Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Marilù Rossi
in Poesie (Poesie d'Autore)

Pena d'amore

Il clamore d'un passero sulle grondaie,
La luna brillante e tutto il latteo cielo,
E tutta quella famosa armonia di foglie,
Avean cancellato l'immagine dell'uomo ed il suo grido.

Una fanciulla sorse che aveva labbra rosse e dolenti
E sembrava la grandezza del mondo in lacrime,
Condannata come Odisseo e le navi travagliate
E orgogliosa come Priamo assassinato con i suoi pari.

Sorse, e sull'istante le grondaie piene di clamore,
Una luna che si arrampicava su un vuoto cielo,
E tutto quel lamento delle foglie,
Potevano soltanto comporre l'immagine dell'uomo e il suo grido.
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    Scritta da: Cheope
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    I poeti

    Il sogno d'un passato lontano, d'una ignota
    stirpe, d'una remota
    favola nei Poeti luce. Ai Poeti oscuro
    è il sogno del futuro.
    Qual contro l'aure avverse una chioma divina,
    una fiamma divina,
    tal ne la vita splende
    l'Anima, si distende,
    in dietro effusa pende.

    Ospiti fummo (O tu che m'ami: ti sovviene?
    Era ne le tue vene
    il Ritmo), ospiti fummo in imperi di gloria.
    Nativa è la memoria
    in noi, dei fiori ardenti su dai cavi alabastri
    come tangibili astri,
    dei misteri veduti,
    degli amori goduti,
    degli aromi bevuti.

    In qual sera purpurea chiudemmo gli occhi? Quale
    fu ne l'ora mortale
    il nostro Dio? Da quale portentosa ferita
    esalammo la vita?
    Forse dopo una strage di eroi? Sotto il profondo
    ciel d'un letto profondo?
    Le nostre spoglie fiera
    custodì la Chimera
    ne la purpurea sera.

    E al risveglio improvviso dal sonno secolare
    noi vedemmo raggiare
    un altro cielo; udimmo altre voci, altri canti;
    udimmo tutti i pianti
    umani, tutti i pianti umani che la Terra
    nel suo cerchio rinserra.
    Udimmo tutti i vani
    gemiti e gli urli insani
    e le bestemmie immani.

    Udimmo taciturni la querela confusa.
    Ma ne l'anima chiusa
    l'antichissimo sogno, che fluttuava ancòra,
    ebbe una nuova aurora.
    E vivemmo; e ingannammo la vita ricordando
    quella morte, cantando
    dei misteri veduti,
    degli amori goduti,
    degli aromi bevuti.

    Or conviene il silenzio: alto silenzio. Oscuro
    è il sogno del futuro.
    Nuova morte ci attende. Ma in qual giorno supremo,
    o Fato, rivivremo?
    Quando i Poeti al mondo canteranno su corde
    d'oro l'inno concorde:
    - O voi che il sangue opprime,
    Uomini, su le cime
    splende l'Alba sublime!
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      Scritta da: Cheope
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Parola che l'amor da la rotonda
      bocca mi versa come unguenti e odori;
      Parola che da l'odio irrompi fuori
      fischiando come sasso da la fionda;

      sola virtù che da la carne immonda
      alzi gli spinti e inebri di fulgori;
      o seme indistruttibile né cuori,
      Parola, o cosa mistica e profonda;

      ben io so la tua specie e il tuo mistero
      e la forza terribile che dentro
      porti e la pia soavità che spandi;

      ma fossi tu per me fiume tra i grandi
      fiumi più grande, e limpido nel centro
      de la Vita recassi il mio pensiero!
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        Scritta da: Paul Mehis
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Dice la sera: "Ho sete d'ombra"
        Dice la luna: "Io ho sete di stelle!"
        La fonte cristallina chiede labbra,
        sospiri chiede il vento.

        Io ho sete di aromi e di risate.
        Sete di canti nuovi
        Senza lune ne gigli,
        e senza amori morti.

        Un canto mattutino per cui tremi
        La quiete dei ristagni
        Dell'avvenire. E colmi di speranza
        Sia le onde che le melme.

        Un canto luminoso e sereno,
        pieno di pensiero,
        vergine di tristezza e di angosce
        e vergine di sogni.

        E senza carne lirica che colmi
        di risate il silenzio.
        (Uno stormo di cieche colombe
        lanciate al mistero. )

        Canto diretto al cuore delle cose
        e all'anima dei venti
        e che riposi infine nella gioia
        del cuore eterno.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Oggi essere rivoluzionari significa rallentare

          Abbiamo bisogno di contadini,
          di poeti, gente che sa fare il pane,
          che ama gli alberi e riconosce il vento.
          più che l'anno della crescita, ci vorrebbe l'anno
          dell'attenzione.
          Attenzione a che cade, al sole che nasce
          e che muore, ai ragazzi che crescono,
          attenzione anche a un semplice lampione,
          a un muro scrostato.
          Oggi essere rivoluzionari
          significa togliere
          più che aggiungere, rallentare
          più che accelerare,
          significa dare valore al silenzio, alla luce,
          alla fragilità, alla dolcezza.
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