Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Una Valentina

È scritta questa rima per colei i cui occhi
lucenti ed espressivi come i gemelli di Leda,
troveranno il suo stesso dolce nome annidato
sulla pagina, celato ad ogni lettore.
Osservate i versi attentamente! Vi è in essi
un tesoro divino - un talismano - un amuleto -
che si deve portare sul cuore. Osservate poi
il metro - le parole - le sillabe!
Nulla si tralasci, o sarà vana la fatica!
E non v'è, nondimeno, nessun nodo gordiano
che senza una spada non potreste disciogliere,
se solo n'afferraste il soggetto.
Tracciate sul foglio, scrutate da occhi
in cui l'anima balena, s'ascondono, perdute,
tre parole eloquenti, spesso dette e spesso udite
da un poeta a un poeta - e d'un poeta è anche il nome.
Le sue lettere, benché ingannino, ovviamente,
come il Cavalier Pinto - Mendez Ferdinando -
sono, invece, sinonimo del Vero. - Ora basta!
Pur facendo del vostro meglio, non sciogliereste l'indovinello.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Prima colazione

    Lui ha messo
    Il caffè nella tazza
    Lui ha messo
    Il latte nel caffè
    Lui ha messo
    Lo zucchero nel caffellatte
    Ha girato
    Il cucchiaino
    Ha bevuto il caffellatte
    Ha posato la tazza
    Senza parlarmi
    S'è acceso
    Una sigaretta
    Ha fatto
    Dei cerchi di fumo
    Ha messo la cenere
    Nel portacenere
    Senza parlarmi
    Senza guardarmi
    S'è alzato
    S'è messo
    Sulla testa il cappello
    S'è messo
    L'impermeabile
    Perché pioveva
    E se n'è andato
    Sotto la pioggia
    Senza parlare
    Senza guardarmi,
    E io mi son presa
    La testa fra le mani
    E ho pianto.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Come il fiume che scorre

      Essere come il fiume che scorre
      silenzioso nella notte,
      senza temere le tenebre.
      Se ci sono stelle nel cielo, rifletterle.
      E se i cieli si riempiono di nubi,
      così come il fiume, le nubi sono d'acqua;
      riflettere anch'esse, senza timore,
      nelle tranquille profondità.
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        Scritta da: Lella Mcidw
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Sonetto 92

        Fai pure del tuo peggio per sottrarti a me,
        ma per tutta la vita mi apparterrai:
        vita che non durerà più a lungo del tuo amore,
        perché essa completamente da quell'amore dipende.
        Non devo perciò temere il massimo dei mali,
        dal momento che il minimo di essi mi può causare la fine;
        esiste per me un più felice stato
        di questo continuo dipendere dai tuoi umori!
        Tu non puoi torturarmi con la tua incostanza,
        ne va della mia vita col tuo disdegno.
        Oh, quale titolo alla felicità posseggo:
        pago di avere il tuo affetto, contento di dover morire!
        C'è cosa tanto bella che non tema macchia?
        Tu potresti ingannarmi e io non saperlo.
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          Scritta da: rainbow
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Tristezze della luna

          Nei suoi sogni la luna è più pigra, stasera:
          come una bella donna su guanciali profondi,
          che carezzi con mano disattenta e leggera
          prima d'addormentarsi i suoi seni rotondi,

          lei su un serico dorso di molli aeree nevi
          moribonda s'estenua in perduti languori,
          con gli occhi seguitando la apparizioni lievi
          che sbocciano nel cielo come candidi fiori.

          Quando a volte dai torpidi suoi ozi una segreta
          lacrima sfugge e cade sulla terra, un poeta
          nottambulo raccatta con mistico fervore

          nel cavo della mano quella pallida lacrima
          iridescente come scheggia d'opale.
          e, per sottrarla al sole, se la nasconde in cuore.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Restai insaziata tutti i miei anni.
            Arrivato il pomeriggio, tremante
            avvicinai il tavolo per mangiare
            e assaggiai un vino strano,

            quello che avevo visto sulle tavole
            quando affamata - tornando a casa -
            guardavo attraverso i vetri la ricchezza
            che non speravo di possedere mai.

            Non conobbi l'abbondanza del pane -
            era diversa la briciola
            che avevo divisa con gli uccelli
            nella sala da pranzo della natura.

            Il troppo mi urta - è così insolito.
            Mi sentivo a disagio, spaesata -
            come una bacca ai fratta montana
            trapiantata sulla strada.

            E non avevo fame. Allora capii
            che la fame è un istinto
            di chi guarda le vetrine dal di fuori.
            L'entrare, la disperde.
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              Scritta da: Saeglopur
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Ode all'autunno

              Modesto è l'autunno, come i taglialegna.
              Costa molto togliere tutte le foglie
              da tutti gli alberi di tutti i paesi.
              La primavera le cucì in volo
              e ora bisogna lasciarle cadere
              come se fossero uccelli gialli:
              Non è facile.
              Serve tempo.
              Bisogna correre per le strade,
              parlare lingue,
              svedese, portoghese,
              parlare la lingua rossa,
              quella verde.
              Bisogna sapere
              tacere in tutte le lingue
              e dappertutto, sempre,
              lasciare cadere,
              cadere,
              lasciare cadere,
              cadere le foglie.
              Difficile è essere autunno,
              facile essere primavera.
              Accendere tutto quel che è nato
              per essere acceso.
              Spegnere il mondo, invece,
              facendolo scivolare via
              come se fosse un cerchio di cose gialle,
              fino a fondere odori, luce, radici,
              e a far salire il vino all'uva,
              coniare con pazienza l'irregolare moneta
              della cima dell'albero
              e spargerla dopo
              per disinteressate strade deserte,
              è compito di mani virili.
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