In visioni di notturna tenebra spesso ho sognato svanite gioie - mentre un sogno, da sveglio, di vita e di luce m'ha lasciato col cuore implacato.
Ah, che cosa non è sogno in chiaro giorno per colui il cui sguardo si posa su quanto a lui è d'intorno con un raggio che, a ritroso, si volge al tempo che non è più?
Quel sogno beato - quel sogno beato, mentre il mondo intero m'era avverso, m'ha rallegrato come un raggio cortese che sa guidare un animo scontroso.
E benché quella luce in tempestose notti così tremolasse di lontano - che mai può aversi di più splendente e puro nella diurna stella del Vero?
Laggiù, ad Auschwitz, lontano dalla Vistola, amore, lungo la pianura nordica, in un campo di morte: fredda, funebre, la pioggia sulla ruggine dei pali e i grovigli di ferro dei recinti: e non albero o uccelli nell'aria grigia o su dal nostro pensiero, ma inerzia e dolore che la memoria lascia al suo silenzio senza ironia o ira. Da quell'inferno aperto da una scritta bianca: " Il lavoro vi renderà liberi " uscì continuo il fumo di migliaia di donne spinte fuori all'alba dai canili contro il muro del tiro a segno o soffocate urlando misericordia all'acqua con la bocca di scheletro sotto le doccie a gas. Le troverai tu, soldato, nella tua storia in forme di fiumi, d'animali, o sei tu pure cenere d'Auschwitz, medaglia di silenzio? Restano lunghe trecce chiuse in urne di vetro ancora strette da amuleti e ombre infinite di piccole scarpe e di sciarpe d'ebrei: sono reliquie d'un tempo di saggezza, di sapienza dell'uomo che si fa misura d'armi, sono i miti, le nostre metamorfosi.
Sulle distese dove amore e pianto marcirono e pietà, sotto la pioggia, laggiù, batteva un no dentro di noi, un no alla morte, morta ad Auschwitz, per non ripetere, da quella buca di cenere, la morte.
La Crudeltà ha Cuore Umano E Volto Umano la Gelosia Il Terrore, l'Umana Forma Divina E Veste Umana la Segretezza La Veste Umana, è Ferro forgiato La Forma Umana, un'incandescente Forgia Il Volto Umano, una Fornace sigillata Il Cuore Umano, la sua Gola famelica.
L'albero m'è penetrato nelle mani, La sua linfa m'è ascesa nelle braccia, L'albero m'è cresciuto nel seno - Profondo, I rami spuntano da me come braccia. Sei albero, Sei muschio, Sei violette trascorse dal vento - Creatura - alta tanto - tu sei, E tutto questo è follia al mondo.
Non temere, oh Musa! Usi e giorni completamente nuovi ti vengono incontro, ti circondano. Candidamente ammetto che questa razza è strana, molto strana, di nuova foggia. Eppure è sempre l'antica umana razza, la stessa, dentro e fuori, facce e cuori gli stessi, gli stessi sono affetti e desideri. Lo stesso antico amore, e la bellezza, e il modo di usarne.
La bellezza non ha causa: esiste. Inseguila e sparisce. Non inseguirla e rimane. Sai afferrare le crespe del prato, quando il vento vi avvolge le sue dita? Iddio provvederà perché non ti riesca.
Felice l'uomo che ha raggiunto il porto, Che lascia dietro di sé mari e tempeste, I cui sogni sono morti o mai nati, E siede a bere all'osteria di Brema, Presso al camino, ed ha buona pace. Felice l'uomo come una fiamma spenta, Felice l'uomo come sabbia d'estuario, Che ha deposto il carico e si è tersa la fronte, E riposa al margine del cammino. Non teme né spera né aspetta, Ma guarda fisso il sole che tramonta.
Noi sogniamo di viaggi per l'universo: ma l'universo non è forse dentro di noi? Noi non conosciamo gli abissi del nostro spirito. La via segreta che conduce all'interno. In noi, e in nessun altro luogo, sta l'eternità con i suoi mondi, il passato e il futuro. Il mondo esterno è il mondo delle ombre, e getta le sue ombre nel regno della luce.