Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Elisa Iacobellis
in Poesie (Poesie d'Autore)

Bianca ape ronzi

Bianca ape ronzi, ebbra di miele, nella mia anima
e ti pieghi in lente spirali di fumo.

Sono il disperato, la parola senza eco,
colui che tutto perse, e colui che tutto ebbe.

Ultima gómena, scricchiola in te la mia ansietà ultima.
Nella mia terra deserta sei l'ultima rosa.

Ah silenziosa!

Chiudi i tuoi occhi profumati. Lì aleggia la notte.
Ah denuda il tuo corpo di statua timorosa.

Possiedi occhi profondi dove la notte aleggia.
Fresche braccia di fiore e grembo di rosa.

I tuoi seni rassomigliano alle conchiglie bianche.
Sul tuo ventre è venuta a dormire una farfalla d'ombra.

Ah silenziosa!

Ecco la solitudine da dove sei assente.
Piove. Il vento del mare caccia gabbiani erranti.

L'acqua va scalza per le strade bagnate.
Da quell'albero si lamentano, come infermi, le foglie.

Bianca ape, assente, ancora ronzi nella mia anima.
Rivivi nel tempo, sottile e silenziosa.

Ah silenziosa!
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    La petite promenade du poète

    Me ne vado per le strade
    strette oscure e misteriose
    vedo dietro le vetrate
    affacciarsi Gemme e Rose.
    Dalle scale misteriose
    c'è chi scende brancolando
    dietro i vetri rilucenti
    stan le ciane commentando.
    ...
    ...
    La stradina è solitaria
    non c'è un cane; qualche stella
    nella notte sopra i tetti:
    e la notte mi par bella.
    E cammino poveretto
    nella notte fantasiosa
    pur mi sento nella bocca
    la saliva disgustosa. Via dal tanfo
    via dal tanfo e per le strade
    e cammina e via cammina,
    già le case son più rade.
    Trovo l'erba: mi ci stendo
    a conciarmi come un cane:
    Da lontano un ubriaco
    canta amore alle persiane.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Le mani

      Le mani delle donne che incontrammo
      una volta, e nel sogno, e ne la vita:
      oh quelle mani, Anima, quelle dita
      che stringemmo una volta, che sfiorammo
      con le labbra, e nel sogno, e ne la vita!
      Fredde talune, fredde come cose
      morte, di gelo (tutto era perduto):
      o tiepide, parean come un velluto
      che vivesse, parean come le rose:
      rose di qual giardino sconosciuto?
      Ci lasciaron talune una fragranza
      così tenace che per una intera
      notte avemmo nel cuore la primavera;
      e tanto auliva la soligna stanza
      che foresta d'april non più dolce era.
      Da altre, cui forse ardeva il fuoco estremo
      d'uno spirto (ove sei, piccola mano,
      intangibile ormai, che troppo piano
      strinsi? ), venne il rammarico supremo:
      - Tu che m'avesti amato, e non in vano! -
      Da altre venne il desìo, quel violento
      Fulmineo desio che ci percote
      come una sferza; e immaginammo ignote
      lussurie in un'alcova, un morir lento:
      - per quella bocca aver le vene vuote! -
      Altre (o le stesse) furono omicide:
      meravigliose nel tramar l'inganno.
      Tutti gli odor d'Arabia non potranno
      Addolcirle. - Bellissime e infide,
      quanti per voi baciare periranno! -
      Altre (o le stesse), mani alabastrine
      ma più possenti di qualunque spira,
      ci diedero un furor geloso, un'ira
      folle; e pensammo di mozzarle al fine.
      (Nel sogno sta la mutilata, e attira.
      Nel sogno immobilmente eretta vive
      l'atroce donna dalle mani mozze.
      E innanzi a lei rosseggiano due pozze
      di sangue, e le mani entro ancora vive
      sonvi, neppure d'una stilla sozze).
      Ma ben, pari a le mani di Maria,
      altre furono come le ostie sante.
      Brillò su l'anulare il diamante
      né gesti gravi della liturgia?
      E non mai tra i capelli d'un amante.
      Altre, quasi virili, che stringemmo
      forte e a lungo, da noi ogni paura
      fugarono, ogni passione oscura;
      e anelammo a la Gloria, e in noi vedemmo
      illuminarsi l'opera futura.
      Altre ancora ci diedero un profondo
      brivido, quello che non ha l'uguale.
      Noi sentimmo, così, che ne la frale
      palma chiuder potevano esse un mondo
      immenso, e tutto il Bene e tutto il Male:
      Anima, e tutto il Bene e tutto il Male.
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        Scritta da: snivella
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Pecore nella nebbia

        Le colline digradano nel bianco.
        Persone o stelle mi guardano con tristezza, le deludo.

