Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Valeria S
in Poesie (Poesie d'Autore)

Chino sulle sere

Chino sulle sere tiro le mie tristi reti
ai tuoi occhi oceanici.

Lì si distende e arde nel più alto fuoco
la mia solitudine che fa girare le braccia come un naufrago.

Faccio rossi segnali ai tuoi occhi assenti
che ondeggiano come il mare sulla riva di una faro.

Conservi solo tenebre, donna distante e mia,
dal tuo sguardo emerge a volte la costa del terrore.

Chino sulle sere getto le mie tristi reti
in quel mare che scuote i tuoi occhi oceanici.

Gli uccelli notturni beccano le prime stelle
che scintillano come la mia anima quando ti amo.

Galoppa la notte sulla sua cavalla cupa
spargendo spighe azzurre sul prato.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    A quanto pare mia madre non dovrebbe avermi abortito

    Vinco le parole al fiato
    lacero le fibre necessarie
    sanguino il sanguinabile
    giro il cannocchiale verso di me
    non compro nessuna macchina usata da quel tizio
    la macchina usata ce l'ho già
    infilo il mare
    ne vengo sputato
    cedo la ragione al vento
    dò forma alla strada con l'ombra del machete
    dò forma alla mia ombra col gesso
    conosco il muschio senza fargli conoscere me
    conosco il bordo del mondo per sentito dire
    non mi lascio minacciare nel futuro
    inalo il monte rosa
    scalcio
    giro le trottole
    conservo la soglia del dolore
    mi presento gli occhi che per poco non ho usato
    mi concedo, mi assumo, mi spingo, mi apposto, mi bracco
    mi invito alla festa
    dirigo l'attenzione con bacchette in ciliegio
    riconosco il piacere
    rilascio le spalle
    non trattengo urla
    non trattengo nascite
    non dubito delle stelle
    non dubito del fatto che mia madre non mi abbia abortito

    non ho intenzione di sentirmi abusivo.
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      Scritta da: goccia di miele
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Ritratto di donna

      Deve essere a scelta.
      Cambiare, purché niente cambi.
      È facile, impossibile, difficile, ne vale la pena.
      Ha gli occhi, se occorre, ora azzurri, ora grigi,
      neri, allegri, senza motivo pieni di lacrime.
      Dorme con lui come la prima venuta, l'unica al mondo.

      Gli darà quattro figli, nessuno, uno.
      Ingenua, ma ottima consigliera.
      Debole, ma sosterrà.
      Non ha la testa sulle spalle, però l'avrà.
      Legge Jaspers e le riviste femminili.
      Non sa a che serva questa vite, e costruirà un ponte.
      Giovane, come al solito giovane, sempre ancora giovane.

      Tiene nelle mani un passero con l'ala spezzata,
      soldi suoi per un viaggio lungo e lontano,
      una mezzaluna, un impacco e un bicchierino di vodka.

      Dove è che corre, non sarà stanca?
      Ma no, solo un poco, molto, non importa.
      O lo ama o si è intestardita.
      Nel bene, nel male, e per l'amor del cielo!
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        Scritta da: Phantastica
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        In the Morning you Always come Back

        Lo spiraglio dell'alba
        respira con la tua bocca
        in fondo alle vie vuote.
        Luce grigia i tuoi occhi,
        dolci gocce dell'alba
        sulle colline scure.
        Il tuo passo e il tuo fiato
        come il vento dell'alba
        sommergono le case.
        La città abbrividisce,
        odorano le pietre
        sei la vita, il risveglio.
        Stella sperduta
        nella luce dell'alba,
        cigolio della brezza,
        tepore, respiro
        è finita la notte.
        Sei la luce e il mattino.
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          Scritta da: Rosita Matera
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          L'infinitamente mutevole

          Come chi volesse in una mano
          chiusa a coppa, prendere una spiaggia
          di sabbia e un oceano, grano a grano
          goccia a goccia,

          come chi volesse sulla fronte
          reggere il sole dell'alba
          chiuderlo sull'orizzonte
          dentro a un a foschia scialba,

          è chi tenta di sentire
          in sé l'essenza della vita,
          meglio viaggiare, fuggire
          come fa lei, l'infinitamente mutevole.
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            Scritta da: snivella
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Lady Lazarus

            I have done it again.
            One year in every ten
            i manage it-

            a sort of walking miracle, my skin
            Bright as a Nazi lampshade,
            My right foot

            a paperweight,
            My face a featureless, fine
            Jew linen.

            Peel off the napkin
            0 my enemy.
            Do i terrify? -

            The nose, the eye pits, the full set of teeth?
            The sour breath
            Will vanish in a day.

            Soon, soon the flesh
            The grave cave ate will be
            At home on me

            And i a smiling woman.
            I am only thirty.
            And like the cat i have nine times to die.

