Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Cheope
in Poesie (Poesie d'Autore)

L'amico che dorme

Che diremo stanotte all'amico che dorme?
La parola più tenue ci sale alle labbra
dalla pena più atroce. Guarderemo l'amico,
le sue inutili labbra che non dicono nulla,
parleremo sommesso.
La notte avrà il volto
dell'antico dolore che riemerge ogni sera
impassibile e vivo. Il remoto silenzio
soffrirà come un'anima, muto, nel buio.
Parleremo alla notte che fiata sommessa.

Udiremo gli istanti stillare nel buio
al di là delle cose, nell'ansia dell'alba,
che verrà d'improvviso incidendo le cose
contro il morto silenzio. L'inutile luce
svelerà il volto assorto del giorno. Gli istanti
taceranno. E le cose parleranno sommesso.
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    Scritta da: Elisa M.
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Lode della cattiva considerazione di sé

    La poiana non ha nulla da rimproverarsi.
    Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera.
    I piranha non dubitano della bontà delle proprie azioni.
    Il serpente a sonagli si accetta senza riserve.
    Uno sciacallo autocritico non esiste.
    La locusta, l'alligatore, la trichina e il tafano vivono come vivono e ne sono contenti.
    Non c'è nulla di più animale della coscienza pulita, sul terzo pianeta del sole.
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      Scritta da: Maria Prisco
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      In un momento

      In un momento
      sono sfiorite le rose
      i petali caduti
      perché io non potevo dimenticare le rose
      le cercavamo insieme
      abbiamo trovato delle rose
      erano le sue rose erano le mie rose
      questo viaggio chiamavamo amore
      col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
      che brillavano un momento al sole del mattino
      le abbiamo sfiorate sotto il sole tra i rovi
      le rose che non erano le nostre rose
      le mie rose le sue rose.
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        Scritta da: Eclissi
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Lode del dubbio

        Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate
        serenamente e con rispetto chi
        come moneta infida pesa la vostra parola!
        Vorrei che foste accorti, che non deste
        con troppa fiducia la vostra parola.

        Leggete la storia e guardate
        in fuga furiosa invincibili eserciti.
        In ogni luogo
        fortezze indistruttibili rovinano e
        anche se innumerabile era l'armata salpando,
        le navi che tornarono
        le si poté contare.
        Fu così un giorno un uomo sulla inaccessibile vetta
        e giunse una nave alla fine
        dell'infinito mare.

        Oh bello lo scuoter del capo
        su verità incontestabili!
        Oh il coraggioso medico che cura
        l'ammalato senza speranza!

        Ma d'ogni dubbio il più bello
        è quando coloro che sono
        senza fede, senza forza, levano il capo e
        alla forza dei loro oppressori
        non credono più!

        Oh quanta fatica ci volle per conquistare il principio!
        Quante vittime costò!
        Com'era difficile accorgersi
        che fosse così e non diverso!
        Con un respiro di sollievo un giorno
        un uomo nel libro del sapere lo scrisse.

        Forse a lungo là dentro starà e più generazioni
        ne vivranno e in quello vedranno un'eterna sapienza
        e spezzeranno i sapienti chi non lo conosce.
        Ma può avvenire che spunti un sospetto, di nuove esperienze,
        che quella tesi scuotano. Il dubbio si desta.
        E un altro giorno un uomo dal libro del sapere
        gravemente cancella quella tesi.

        Intronato dagli ordini, passato alla visita
        d'idoneità da barbuti medici, ispezionato
        da esseri raggianti di fregi d'oro, edificato
        da solennissimi preti, che gli sbattono alle orecchie
        un libro redatto da Iddio in persona,
        erudito da impazienti pedagoghi, sta il povero e ode
        che questo mondo è il migliore dei mondi possibili e che il buco
        nel tetto della sua stanza è stato proprio previsto da Dio.
        Veramente gli è difficile
        dubitare di questo mondo.
        Madido di sudore si curva l'uomo
        che costruisce la casa dove non lui dovrà abitare.

        Ma sgobba madido di sudore anche l'uomo
        che la propria casa si costruisce.
        Sono coloro che non riflettono, a non
        dubitare mai. Splendida è la loro digestione,
        infallibile il loro giudizio.
        Non credono ai fatti, credono solo a se stessi.
        Se occorre, tanto peggio per i fatti.
        La pazienza che han con se stessi
        è sconfinata. Gli argomenti
        li odono con gli orecchi della spia.

