Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Se l'amore deve essermi negato

Se l'amore deve essermi negato,
perché il mattino spezza il suo cuore
in canzoni, e perché questi sospiri
che il vento del sud disperde
tra le foglie appena spuntate ?

Se l'amore deve essermi negato,
perché porta la notte, in dolente
silenzio, la pena delle stelle ?

E perché questo folle cuore getta
getta sconsideratamente la speranza
su un mare la cui fine non conosce ?
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    Scritta da: Jade S
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Carpe diem

    Non domandarti – non è giusto saperlo – a me, a te
    quale sorte abbian dato gli dèi, e non chiederlo agli astri,
    o Leuconoe; al meglio sopporta quel che sarà:
    se molti inverni Giove ancor ti conceda
    o ultimo questo che contro gli scogli fiacca le onde
    del mare Tirreno. Sii saggia, mesci il vino
    – breve è la vita – rinuncia a speranze lontane. Parliamo
    e fugge il tempo geloso: cogli l'attimo, non pensare a domani.
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      Scritta da: Cheope
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      I Pastori

      Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
      Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
      lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
      scendono all'Adriatico selvaggio
      che verde è come i pascoli dei monti.

      Han bevuto profondamente ai fonti
      alpestri, che sapor d'acqua natia
      rimanga né cuori esuli a conforto,
      che lungo illuda la lor sete in via.
      Rinnovato hanno verga d'avellano.

      E vanno pel tratturo antico al piano,
      quasi per un erbal fiume silente,
      su le vestigia degli antichi padri.
      O voce di colui che primamente
      conosce il tremolar della marina!

      Ora lungh'esso il litoral cammina
      La greggia. Senza mutamento è l'aria.
      Il sole imbionda sì la viva lana
      che quasi dalla sabbia non divaria.
      Isciacquio, calpestio, dolci romori.

      Ah perché non son io cò miei pastori?
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        Scritta da: Eclissi
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Verrò quando sarai più triste

        Verrò quando sarai più triste,
        steso nell'ombra che sale alla tua stanza;
        quando il giorno demente ha perso il suo tripudio,
        e il sorriso di gioia è ormai bandito
        dalla malinconia pungente della notte.

        Verrò quando la verità del cuore
        dominerà intera, non obliqua,
        ed il mio influsso si di te stendendosi,
        farà acuta la pena, freddo il piacere,
        e la tua anima porterà lontano.

        Ascolta, è proprio l'ora,
        l'ora tremenda per te:
        non senti rullarti nell'anima
        uno scroscio di strane emozioni,
        messaggere di un comando più austero,
        araldi di me?
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          Scritta da: Andrew Ricooked
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Buddha Chinaski dice

          A volte
          devi
          indietreggiare
          di uno o
          due passi,
          ri-
          considerare

          staccare
          per un
          mese

          non
          fare niente
          non
          volere
          fare niente

          la pace è
          fondamentale
          il ritmo è
          fondamentale

          qualsiasi cosa
          tu voglia
          non
          l'avrai
          provandoci
          con troppa
          insistenza.

          Stacca
          per
          dieci anni

          sarai
          più
          forte

          stacca
          per
          venti anni

          sarai
          amcora più
          forte.

          Non c'è niente in
          palio
          comunque

          e
          ricorda che
          la seconda cosa più bella
          del mondo
          è
          una notte di sonno
          tranquillo

          e
          la più bella:
          una morte
          serena.

          Nel frattempo
          paga la bolletta del
          gas
          se riesci
          e
          cerca di non
          litigare con tua
          moglie.
          Composta domenica 3 gennaio 2010
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            Scritta da: Marianna Mansueto
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            In quel selvaggio abisso,
            grembo della Natura e, forse, tomba,
            che non è mare o sponda, aria né fuoco,
            ma lor cause pregnanti in sé commiste
            confusamente, in una lotta eterna,
            se il Fattore Possente non costringe
            queste oscure materie a farsi mondi,
            nell'abisso selvaggio, cauto, Satana
            sostava all'orlo dell'Inferno, e vide,
            e ponderò il viaggio...
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Partita a scopa

              Una delle cose più terribili è
              davvero
              stare a letto
              una notte dopo l'altra
              con una donna che non hai più voglia
              di scopare.

              Invecchiano, non sono più tanto
              belle – tendono persino
              a russare, buttarsi
              giù.

              Così, a letto, a volte ti giri,
              il tuo piede tocca il suo –
              Dio, che orrore! –
              e la notte è là fuori
              dietro le tendine
              e insieme vi suggella
              nella
              tomba.

              E la mattina vai in bagno,
              parli, attraversi il corridoio,
              dici strane cose; le uova friggono,
              partono i motori.

              Ma seduti l'uno di fronte all'altro
              hai 2 estranei
              che si ficcano in bocca il pane tostato
              che si bruciano col caffè bollente la gola risentita
              e l'intestino.

              In dieci milioni di case americane
              è lo stesso –
              vite stantie appoggiate
              l'una all'altra
              e nessun posto
              dove andare.

              Sali in macchina
              e vai a lavorare
              e là ci sono degli altri sconosciuti, quasi tutti
              mogli e mariti di qualcun altro,
              e oltre alla ghigliottina del lavoro,
              flirtano, scherzano r si danno pizzicotti,
              tendendo qualche volta
              a farsi in qualche posto una rapida scopata –
              a casa non possono farlo –
              e poi
              tornano a casa
              ad aspettare il Natale o il Labor Day
              o la domenica
              o qualcosa.
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                Scritta da: SalMessina
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Il Cantico delle Creature

                Altissimu, onnipotente, bon Signore,
                tue sò le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
                Ad te solo, Altissimo, se confano,
                et nullu homo ène dignu te mentovare.
                Laudato sie, mì Signore, cum tucte le tue creature,
                spetialmente messor lo frate sole,
                lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
                Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
                de te, Altissimo, porta significatione.
                Laudato sì, mì Signore, per sora luna e le stelle:
                in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
                Laudato sì, mì Signore, per frate vento
                et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
                per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
                Laudato sì, mì Signore, per sor'aqua,
                la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
                Laudato sì, mì Signore, per frate focu,
                per lo quale ennallumini la nocte:
                ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
                Laudato sì, mì Signore, per sora nostra matre terra,
                la quale ne sustenta et governa,
                et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
                Laudato sì, mì Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore
                et sostengo infirmitate et tribulatione.
                Beati quelli che'l sosterrano in pace,
                ca da te, Altissimo, sirano incoronati.
                Laudato sì, mì Signore, per sora nostra morte corporale,
                da la quale nullu homo vivente po' scappare:
                guai acquelli che morrano ne le peccata mortali;
                beati quelli che trovarà ne le tue sanctissime voluntati,
                ca la morte secunda no'l farrà male.
                Laudate e benedicete mì Signore et rengratiate
                e serviateli cum grande humilitate.
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