e cancellava
i passi che segnava
mettendosi in cammino.
Era di gomma rossa,
tondo come una palla,
e stava sempre a galla
nel bagno, e senza ossa
dolce, tenero, buono,
scendeva dalle scale
senza mai farsi male
saltando dal balcone.
A scuola era bocciato,
sempre il quaderno bianco!
Eppure era il più franco
a scrivere il dettato.
Scriveva e poi cassava
con la mano di gomma,
i numeri, la somma,
le lettere, e tornava
a scrivere, a cassare.
E sempre zitto rosso
con tutti gli occhi addosso
senza poter parlare.
O povero Melampo!
Un giorno, detto fatto,
saltò su di scatto
e si bucò la pancia.
Fischiò come un pallone
sgonfiato d'ogni affanno
e visse senza danno
tappando col bottone
il buco della pancia.
Visse nel tempo antico
Melampo - ve l'ho detto? -
Fischiò col suo fischietto
premendosi a soffietto
il disco all'ombelico.
Sempre assorto in me stesso e nel mio mondo
come in sonno tra gli uomini mi muovo.
Di chi m'utra col braccio non m'accorgo,
e se ogni cosa guardo acutamente
quasi sempre non vedo ciò che guardo.
Stizza mi prende contro chi mi toglie
a me stesso. Ogni voce m'importuna.
Amo solo la voce delle cose.
M'irrita tutto ciò che è necessario
e consueto, tutto ciò che è vita,
m'irrita come il fuscello la lumaca
e com'essa in me stesso mi ritiro.
Chè la vita che basta agli altri uomini
non basterebbe a me.
E veramente
se un altro mondo non avessi, mio,
nel quale dalla vita rifugiarmi,
se oltre le miserie e le tristezze
e le necessità e le consuetudini
a me stesso non rimanessi io stesso,
oh come non esistere vorrei!
Ma un'impressione strana m'accompagna
sempre in ogni mio passo e mi conforta:
mi pare di passare come per caso
da questo mondo...
Se la mia vita passa tuttavia
e di tanto in tanto da folti viticci
una poesia matura ancora scende,
devo essere grata a te.
Tu non lo sai che hai seppellito
l'immagine tua nel silenzio delle mie notti,
e ciò che la mia poesia ha portato alla luce
era già prima in te.
L’anima dimora
nell’ombra, tra le ombre…
tra quelli che mi sfiorano ignorandomi…
e quelli che io sfioro ricordandomi…
l’anima dimora,
tra soffici cuscini d’allegria,
tra i sorrisi che mi doni amandomi…
e quelli che ti dono amandoti;
L’anima dimora
nei giorni di sole…e in quelli di pioggia…
tra una lenta foschia
che abbraccia il corpo e l’anima mia.
Tutto -
una parola sfrontata e gonfia di boria.
Andrebbe scritta fra virgolette.
Finge di non tralasciare nulla,
di concentrare, includere, contenere e avere.
E invece è soltanto
un brandello di bufera.
E se le nostre mani
si stringessero
in un altro sogno
noi costruiremo
un'altra torre
... nel Cielo.
Ho guardato questa città bruciare due volte
durante la mia vita
e l'evento più rilevante
è stato la reazione dei
politici di fronte
alle conseguenze
quando hanno
proclamato l'ingiustizia
del sistema
e hanno reclamato un nuovo
patto sociale per i disgraziati e per i
poveri.
Niente è stato modificato la scorsa
volta.
Niente sarà cambiato questa
volta.
I poveri rimarranno poveri.
i disoccupati rimarranno
tali.
Quelli senza casa rimarranno
senza casa
E i politici,
ingrassati dal paese, prospereranno
per sempre.
Nel migliore dei casi,
poesia, sarai letta attentamente,
commentata e ricordata.
Nel peggiore
sarai soltanto letta.
Terza eventualità:
verrai sì scritta,
ma subito buttata nel cestino.
Potrai approfittare di una quarta soluzione:
scomparirai non scritta
borbottando qualcosa soddisfatta.
Non inizia più armonico momento
per noi, dacché la forza immotivata
d'amore usò più cruda disciplina.
Ora nei nostri aspetti già traspare
la ferina imminenza del piacere.
Né so, quando mi penetri di baci
quanto di te il mio spirito trascini.
Se la tua bianca veste mi raggiunge
ardo di colpa e muovo l'innocente
orma del desiderio alle tue case
e per te che mi piaci
io cresco in tenerezza senza fine.
E ti seguo, io, ombra del tuo anello
di spirito profondo
ignorata da te, ma ti raggiungo
nella mia aperta fantasia gioiosa.
E mi carico sempre di peccati
presso le porte delle meretrici.