Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Gabriella Stigliano
in Poesie (Poesie d'Autore)

Pensiero, io non ho più

Pensiero, io non ho più parole.
Ma cosa sei tu in sostanza?
qualcosa che lacrima a volte,
e a volte dà luce....
Pensiero, dove hai le radici?
Nella mia anima folle
o nel mio grembo distrutto?
Sei cosi ardito vorace,
consumi ogni distanza;
dimmi che io mi ritorca
come ha già fatto Orfeo
guardando la sua Euridice,
e cosi possa perderti
nell'antro della follia.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    I due leader

    Cacciari: il fascismo è lontano
    Occhetto: il fascismo è vicino
    Cacciari: ma dove lo vedi?
    Occhetto: là, sul falsopiano
    Cacciari: ma è solo un puntino
    Occhetto: ma è enorme, sciocchino
    Cacciari: è una nuvola bassa
    Occhetto: è una squadraccia
    Scusate se interrompo la conversazione
    disse il capo del plotone d'esecuzione.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Il mattino

      Ti svegli.
      Dove sei?
      A casa.
      Non hai potuto ancora abituarti:
      al tuo risveglio
      trovarti a casa.
      Ecco quel che ti lasciano
      tredici anni di carcere.

      Chi c'è nel letto, accanto a te?
      Non è la solitudine, è tua moglie.
      Dorme coi pugni chiusi, come un angelo.
      Le dona, essere incinta.
      Che ore sono?
      Le otto.
      Possiamo dunque star tranquilli
      fino a sera.
      È l'uso,
      la polizia non fa irruzione in pieno giorno.
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        Scritta da: Andrew Ricooked
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Ahi ahi ahi

        Il tizio gestisce una libreria
        ci vado e autografo i miei libri per
        lui
        e lui mi impone sempre qualche libro
        qualcosa del genere declino-e-vita
        difficile
        ma questi libri sono scritti da
        opinionisti
        di giornali
        professori, nati-nella-bambagia,
        ecc.
        E questi hanno visto tanta vita reale
        da bassifondi
        quanto un parroco di campagna;
        le loro vite
        sono state tanto avventurose quanto
        una spolverata allo scaffale della
        libreria
        e nessuno di loro ha mai saltato un
        pasto.
        Questi libri sono ben scritti,
        a volte brillanti
        un filo
        arditi
        ma c'è una sensazione dominante
        di agiatezza
        nella scrittura e nella
        vita.
        I libri mi cadono dalle
        mani.
        Questo tizio della libreria deve
        cominciare a pensare a
        qualche altro tipo di
        compenso
        per me
        che gli autografo i miei libri
        perché leggere queste cagate
        deliziosamente
        stampate
        non fa che ricordarmi
        ancora una volta
        che sto gareggiando solo
        contro
        me stesso.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Uomo e donna a letto alle 10 pomeridiane

          Mi sento come una scatola di sardine, disse lei.
          Mi sento come un cerotto, dissi io.
          Mi sento come un panino al tonno, disse lei.
          Mi sento come un pomodoro a fette, dissi io.
          Mi sento come se stesse per piovere, disse lei.
          Mi sento come se l'orologio s'è fermato, dissi io.
          Mi sento come se la porta fosse aperta, disse lei.
          Mi sento come se stesse per entrare un elefante, dissi io.
          Mi sento che dovremmo pagare l'affitto, disse lei.
          Mi sento che dovresti trovare lavoro, disse lei.

          Non me la sento di lavorare, dissi.

          Mi sento che di me non te me ne importa, disse lei.
          Mi sento che dovremmo far l'amore, dissi io.
          Mi sento che l'amore l'abbiamo fatto fìn troppo, disse lei.
          Mi sento che dovremmo farlo più spesso, dissi io.
          Mi sento che dovresti trovare lavoro, disse lei.
          Mi sento che dovresti trovare lavoro, dissi io.
          Mi sento una gran voglia di bere, disse lei.
          Mi sento come una bottiglia di whisky, dissi io.
          Mi sento che finiremo come due ubriaconi, disse lei.
          Mi sento che hai ragione, dissi io.
          Mi sento di mollare tutto, disse lei.
          Mi sento che ho bisogno d'un bagno, dissi io.
          Anch'io mi sento che hai bisogno d'un bagno, disse lei.
          Mi sento che dovresti lavarmi la schiena, dissi io.
          Mi sento che tu non mi ami, disse lei.
          Mi sento che ti amo, dissi io.
          Mi sento quel coso dentro adesso, disse lei.
          Anch'io sento che adesso quel coso è dentro di te, dissi io.
          Mi sento che adesso ti amo, disse lei.
          Mi sento che ti amo più di te, dissi io.
          Mi sento benone, disse lei, ho voglia di urlare.
          Mi sento che non la smetterei più, dissi io.
          Mi sento che ne saresti capace, disse lei.
          Mi sento, dissi io.
          Mi sento, disse lei.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Arte poetica

            Tra ombre e spazio, tra guarnigioni e donzelle,
            dotato di cuor singolare e di sogni funesti,
            precipitosamente pallido, appassito in fronte,
            e con lutto di vedovo furioso per ogni giorno della mia vita,
            ahi, per ogni acqua invisibile che bevo sonnolento
            e per ogni suono che accolgo tremando,
            ho la stessa sete assente, la stessa febbre fredda,
            un udito che nasce, un'angustia indiretta,
            come se arrivassero ladri o fantasmi,
            e in un guscio di estensione fissa e profonda,
            come un cameriere umiliato, come una campana un po' roca,
            come uno specchio vecchio, come un odor di casa sola
            in cui gli ospiti entrano di notte perdutamente ebbri,
            e c'è un odore di biancheria gettata al suolo, e un'assenza di fiori
            - forse un altro modo ancor meno malinconico -,
            ma, la verità d'improvviso, il vento che sferza il mio petto,
            le notti di sostanza infinita cadute nella mia camera,
            il rumore di un giorno che arde con sacrificio
            sollecitano ciò che di profetico è in me, con malinconia,
            e c'è un colpo di oggetti che chiamano senza risposta
            e un movimento senza tregua, e un nome confuso.
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Vieni a rapirmi e dentro questo ardente
              panorama di sogno a rinverdirmi.
              Vieni allo spazio della vita mia,
              cambiamento di tempo: se sei uomo
              devi divaricare la mia mente,
              ma se sei donna non avrai salute
              né fame né ricordo maledetto.

              Rammento solo che son fatta eguale
              al tuo fango e resisto al tuo costato;
              chiamami nume e poi chiamami Athena
              ma soprattutto chiamami tua donna,
              o fiore di domanda doloroso.
              Composta martedì 3 maggio 2016
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