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in Poesie (Poesie d'Autore)

Perchè ti amo

Perché ti amo, di notte son venuto da te così impetuoso e titubante e tu non mi potrai più dimenticare l'anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia - del tutto mi appartiene nel male e nel bene, dal mio impetuoso e ardito amare nessun angelo ti potrà salvare.
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    Scritta da: Elisa Iacobellis
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Per te amore mio

    Sono andato al mercato degli uccelli
    E ho comprato degli uccelli
    Per te
    amore mio
    Sono andato al mercato dei fiori
    E ho comprato dei fiori
    Per te
    amore mio
    Sono andato al mercato dei rottami
    E ho comprato catene
    Pesanti catene
    Per te
    amore mio
    Poi sono andato al mercato degli schiavi
    E ti ho cercata
    Ma senza trovarti
    amore mio.
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      Scritta da: Eclissi
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      L'ombra dell'anima mia

      L'ombra dell'anima mia
      fugge in un tramonto di alfabeti,
      nebbia di libri
      e di parole.

      L'ombra dell'anima mia!

      Sono giunto alla linea dove cessa
      la nostalgia,
      e la goccia di pianto si trasforma
      in alabastro di spirito.

      (L'ombra dell'anima mia!)

      Il fiocco del dolore
      finisce,
      ma resta la ragione e la sostanza
      del mio vecchio mezzogiorno di labbra,
      del mio vecchio mezzogiorno
      di sguardi.

      Un torbido labirinto
      di stelle affumicate
      imprigiona le mie illusioni
      quasi appassite.

      L'ombra dell'anima mia!

      E un'allucinazione
      munge gli sguardi.
      Vedo la parola amore
      sgretolarsi.

      Mio usignolo!
      Usignolo!
      Canti ancora?
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        in Poesie (Poesie d'Autore)
        A cosa pensi
        quando smetti di pensare?
        Quando la notte finalmente
        chiudi gli occhi
        e resti sola?
        Ti senti libera.
        Ti senti in gabbia.
        Ti manca una carezza.
        Un attimo di gentilezza.
        O forse solo una parola?
        Non chiedi mai aiuto tu.
        In questo siamo uguali.
        Piccola anima in disparte.
        E quando veramente non ce la fai più
        spendi l'amore che hai da parte.
        Se fossimo in un film
        saresti quella voce fuori campo
        di cui lo spettatore si innamora.
        Cercati ancora.
        Cercati ovunque.
        In mezzo a chi non ci credeva.
        E poi parlava.
        In mezzo a chi non ti diceva
        che aspettava un passo falso.
        Ma in fondo in fondo.
        Ci sperava.
        Volevano tenerti in pugno.
        Ma tu, gli sei passata tra le dita.
        E non dimenticarti mai.
        Di chi giurava di restarti accanto.
        E poi spariva.
        Perché chi lotta fa paura.
        Perché chi si rialza
        fa ballare il mondo.
        E allora metti musica.
        Con tutta la tua voce.
        Urla!

        Sei viva.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          L'amica di nonna Speranza

          Loreto impagliato e il busto d'Alfieri, di Napoleone,
          i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto!)

          il caminetto un po' tetro, le scatole senza confetti,
          i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro,

          un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di valve,
          gli oggetti con mònito, salve, ricordo, le noci di cocco,

          Venezia ritratta a musaici, gli acquerelli un po' scialbi,
          le stampe, i cofani, gli albi dipinti d'anemoni arcaici,

          le tele di Massimo d'Azeglio, le miniature,
          i dagherottipi: figure sognanti in perplessità,

          il gran lampadario vetusto che pende a mezzo il salone
          e immilla nel quarto le buone cose di pessimo gusto,

          il cùcu dell'ore che canta, le sedie parate a damasco
          chermisi... rinasco, rinasco del mille ottocento cinquanta!

          I fratellini alla sala quest'oggi non possono accedere
          che cauti (hanno tolte le fodere ai mobili: è giorno di gala)

          ma quelli v'irrompono in frotta. È giunta è giunta in vacanza
          la grande sorella Speranza con la compagna Carlotta.

          Ha diciassette anni la Nonna! Carlotta quasi lo stesso:
          da poco hanno avuto il permesso d'aggiungere un cerchio alla gonna;

          il cerchio ampissimo increspa la gonna a rose turchine:
          più snella da la crinoline emerge la vita di vespa.

          Entrambe hanno uno scialle ad arancie, a fiori, a uccelli, a ghirlande:
          divisi i capelli in due bande scendenti a mezzo le guance.

          Son giunte da Mantova senza stanchezza al Lago Maggiore
          sebbene quattordici ore viaggiassero in diligenza.

          Han fatto l'esame più egregio di tutta la classe. Che affanno
          passato terribile! Hanno lasciato per sempre il collegio.

          O Belgirate tranquilla! La sala dà sul giardino:
          fra i tronchi diritti scintilla lo specchio del Lago turchino.

          Silenzio, bambini! Le amiche - bambini, fate pian piano! -
          le amiche provano al piano un fascio di musiche antiche:

          motivi un poco artefatti nel secentismo fronzuto
          di Arcangelo del Leuto e di Alessandro Scarlatti;

          innamorati dispersi, gementi il "core" e "l'augello",
          languori del Giordanello in dolci bruttissimi versi:

          ... caro mio ben
          credimi almen,
          senza di te
          languisce il cor!
          Il tuo fedel
          sospira ognor
          cessa crudel
          tanto rigor!
          Carlotta canta, Speranza suona. Dolce e fiorita
          si schiude alla breve romanza di mille promesse la vita.

