Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Donna genovese

Tu mi portasti un po' d'alga marina
Nei tuoi capelli, ed un odor di vento,
Che è corso di lontano e giunge grave
D'ardore, era nel tuo corpo bronzino:
-Oh la divina
Semplicità delle tue forme snelle-
Non amore non spasimo, un fantasma,
Un'ombra della necessità che vaga
Serena e ineluttabile per l'anima
E la discioglie in gioia, in incanto serena
Perché per l'infinito lo scirocco
Se la possa portare.
Come è piccolo il mondo e leggero nelle tue mani!
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    Scritta da: Paolo Broni
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Pi greco

    È degno di ammirazione il Pi greco
    tre virgola uno quattro uno.
    Anche tutte le sue cifre successive sono iniziali, cinque nove due, poiché non finisce mai.
    Non si lascia abbracciare sei cinque tre cinque dallo sguardo,
    otto nove, dal calcolo, sette nove dall'immaginazione,
    e nemmeno tre due tre otto dallo scherzo,
    ossia dal paragone quattro sei con qualsiasi cosa due sei quattro tre al mondo.
    Il serpente più lungo della terra dopo vari metri si interrompe.
    Lo stesso, anche se un po' dopo, fanno i serpenti delle fiabe.
    Il corteo di cifre che compongono il Pi greco non si ferma sul bordo della pagina,
    È capace di srotolarsi sul tavolo, nell'aria, attraverso il muro, la foglia, il nido, le nuvole,
    diritto fino al cielo, per quanto è gonfio e senza fondo il cielo.
    Quanto è corta la treccia della cometa, proprio un codino!
    Com'è tenue il raggio della stella, che si curva a ogni spazio!
    E invece qui due tre quindici trecentodiciannove il mio numero di telefono
    il tuo numero di collo l'anno millenovecentosettantatré sesto piano
    il numero degli inquilini sessantacinque centesimi la misura dei fianchi due dita
    sciarada e cifra in cui vola e canta usignolo mio oppure si prega di mantenere la calma,
    e anche la terra e il cielo passeranno,
    ma non il Pi greco,
    oh no, niente da fare,
    esso sta lì con il suo cinque ancora passabile,
    un otto niente male, un sette non ultimo,
    incitando, ah, incitando
    l'indolente eternità a durare.
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      Scritta da: Marzia Ornofoli
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Endimione (2)

      Fredda e gelata cade la rugiada,
      Nessun uccello canta più in Arcadia.
      I fauni Hanno lasciato la collina
      e anche il narciso stanco
      Ha chiuso i petali.
      Ma il mio amore non è tornato,
      Luna, falsa, una che svanisci,
      Dove è andato il mio amore fedele?
      Dove sono le sue labbra vermiglie,
      La verga di pastore, i suoi calzari?
      Perché tendi quello schermo d'argento,
      Perché porti il velo di brune, lo muovi?
      Tu hai preso Endimione,
      Hai tu quelle labbra da baciare.
      Composta martedì 4 agosto 2009
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        Scritta da: Gabriella Stigliano
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Fresche di fiumi in sonno

        Ti trovo nei felici approdi,
        della notte consorte,
        ora dissepolta
        quasi tepore d'una nuova gioia,
        grazia amara del viver senza foce.

        Vergini strade oscillano
        fresche di fiumi in sonno:

        E ancora sono il prodigo che ascolta
        dal silenzio il suo nome
        quando chiamano i morti.

        Ed è morte
        uno spazio nel cuore.
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