Seno di bosco discende al ritmo di montuose fiumare. Questo ritmo mi rivela Te, il Verbo Primordiale. Com'è stupendo il Tuo silenzio in tutto ciò che da ogni dove propala un mondo reale... che assieme al seno di bosco scende giù da ogni versante... tutto ciò che con sé trascina l'argentata cascata del torrente, che dal monte cade ritmato, trasportato dalla propria corrente... - dove trasportato?
Che hai detto, torrente di monte? In che luogo t'incontri con me? Con me che sono altresì perituro come te, siffatto... Ma cosiffatto come te?
(Di fermarmi qui, acconsenti - consentimi di fermarmi al varco, ecco uno di questi semplici portenti. ) Non si stupisce una fiumara scendente e silenziosamente discendono i boschi al ritmo del torrente - però un umano si meraviglia. Il varco che un mondo trapassa attraverso l'uomo è dello stupore la soglia, (una volta, proprio questo portento fu nominato "Adamo". ) Ed era solo, col suo stupore, tra le creature senza meraviglia - per le quali esistere e trascorrere era sufficiente. L'uomo, con loro, scorreva sull'onda dello stupore! Meravigliandosi, sempre emergeva dal maroso che lo trasportava, come per dire a tutto il mondo: "fermati! - in me hai un porto, in me c'è quel luogo d'incontro col Primordiale Verbo" - "fermati, questo trapasso ha un senso, ha un senso... ha un senso... ha un senso!"
Non mostriamoci troppo esigenti, non è accessibile la Felicità a ogni genere di gente. Bisognerebbe essere meno sensibili oppure avere soldi in quantità... Non chiediamo l'impossibile: noi dobbiamo trovarci contenti d'essere quello che siamo: innamorati intermittenti, cioè: pazzi l'un dell'altra, ma di tempo in tempo. É già molto essere in due fianco a fianco sulla terra e soffrire insieme e vivere senza star troppo in silenzio. E se avendo più esigenze, se pensandoci sentiamo di avere l'anima ancora troppo nubile, questo è segno di troppa intelligenza o di brutto carattere...
Immenso e rosso Sopra il Grand Palais Il sole d'inverno viene E se ne va Come lui il mio cuore sparirà E tutto il mio sangue se ne andrà Se ne andrà in cerca di te Amore mio Bellezza mia E ti ritroverà In qualunque posto tu stia.
Sì, lo so: solo il felice È amato. La sua voce È ascoltata con piacere. La sua faccia è bella.
L'albero deforme nel cortile È frutto del terreno cattivo, ma Quelli che passano gli danno dello storpio E hanno ragione.
Le barche verdi e le vele allegre della baia Io non le vedo. Soprattutto Vedo la rete strappata del pescatore. Perché parlo solo del fatto Che la colona quarantenne cammina in modo curvo? I seni delle ragazze Sono caldi come sempre.
Una rima in una mia canzone Mi sembrerebbe quasi una spavalderia.
In me si combattono L'entusiasmo per il melo in fiore E il terrore per i discorsi dell'imbianchino. * Ma solo il secondo Mi spinge alla scrivania.
* Con "l'imbianchino" Brecht si riferisce a Hitler.
Non so dove i gabbiani abbiano il nido, ove trovino pace. Io son come loro in perpetuo volo. La vita la sfioro com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo. E come forse anch'essi amo la quiete, la gran quiete marina, ma il mio destino è vivere balenando in burrasca.