          O musica, lieve sussurro! E già nell'animo ascoso
          d'ognuna sorride lo sposo promesso: il Principe Azzurro,

          lo sposo dei sogni sognati... O margherite in collegio
          sfogliate per sortilegio sui teneri versi del Prati!

          Giungeva lo Zio, signore virtuoso di molto riguardo,
          ligio al Passato al Lombardo-Veneto e all'Imperatore.

          Giungeva la Zia, ben degna consorte, molto dabbene,
          ligia al Passato sebbene amante del Re di Sardegna.

          "Baciate la mano alli Zii! " - dicevano il Babbo e la Mamma,
          e alzavano il volto di fiamma ai piccolini restii.

          "E questa è l'amica in vacanza: madamigella Carlotta
          Capenna: l'alunna più dotta, l'amica più cara a Speranza. "

          "Ma bene... ma bene... ma bene... " - diceva gesuitico e tardo
          lo Zio di molto riguardo - "Ma bene... ma bene... ma bene...

          Capenna? Conobbi un Arturo Capenna... Capenna... Capenna...
          Sicuro! Alla Corte di Vienna! Sicuro... sicuro... sicuro... "

          "Gradiscono un po' di marsala? " "Signora Sorella: magari. "
          E sulle poltrone di gala sedevano in bei conversari.

          "... ma la Brambilla non seppe... - È pingue già per lErnani;
          la Scala non ha più soprani... - Che vena quel Verdi... Giuseppe!...

          "... nel marzo avremo un lavoro - alla Fenice, m'han detto -
          nuovissimo: il Rigoletto; si parla d'un capolavoro. -

          "... azzurri si portano o grigi? - E questi orecchini! Che bei
          rubini! E questi cammei?... La gran novità di Parigi...

          "... Radetzki? Ma che! L'armistizio... la pace, la pace che regna...
          Quel giovine Re di Sardegna è uomo di molto giudizio! -

          "È certo uno spirito insonne... -... è forte e vigile e scaltro.
          "È bello? - Non bello: tutt'altro... - Gli piacciono molto le donne...

          "Speranza! " (chinavansi piano, in tono un po' sibillino)
          "Carlotta! Scendete in giardino: andate a giuocare al volano! "

          Allora le amiche serene lasciavano con un perfetto
          inchino di molto rispetto gli Zii molto dabbene.

          Oimè! Ché giocando, un volano, troppo respinto all'assalto,
          non più ridiscese dall'alto dei rami d'un ippocastano!

          S'inchinano sui balaustri le amiche e guardano il Lago,
          sognando l'amore presago nei loro bei sogni trilustri.

          "... se tu vedessi che bei denti! - Quant'anni? - Vent'otto.
          - Poeta? Frequenta il salotto della Contessa Maffei! "

          Non vuole morire, non langue il giorno. S'accende più ancora
          di porpora: come un'aurora stigmatizzata si sangue;

          si spenge infine, ma lento. I monti s'abbrunano in coro:
          il Sole si sveste dell'oro, la Luna si veste d'argento.

          Romantica Luna fra un nimbo leggero, che baci le chiome
          dei pioppi arcata siccome un sopracciglio di bimbo,

          il sogno di tutto un passato nella tua curva s'accampa:
          non sorta sei da una stampa del Novelliere Illustrato?

          Vedesti le case deserte di Parisina la bella
          non forse? Non forse sei quella amata dal giovane Werther?

          "... Mah!... Sogni di là da venire. - Il Lago s'è fatto più denso
          di stelle -... che pensi?... - Non penso... - Ti piacerebbe morire?

          "Sì! - Pare che il cielo riveli più stelle nell'acqua e più lustri.
          Inchìnati sui balaustri: sognano così fra due cieli...

          "Son come sospesa: mi libro nell'alto!... - Conosce Mazzini...
          - E l'ami? - Che versi divini!... Fu lui a donarmi quel libro,

          ricordi? Che narra siccome amando senza fortuna
          un tale si uccida per una: per una che aveva il mio nome. "

          Carlotta! Nome non fine, ma dolce! Che come l'essenze
          risusciti le diligenze, lo scialle, le crinoline...

          O amica di Nonna conosco le aiuole per ove leggesti
          i casi di Jacopo mesti nel tenero libro del Foscolo.

          Ti fisso nell'albo con tanta tristezza, ov'è di tuo pugno
          la data: vent'otto di Giugno del mille ottocento cinquanta.

          Stai come rapita in un cantico; lo sguardo al cielo profondo,
          e l'indice al labbro, secondo l'atteggiamento romantico.

          Quel giorno - malinconia! - vestivi un abito rosa
          per farti - novissima cosa! - ritrarre in fotografia...

          Ma te non rivedo nel fiore, o amica di Nonna! Ove sei
          o sola che - forse - potrei amare, amare d'amore?
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            Scritta da: Chiara Cotti
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Mattino

            Aspro amore, viola coronata di spine,
            cespuglio tra tante pasioni irto,
            lancia dei dolori, corolla della collera,
            per che strade e come ti dirigesti alla mia anima?

            Perché precipitasti il tuo fuoco doloroso,
            d'improvviso, tra le foglie fredde della mia strada?
            Chi t'insegnò i passi che fino a me ti portarono?
            Quale fiore, pietra, fumo ti mostrarono la mia dimora?

            Certo è che tremò la notte paurosa
            l'alba empì tutte le coppe del suo vino
            e il sole stabilì la sua presenza celeste,

            mentre il crudele amore m'assediava senza tregua
            finché lacerandomi con spade e spineaprì nel mio cuore una strada bruciante.
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