Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Carmine Carmine
in Poesie (Poesie d'Autore)

Una sfida alle tenebre

Colpito in un occhio
colpito nel cervello
colpito nel culo
colpito come un fiore che sta danzando

Meravigliandomi per come la morte vinca senza fatica
meravigliandomi per come si presti fede a stupide forme di vita

Meravigliandomi per come il riso venga soffocato
meravigliandomi per come il vizio sia così una costante

Devo in fretta dichiarare una mia guerra alla loro guerra
devo aggrapparmi al mio ultimo pezzo di suolo
devo proteggere il piccolo spazio che mi sono ritagliato e che mi ha permesso di vivere

La mia vita non la loro morte
la mia morte non la loro morte...
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    La ballata dell'angelo ferito

    Urlate urlate urlate urlate.
    Non voglio lacrime. Urlate.
    Idolo e vittima di opachi riti
    Nutrita a forza in corpo che giace
    Io Eluana grido per non darvi pace

    Diciassette di coma che m'impietra
    Gli anni di stupro mio che non ha fine.
    Una marea di sangue repentina
    Angelica mi venne e fu menzogna
    Resto attaccata alla loro vergogna

    Ero troppo felice? Mi ha ghermita
    Triste fato una notte e non finita.
    Gloria a te Medicina che mi hai rinata
    Da naso a stomaco una sonda ficcata
    Priva di morte e orfana di vita

    Ho bussato alla porta del Gran Prete
    Benedetto: Santità fammi morire!
    Il papa è immerso in teologica fumata
    Mi ha detto da una finestra un Cardinale
    Bevi il tuo calice finché sia secco
    Ti saluta Sua Santità con tanto affetto

    Ho bussato alla porta del Dalai Lama.
    Tu il Riverito dai gioghi tibetani
    Tu che il male conosci e l'oppressura
    Accendimi Nirvana e i tubi oscura
    Ma gli occhi abbassa muto il Dalai Lama

    Ho bussato alla porta del Tribunale
    E il Giudice mi ha detto sei prosciolta
    La legge oggi ti libera ma tu domani
    Andrai tra di altri giudici le mani.
    Iniquità che predichi io gemo senza gola
    Bandiera persa qui nel gelo sola

    Ho bussato alla porta del Signore
    Se tu ci sei e vedi non mi abbandonare
    Chiamami in cielo o dove mai ti pare
    Soffia questa candela d'innocente
    Ma il Signore non dice e non fa niente

    Ho bussato alla porta del padre mio
    Lui sì risponde! Figlia ti so capire
    Dolcissimo io vorrei darti morire
    Ma c'è una bieca Italia di congiura
    Che mi sentenzia che non è natura

    E il mio papà piangeva da fontana
    Me tra ganasce di sorte puttana.
    Cittadini, di tanta inferta offesa
    Venga alla vostra bocca il sale amaro.
    Pensate a me Eluana Englaro.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Chiamatemi con i miei veri nomi

      Non dire che domani me ne andrò, perfino oggi sto arrivando di nuovo.
      Guarda profondamente: ad ogni secondo arrivo, per essere un getto primaverile;
      un uccellino, con piccole ali ancora fragili: sto imparando a cantare
      nel mio nido nuovo;
      per essere un bruco nel cuore del fiore; un gioiello che si nasconde
      nella pietra.

      Ancora arrivo, per ridere e per piangere, per avere paura e per sperare.
      Il ritmo del mio cuore è la nascita e la morte di tutto ciò che vive.

      Sono un insetto che si trasforma sulla superficie dell'acqua.
      E sono l'uccello che si lancia per inghiottire l'insetto.
      Sono una rana che nuota felice nella chiara acqua dello stagno.
      E sono il serpente che, silenzioso, si ciba di rane.

      Sono un bambino dell'Uganda, tutto pelle e ossa, le mie gambe esili come canne di bambù,
      e sono anche il mercante che vende armi mortali all'Uganda.
      Io sono la bimba dodicenne profuga su una piccola barca,
      che si getta nell'oceano dopo essere stata violentata da un pirata.
      E sono anche il pirata, il mio cuore ancora incapace di vedere e di amare.
      Sono un membro del Politburo, con un enorme potere tra le mani.
      E sono l'uomo che deve pagare il suo "debito di sangue" alla sua gente, morendo lentamente in un campo di lavori forzati.

