Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Introduzione

Ciò accadde allorché a sorridere
Era solo chi è morto - lieto della pace.
E, appendice inutile, si sbatteva
Leningrado intorno alle sue carceri.
E allorché, impazzite di tormento,
Condannate ormai andavano le schiere
E breve canzone di distacco
I fischi cantavano delle locomotive.
Stelle di morte incombevano su noi
E innocente la Russia si torceva
Sotto sanguinosi stivali
E copertoni di neri cellulari.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Amoroso auspicio

    Né l'intima grazia della tua fronte luminosa come una festa
    né il favore del tuo corpo, tuttora arcano e tacito e fanciullesco,
    né l'alternarsi delle tue vicende in parole o in silenzi
    saranno offerta così misteriosa
    come rimirare il tuo sonno coinvolto
    nella veglia delle mie braccia.
    Di nuovo miracolosamente vergine per la virtù assolutoria del sonno,
    serena e splendente come fausto ricordo trascelto,
    mi offrirai quella sponda della tua vita che tu stessa non possiedi.
    Proiettato nella quiete,
    scorgerò quella riva estrema del tuo essere
    e ti vedrò forse per la prima volta
    quale Iddio deve ravvisarti,
    annullata la finzione del Tempo,
    senza l'amore, senza di me.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Tristezza della Luna.

      Questa sera la luna sogna più languidamente; come una
      bella donna che su tanti cuscini con mano distratta e leggera
      prima d'addormirsi carezza il contorno dei seni,
      e sul dorso lucido di molli valanghe morente, si abbandona
      a lunghi smarrimenti, girando gli occhi sulle visioni
      bianche che salgono nell'azzurro come fiori in boccio.

      Quando, nel suo languore ozioso, ella lascia cadere su questa
      terra una lagrima furtiva, un pio poeta, odiatore del sonno,

      accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima
      dai riflessi iridati come un frammento d'opale, e la nasconde
      nel suo cuore agli sguardi del sole.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Natale

        Natale. Guardo il presepe scolpito,
        dove sono i pastori appena giunti
        alla povera stalla di Betlemme.
        Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
        salutano il potente Re del mondo.
        Pace nella finzione e nel silenzio
        delle figure di legno: ecco i vecchi
        del villaggio e la stella che risplende,
        e l'asinello di colore azzurro.
        Pace nel cuore di Cristo in eterno;
        ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
        Anche con Cristo e sono venti secoli
        il fratello si scaglia sul fratello.
        Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
        che morirà poi in croce fra due ladri?
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          Scritta da: Antonella Marotta
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Amicizia

          Noi non ci conosciamo. Penso ai giorni
          che, perduti nel tempo, c'incontrammo,
          alla nostra incresciosa intimità.
          Ci siamo sempre lasciati
          senza salutarci,
          con pentimenti e scuse da lontano.
          Ci siam riaspettati al passo,
          bestie caure,
          cacciatori affinati,
          a sostenere faticosamente
          la nostra parte di estranei.
          Ritrosie disperanti,
          pause vertiginose e insormontabili,
          dicevan, nelle nostre confidenze,
          il contatto evitato e il vano incanto.
          Qualcosa ci è sempre rimasto,
          amaro vanto,
          di non aver ceduto ai nostri abbandoni,
          qualcosa ci è sempre mancato.
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            Scritta da: Roxanne ...
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Io non l'ho detto ancora al mio giardino
            Per non perdermi d'animo.
            E non mi sento ancora tanto forte
            Da rivelarlo all'ape.

            Non ne farò parola nella strada,
            Perfino le botteghe stupirebbero ch'io
            Timida ed ignorante come sono,
            Abbia l'audacia di morire.

            Non devono saperlo le colline
            Dove tanto ho vagato,
            Né posso dire ai miei boschi diletti
            Il giorno dell'addio.
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              Scritta da: Rosita Matera
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              L'infinitamente mutevole

              Come chi volesse in una mano
              chiusa a coppa, prendere una spiaggia
              di sabbia e un oceano, grano a grano
              goccia a goccia,

              come chi volesse sulla fronte
              reggere il sole dell'alba
              chiuderlo sull'orizzonte
              dentro a un a foschia scialba,

              è chi tenta di sentire
              in sé l'essenza della vita,
              meglio viaggiare, fuggire
              come fa lei, l'infinitamente mutevole.
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