        Il treno lascia dietro una linea di fiato.
        Oh lento cavallo color della ruggine, zoccoli, dolorose campane.

        È tutta la mattina che
        la mattina sta annerendo, un fiore lasciato fuori.

        Le mie ossa racchiudono un'immobilità, i campi
        lontani mi sciolgono il cuore.

        Minacciano
        di lasciarmi entrare in un cielo
        senza stelle né padre, un'acqua scura.
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          Scritta da: Antonella Marotta
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Magra dagli occhi lustri, dai pomelli
          accesi,
          la mia anima torbida che cerca
          chi le somigli
          trova te che sull'uscio aspetti gli uomini.

          Tu sei la mia sorella di quest'ora.

          Accompagnarti in qualche trattoria
          di passoporto
          e guardarti mangiare avidamente!
          E coricarmi senza desiderio
          nel tuo letto!
          Cadavere vicino ad un cadavere
          bere dalla tua vista l'amarezza
          come la spugna secca beve l'acqua!

          Toccare le tue mani i tuoi capelli
          che pure a te qualcuno avrà raccolto
          in un piccolo ciuffo sulla testa!
          E sentirmi guardato dai tuoi occhi
          ostili, poveretta, e tormentarti
          domandandoti il nome di tua madre...

          Nessuna gioia vale questo amaro:
          poterti far piangere, potere
          piangere con te.
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            Scritta da: Nadia De Luca
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Elevation

            Al di là degli stagni, delle valli e dei monti,
            al di là dei boschi, delle nuvole e dei mari,
            al di là del sole, al di là dell'aria,
            al di là dei confini delle stellate sfere,

            Tu, mio spirito, ti muovi con agilità
            e, come buon nuotatore che gode tra le onde,
            allegro solchi la profonda immensità
            con indocile e maschia voluttà.

            Fuggi lontano dai morbosi miasmi,
            voli a purificarti nell'aria più alta,
            e bevi, come un puro liquido divino,
            il fuoco chiaro che colma spazi limpidi.

            Le spalle alla noia e ai vasti affanni
            che opprimono col loro peso la nebbiosa vita,
            felice chi con ali vigorose
            si eleva verso campi sereni e luminosi;

            Chi lancia i pensieri come allodole
            in libero volo verso il cielo del mattino,
            - chi si libra sulla vita e comprende senza sforzo
            il linguaggio dei fiori e delle cose mute!
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              Scritta da: goccia di miele
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Il complice

              Mi crocifiggono e io devo essere la croce e i chiodi.
              Mi tendono il calice e io devo essere la cicuta.
              Mi ingannano e io devo essere la menzogna.
              Mi bruciano e io devo essere l'inferno.
              Devo lodare e ringraziare ogni istante del tempo.
              Il mio nutrimento son tutte le cose.
              Il peso preciso dell'universo, l'umiliazione, il giubilo.
              Devo giustificare ciò che ferisce.
              Non importa la mia fortuna o la mia sventura.
              Sono il poeta.
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                Scritta da: Gabriella Stigliano
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Pensiero, io non ho più

                Pensiero, io non ho più parole.
                Ma cosa sei tu in sostanza?
                qualcosa che lacrima a volte,
                e a volte dà luce....
                Pensiero, dove hai le radici?
                Nella mia anima folle
                o nel mio grembo distrutto?
                Sei cosi ardito vorace,
                consumi ogni distanza;
                dimmi che io mi ritorca
                come ha già fatto Orfeo
                guardando la sua Euridice,
                e cosi possa perderti
                nell'antro della follia.
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