            This is Number Three.
            What a trash
            To annihilate each decade.

            What a million filaments.
            The peanut-crunching crowd
            Shoves in to see

            Them unwrap me hand and foot
            The big strip tease.
            Gentlemen, ladies

            These are my hands
            My knees.
            I may be skin and bone,

            Nevertheless, i am the same, identical woman.
            The first time it happened i was ten.
            It was an accident.

            The second time i meant
            To last it out and not come back at all.
            I rocked shut

            As a seashell.
            They had to call and call
            And pick the worms off me like sticky pearls.

            Dying
            Is an art, like everything else,
            i do it exceptionally well.

            I do it so it feels like hell.
            I do it so it feels real.
            I guess you could say i've a call.

            It's easy enough to do it in a cell.
            It's easy enough to do it and stay put.
            It's the theatrical

            Comeback in broad day
            To the same place, the same face, the same brute
            Amused shout:

            'a miracle!'
            That knocks me out.
            There is a charge

            For the eyeing of my scars, there is a charge
            For the hearing of my heart-
            It really goes.

            And there is a charge, a very large charge
            For a word or a touch
            Or a bit of blood

            Or a piece of my hair or my clothes.
            So, so, Herr Doktor.
            So, Herr Enemy.

            I am your opus,
            i am your valuable,
            The pure gold baby

            That melts to a shriek.
            I turn and burn.
            Do not think i underestimate your great concern.

            Ash, ash -
            You poke and stir.
            Flesh, bone, there is nothing there-

            a cake of soap,
            a wedding ring,
            a gold filling.

            Herr God, Herr Lucifer
            Beware
            Beware.

            Out of the ash
            i rise with my red hair
            And i eat men like air.


            L'ho rifatto.
            Un anno ogni dieci
            Ci riesco -
            Una specie di miracolo ambulante, la mia pelle
            Splendente come un paralume Nazi,
            Un fermacarte il mio
            Piede destro,
            La mia faccia un anonimo, perfetto
            Lino ebraico.
            Via il drappo,
            o mio nemico!
            Faccio forse paura? -
            Il naso, le occhiaie, la chiostra dei denti?
            Il fiato puzzolente
            In un giorno svanirà.
            Presto, ben presto la carne
            Che il sepolcro ha mangiato si sarà
            Abituata a me
            e io sarò una donna che sorride.
            Non ho che trent'anni.
            E come il gatto ho nove vite da morire.
            Questa è la numero tre.
            Quale ciarpame
            Da far fuori ogni decennio.
            Che miriade di filamenti.
            La folla sgranocchiante noccioline
            Si accalca per vedere
            Che mi sbendano mano e piede -
            Il grande spogliarello.
            Signori e signore, ecco qui
            Le mie mani,
            i miei ginocchi.
            Sarò anche pelle e ossa,
            Ma pure sono la stessa identica donna.
            La prima volta successe che avevo dieci anni.
            Fu un incidente.
            Ma la seconda volta ero decisa
            a insistere, a non recedere assolutamente.
            Mi dondolavo chiusa
            Come conchiglia.
            Dovettero chiamare e chiamare
            e staccarmi via i vermi come perle appiccicose.
            Morire
            è un'arte, come ogni altra cosa.
            Io lo faccio in modo eccezionale.
            Io lo faccio che sembra come inferno.
            Io lo faccio che sembra reale.
            Ammettete che ho la vocazione.
            È facile abbastanza da farlo in una cella.
            È facile abbastanza farlo e starsene lì.
            È il teatrale
            Ritorno in pieno giorno
            a un posto uguale, uguale viso, uguale
            Urlo divertito e animale:
            "Miracolo!"
            È questo che mi ammazza.
            C'è un prezzo da pagare
            Per spiare
            Le mie cicatrici, per auscultare
            Il mio cuore - eh sì, batte.
            E c'è un prezzo, un prezzo molto caro,
            Per una toccatina, una parola,
            o un po' del mio sangue
            o di capelli o un filo dei miei vestiti.
            Eh sì, Herr Doktor.
            Eh sì, Herr Nemico.
            Sono il vostro opus magnum.
            Sono il vostro gioiello,
            Creatura d'oro puro
            Che a uno strillo si liquefà.
            Io mi rigiro e brucio.
            Non crediate che io sottovaluti le vostre ansietà.
            Cenere, cenere -
            Voi attizzate e frugate.
            Carne, ossa, non ne trovate -
            Un pezzo di sapone,
            Una fede nuziale,
            Una protesi dentale.
            Herr Dio, Herr Lucifero,
            Attento.
            Attento.
            Dalla cenere io rivengo
            Con le mie rosse chiome
            e mangio uomini come aria di vento.
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