        Con coloro che non riflettono e mai dubitano
        si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
        Non dubitano per giungere alla decisione, bensì
        per schivare la decisione. Le teste
        le usano solo per scuoterle. Con aria grave
        mettono in guardia dall'acqua i passeggeri dl navi che affondano.
        Sotto l'ascia dell'assassino
        si chiedono se anch'egli non sia un uomo.

        Dopo aver rilevato, mormorando,
        che la questione non è ancora sviscerata vanno a letto.
        La loro attività consiste nell'oscillare.
        Il loro motto preferito è: l'istruttoria continua.

        Certo, se il dubbio lodate
        non lodate però
        quel dubbio che è disperazione!
        Che giova poter dubitare, a colui
        che non riesce a decidersi!
        Può sbagliare ad agire
        chi di motivi troppo scarsi si contenta!
        Ma inattivo rimane nel pericolo
        chi di troppi ha bisogno.

        Tu, tu che sei una guida, non dimenticare
        che tale sei, perché hai dubitato
        delle guide! E dunque a chi è guidato
        permetti il dubbio!
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          Scritta da: Impenitente
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Sopra un erotik

          Voglio un amore doloroso, lento,
          che lento sia come una lenta morte,
          e senza fine (voglio che più forte
          sia de la morte) e senza mutamento.

          Voglio che senza tregua in un tormento
          occulto sian le nostre anime assorte;
          e un mare sia presso a le nostre porte,
          solo che pianga in un silenzio intento.

          Voglio che sia la torre alta granito,
          ed alta sia così che nel sereno
          sembri attingere il grande astro polare.

          Voglio un letto di porpora, e trovare
          in quell'ombra giacendo su quel seno,
          come in fondo a un sepolcro l'Infinito.
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Rivolta

            Mi hai reso qualcosa d'ottuso,
            una foresta pietrificata,
            una che non può piangere
            per le maternità disfatte.
            Mi hai reso una foresta
            dove serpeggiano serpi velenose
            e la jena è in agguato,
            perché io ero una ninfa
            innamorata e gentile,
            e avevo dei morbidi cuccioli.
            Ma le mie unghie assetate
            scavano nette la terra, così io Medusa
            fissa ti guardo negli occhi.
            Io esperta sognatrice
            che anche adesso mi rifugio in un letto
            ammantata di lutto
            per non sentire più la carne.
            Composta mercoledì 25 marzo 2015
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              in Poesie (Poesie d'Autore)
              For love was offered me and I shrank from its disillusionment;
              sorrow knocked at my door, but I was afraid;
              ambition called to me, but I dreaded the chances.

              Yet all the while I hungered for meaning in my life.

              And now I know that we must lift the sail
              and catch the winds of destiny
              wherever they drive the boat.

              To put meaning in one's life may end in madness,
              but life without meaning is the torture
              of restlessness and vague desire,
              it is a boat longing for the sea and yet afraid.

              L'amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
              il dolore bussò alla mia porta, ma io ebbi paura;
              l'ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.

              Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.

              E adesso so che bisogna alzare le vele
              e prendere i venti del destino
              dovunque spingano la tua barca.

              Dare un senso alla vita può condurre alla follia,
              ma una vita senza senso è la tortura
              dell'inquietudine e del vano desiderio,
              è una barca che anela al mare eppure lo teme.
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                Scritta da: Stefania Ruggiero
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
                non dico che fosse come la mia ombra
                mi stava accanto anche nel buio
                non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi
                quando si dorme si perdono le mani e i piedi
                io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno

                durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
                non dico che fosse fame o sete o desiderio
                del fresco nell'afa o del caldo nel gelo
                era qualcosa che non può giungere a sazietà
                non era gioia o tristezza non era legata
                alle città alle nuvole alle canzoni ai ricordi
                era in me e fuori di me.

                Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
                e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia.
                Composta mercoledì 4 luglio 2001
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                  Scritta da: Andrea De Candia
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Pianto dei poeti

                  Ruba a qualcuno la tua forsennata stanchezza
                  o gemma che trapassi il suono
                  col tuo respiro l'ombra che sta ferma
                  di fronte ad un porto di paura
                  quel trascendere il mito
                  come se fosse forzatamente azzurro
                  o chi senza abbandono
                  che non sanno che il pianto dei poeti
                  è solo canto.
                  Canto rubato al vecchio del portone
                  rubato al remo del rematore
                  alla ruota dell'ultimo carro
                  o pianto di ginestra
                  dove fioriva l'amatore immoto
                  dalle turbe angosciose di declino
                  io sono l'acqua che si genuflette
                  davanti alla montagna del tuo amore.
                  Composta giovedì 7 aprile 2016
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