Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Ti guardo e il sole cresce

Ti guardo e il sole cresce
Presto ricoprirà la nostra giornata
Svegliati cuore e colori in mente
Per dissipare le pene della notte

Ti guardo tutto è spoglio
Fuori le barche hanno poca acqua
Bisogna dire tutto con poche parole
Il mare è freddo senza amore

È l'inizio del mondo
Le onde culleranno il cielo
E tu vieni cullata dalle tue lenzuola
Tiri il sonno verso di te
Svegliati che io segua le tue tracce
Ho un corpo per attenderti per seguirti
Dalle porte dell'alba alle porte dell'ombra
Un corpo per passare la mia vita ad amarti

Un corpo per sognare al di fuori del tuo son.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Notturno teppista

    Firenze nel fondo era gorgo di luci di fremiti sordi:
    Con ali di fuoco i lunghi rumori fuggenti
    Del tram spaziavano: il fiume mostruoso
    Torpido riluceva come un serpente a squame.
    Su un circolo incerto le inquiete facce beffarde
    Dei ladri, ed io tra i doppi lunghi cipressi uguali a fiaccole spente
    Più aspro ai cipressi le siepi
    Più aspro del fremer dei bussi,
    Che dal mio cuore il mio amore,
    Che dal mio cuore, l'amore un ruffiano che intonò e cantò:
    Amo le vecchie troie
    Gonfie lievitate di sperma
    Che cadono come rospi a quattro zampe sovra la coltrice rossa
    E aspettano e sbuffano ed ansimano
    Flaccide come mantici.
    Vota la poesia: Commenta
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Liguria

      È la Liguria terra leggiadra.
      Il sasso ardente, l'argilla pulita,
      s'avvivano di pampini al sole.
      È gigante l'ulivo. A primavera
      appar dovunque la mimosa effimera.
      Ombra e sole s'alternano
      per quelle fondi valli
      che si celano al mare,
      per le vie lastricate
      che vanno in su, fra campi di rose,
      pozzi e terre spaccate,
      costeggiando poderi e vigne chiuse.
      In quell'arida terra il sole striscia
      sulle pietre come un serpe.
      Il mare in certi giorni
      è un giardino fiorito.
      Reca messaggi il vento.
      Venere torna a nascere
      ai soffi del maestrale.
      O chiese di Liguria, come navi
      disposte a esser varate!
      O aperti ai venti e all'onde
      liguri cimiteri!
      Una rosea tristezza vi colora
      quando di sera, simile ad un fiore
      che marcisce, la grande luce
      si va sfacendo e muore.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Elisabetta
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Ai monomaniaci

        Basta appena un fugace pretesto
        per sprofondarli nel loro delirio particolare nella loro ossesione devastante,
        le sue parole scatenanti
        sono giustizia e giudici
        a sentirle la sua trasformazione è immediata
        il sorriso gli si muta in un ghigno
        dalla faccia gli cade la maschera variopinta
        e sotto appare una tavola di Cesare Lombroso.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Giorgia Gozzi
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Preghiera

          Oh Signore, fa' di me uno strumento della tua pace
          dove è odio, fa' che io porti l'amore
          dove è offesa, che io porti il perdono,
          dove è discordia, che io porti l'unione,
          dove è dubbio, che io porti la fede,
          dove è errore, che io porti la verità,
          dove è disperazione, che io porti la speranza,
          dove è tristezza, che io porti la gioia,
          dove sono le tenebre, che io porti la luce.
          Maestro, fa' che io non cerchi tanto
          di essere consolato, quanto di consolare,
          di essere compreso, quanto di comprendere,
          di essere amato, quanto di amare.
          Perché è
          dando, che si riceve,
          perdonando, che si è perdonati,
          morendo, che si resuscita a vita eterna.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Marzia Ornofoli
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Se non avessimo amato

            Se noi non avvessimo amato,
            Chi sa se quel narciso avrebbe attratto l'ape
            Nel suo grembo dorato,
            Se quella pianta di rose avrebbe ornato
            Di lampade rosse i suoi rami!
            Io credo non spunterebbe un foglia
            In primavera, non fosse per le labbra degli amanti
            Che baciano. Non fosse per labbra dei poeti
            Che cantano.
            Composta martedì 11 agosto 2009
            Vota la poesia: Commenta
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
              Sono indebitata fino al collo.
              Sarò costretta a pagare per me
              con me stessa,
              a rendere la vita in cambio della vita.

              È così che è stabilito,
              il cuore va reso
              e il fegato va reso
              e ogni singolo dito.

              È troppo tardi per impugnare il contratto.
              Quanto devo
              mi sarà tolto con la pelle.

              Me ne vado per il mondo
              tra una folla di altri debitori.
              Su alcuni grava l'obbligo
              di pagare le ali.

              Altri dovranno, per amore o per forza,
              rendere conto delle foglie.

              Nella colonna Dare
              ogni tessuto che è in noi.
              Non un ciglio, non un peduncolo
              da conservare per sempre.

              L'inventario è preciso,
              e a quanto pare
              ci toccherà restare con niente.

              Non riesco a ricordare
              dove, quando e perché
              ho permesso che aprissero
              questo conto a mio nome.

              La protesta contro di esso
              la chiamano anima.
              E questa è l'unica voce
              che manca nell'inventario.
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: gracekelli
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Tutta la notte ho dormito con te
                vicino al mare nell'isola
                eri selvaggia e dolce
                tra il piacere e il sonno
                tra il fuoco e l'accqua
                Forse assai tardi i nostri sogni
                si unirono nell'alto o
                nel profondo
                In alto come i rami che muove
                uno stesso vento
                in basso come rosse radici
                che si toccano
                Forse il tuo sogno
                si separò dal mio
                e per il mare oscuro
                mi cercava come prima
                come quando non esistevi
                quando senza scorgerti
                navigai al tuo fianco
                e i tuoi cercavano ciò che ora
                pane, vino, amore e collera
                ti do a mani piene.
                Perché tu sei la coppa che
                attendeva i doni della mia vita.
                Ho dormito con te tutta la notte
                mentre l'oscura terra gira
                con vivi e con morti
                e svegliandomi d'improvviso
                in mezzo all'ombra
                il mio braccio circondava
                la tua cintura
                ne la notte
                ne il sonno
                poterono separarci.
                Ho dormito con te
                e svegliandomi la tua bocca
                uscita dal sonno
                mi diede il sapore di terra
                d'acqua marina
                di alghe
                del fondo della tua vita
                e ricevetti il tuo bacio
                bagnato dall'aurora
                come se mi giungesse
                dal mare che ci circonda.
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Gabriella Stigliano
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Sussurri di morte celeste

                  Sussurri di morte celeste odo sommessi,
                  labiali dicerie della notte, sibilanti corali,
                  passi che gentilmente salgono, mistiche brezze dall'alito mite e soave,
                  gorgoglii di fiumi invisibili, flussi d'una corrente che scorre, eternamente
                  scorre
                  (o è sciacquettio di lacrime? Le smisurate acque delle lacrime umane?).
                  Vedo, vedo appena verso il cielo, grandi masse di nuvole,
                  malinconicamente lente ruotano, silenziose si espandono, si fondono
                  con qualche stella ogni tanto che mesta appare e scompare,
                  velata, lontanissima.
                  (O forse un parto, qualche solenne nascita immortale;
                  ai confini impenetrabili alla vista,
                  un'anima che passa).
                  Vota la poesia: Commenta