Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Xenia I

Avevamo studiato per l'aldilà
un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo già morti senza saperlo.
Non ho mai capito se io fossi
il tuo cane fedele e incimurrito
o tu lo fossi per me.
Per gli altri no, eri un insetto miope
smarrito nel blabla
dell'alta società. Erano ingenui
quei furbi e non sapevano
di essere loro il tuo zimbello:
di esser visti anche al buio e smascherati
da un tuo senso infallibile, dal tuo
radar di pipistrello.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Donna genovese

    Tu mi portasti un po' d'alga marina
    Nei tuoi capelli, ed un odor di vento,
    Che è corso di lontano e giunge grave
    D'ardore, era nel tuo corpo bronzino:
    -Oh la divina
    Semplicità delle tue forme snelle-
    Non amore non spasimo, un fantasma,
    Un'ombra della necessità che vaga
    Serena e ineluttabile per l'anima
    E la discioglie in gioia, in incanto serena
    Perché per l'infinito lo scirocco
    Se la possa portare.
    Come è piccolo il mondo e leggero nelle tue mani!
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      Scritta da: Cheope
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      A me pare uguale agli dei
      chi a te vicino così dolce
      suono ascolta mentre tu parli
      e ridi amorosamente. Subito a me
      il cuore si agita nel petto
      solo che appena ti veda, e la voce
      si perde sulla lingua inerte.

      Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
      e ho buio negli occhi e il rombo
      del sangue alle orecchie.
      E tutta in sudore e tremante
      Come erba patita scoloro:
      e morte non pare lontana
      a me rapita di mente.
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        Scritta da: Paolo Broni
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Pi greco

        È degno di ammirazione il Pi greco
        tre virgola uno quattro uno.
        Anche tutte le sue cifre successive sono iniziali, cinque nove due, poiché non finisce mai.
        Non si lascia abbracciare sei cinque tre cinque dallo sguardo,
        otto nove, dal calcolo, sette nove dall'immaginazione,
        e nemmeno tre due tre otto dallo scherzo,
        ossia dal paragone quattro sei con qualsiasi cosa due sei quattro tre al mondo.
        Il serpente più lungo della terra dopo vari metri si interrompe.
        Lo stesso, anche se un po' dopo, fanno i serpenti delle fiabe.
        Il corteo di cifre che compongono il Pi greco non si ferma sul bordo della pagina,
        È capace di srotolarsi sul tavolo, nell'aria, attraverso il muro, la foglia, il nido, le nuvole,
        diritto fino al cielo, per quanto è gonfio e senza fondo il cielo.
        Quanto è corta la treccia della cometa, proprio un codino!
        Com'è tenue il raggio della stella, che si curva a ogni spazio!
        E invece qui due tre quindici trecentodiciannove il mio numero di telefono
        il tuo numero di collo l'anno millenovecentosettantatré sesto piano
        il numero degli inquilini sessantacinque centesimi la misura dei fianchi due dita
        sciarada e cifra in cui vola e canta usignolo mio oppure si prega di mantenere la calma,
        e anche la terra e il cielo passeranno,
        ma non il Pi greco,
        oh no, niente da fare,
        esso sta lì con il suo cinque ancora passabile,
        un otto niente male, un sette non ultimo,
        incitando, ah, incitando
        l'indolente eternità a durare.
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          Scritta da: Marzia Ornofoli
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Endimione (2)

          Fredda e gelata cade la rugiada,
          Nessun uccello canta più in Arcadia.
          I fauni Hanno lasciato la collina
          e anche il narciso stanco
          Ha chiuso i petali.
          Ma il mio amore non è tornato,
          Luna, falsa, una che svanisci,
          Dove è andato il mio amore fedele?
          Dove sono le sue labbra vermiglie,
          La verga di pastore, i suoi calzari?
          Perché tendi quello schermo d'argento,
          Perché porti il velo di brune, lo muovi?
          Tu hai preso Endimione,
          Hai tu quelle labbra da baciare.
          Composta martedì 4 agosto 2009
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