      La mia gioia è come la primavera, così calda che fa sbocciare fiori su tutta la terra.
      Il mio dolore è come un fiume di lacrime, così vasto che riempie tutti i quattro oceani.
      Per favore, chiamatemi con i miei veri nomi, perché io possa udire tutti i miei pianti e tutte le mie risa insieme,
      perché possa vedere che la mia gioia e il mio dolore sono una cosa sola.
      Per favore, chiamatemi con i miei veri nomi, in modo che mi possa risvegliare
      e la porta del mio cuore sia lasciata aperta, la porta della compassione.
      Composta mercoledì 21 aprile 2010
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        Scritta da: Paolo P
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Contro l'usura

        Con usura nessuno ha una solida casa
        di pietra squadrata e liscia
        per istoriarne la facciata,
        con usura
        non v'è chiesa con affreschi di paradiso
        harpes et luz
        e l'Annunciazione dell'Angelo
        con le aureole sbalzate,
        con usura
        nessuno vede dei Gonzaga eredi e concubine
        non si dipinge per tenersi arte
        in casa ma per vendere e vendere
        presto e con profitto, peccato contro natura,
        il tuo pane sarà staccio vieto
        arido come carta,
        senza segala né farina di grano duro,
        usura appesantisce il tratto,
        falsa i confini, con usura
        nessuno trova residenza amena.
        Si priva lo scalpellino della pietra,
        il tessitore del telaio
        CON USURA
        la lana non giunge al mercato
        e le pecore non rendono
        peggio della peste è l'usura, spunta
        l'ago in mano alle fanciulle
        e confonde chi fila. Pietro Lombardo
        non si fè con usura
        Duccio non si fè con usura
        né Piero della Francesca o Zuan Bellini
        né fu 'La Calunnià dipinta con usura.
        L'Angelico non si fè con usura, né Ambrogio de Praedis,
        nessuna chiesa di pietra viva firmata: 'Adamo me fecit'.
        Con usura non sorsero
        Saint Trophine e Saint Hilaire,
        usura arrugginisce il cesello
        arrugginisce arte ed artigiano
        tarla la tela nel telaio, nessuno
        apprende l 'arte d'intessere oro nell'ordito;
        l'azzurro s'incancrena con usura; non si ricama
        in cremisi, smeraldo non trova il suo Memling
        usura soffoca il figlio nel ventre
        arresta il giovane amante
        cede il letto a vecchi decrepiti,
        si frappone tra giovani sposi
        CONTRO NATURA
        Ad Eleusi han portato puttane
        carogne crapulano
        ospiti d'usura.
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          Scritta da: Rosita Matera
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Se la nota dicesse: Non è la nota che fa la musica
          Non ci sarebbero le sinfonie,
          Se la parola dicesse: Non è la parola che può fare la pagina
          Non ci sarebbero più libri.
          Se la pietra dicesse: Non è la pietra che può alzare un muro
          Non ci sarebbero più case.
          Se la goccia d'acqua dicesse: Non è una goccia d'acqua che può fare il fiume
          Non ci sarebbe l'oceano.
          Se il chicco di grano dicesse: Non è un chicco di grano che può seminare il campo
          Non ci sarebbero le messe.
          Se l'uomo dicesse: Non è un gesto d'Amore che può salvare l'umanità
          Non ci sarebbe mai ne Giustizia, ne Pace, ne Dignità, ne Felicità nella terra degli uomini.
          Come la sinfonia ha bisogno di una nota,
          come il libro ha bisogno di ogni parola,
          come le case hanno bisogno della pietra.
          Come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua,
          come le messi hanno bisogno di ogni chicco di grano,
          l'umanità intera ha bisogno di te, qui ora, tu sei unico e perciò insostituibile.
          Composta martedì 2 ottobre 2012
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