Poesie d'Autore migliori


Scritta da: asterisco
in Poesie (Poesie d'Autore)

Lettera ad un figlio

Se puoi vedere distrutto il lavoro di tutta la tua vita
e senza dire una parola ricominciare,
se puoi perdere i guadagni di cento partite
senza un gesto e senza un sospiro di rammarico,
se puoi essere un amante perfetto
senza che l'amore ti renda pazzo,
se puoi essere forte senza cessare di essere tenero
e sentendoti odiato non odiare, pure lottando e difendendoti.
Se tu sai meditare, osservare, conoscere,
senza essere uno scettico o un demolitore,
sognare senza che il sogno diventi il tuo padrone,
pensare senza essere soltanto un pensatore,
se puoi essere sempre coraggioso e mai imprudente,
se tu sai essere buono e saggio
senza diventare né moralista, né pedante.
Se puoi incontrare il Trionfo e la Disfatta
e ricevere i due mentitori con fronte eguale,
se puoi conservare il tuo coraggio e il tuo sangue freddo
quando tutti lo perdono.
Allora i Re, gli Dei, la Fortuna e la Vittoria
saranno per sempre tuoi sommessi schiavi
e, ciò che vale meglio dei Re e della Gloria,
Tu sarai un uomo.
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    Scritta da: Carmine Carmine
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Una sfida alle tenebre

    Colpito in un occhio
    colpito nel cervello
    colpito nel culo
    colpito come un fiore che sta danzando

    Meravigliandomi per come la morte vinca senza fatica
    meravigliandomi per come si presti fede a stupide forme di vita

    Meravigliandomi per come il riso venga soffocato
    meravigliandomi per come il vizio sia così una costante

    Devo in fretta dichiarare una mia guerra alla loro guerra
    devo aggrapparmi al mio ultimo pezzo di suolo
    devo proteggere il piccolo spazio che mi sono ritagliato e che mi ha permesso di vivere

    La mia vita non la loro morte
    la mia morte non la loro morte...
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      Scritta da: Antonio Dati
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      È Natale

      È Natale!

      È Natale ogni volta
      che sorridi a un fratello
      e gli tendi la mano.
      È Natale ogni volta
      che rimani in silenzio
      per ascoltare l'altro.
      È Natale ogni volta
      che non accetti quei principi
      che relegano gli oppressi
      ai margini della società.
      È Natale ogni volta
      che speri con quelli che disperano
      nella povertà fisica e spirituale.
      È Natale ogni volta
      che riconosci con umiltà
      i tuoi limiti e la tua debolezza.
      È Natale ogni volta
      che permetti al Signore
      di rinascere per donarlo agli altri.
      Composta lunedì 20 dicembre 2010
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        Scritta da: Ombra Nella Notte
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Il verme conquistatore

        Guardate! È una serata di gala
        In questi ultimi anni desolati!
        Uno stuolo d'angeli alati!
        Tra i veli e sommersi dal pianto,
        A teatro siede a vedere
        Un dramma di speranze e timori,
        L'orchestra emette a tratti in sordina
        La musica delle sfere.

        Parodiando Iddio nel cielo, i mimi,
        Sottovoce borbottano, sussurrano
        E si gettano qua e là. Marionette
        Soltanto che vengono e vanno
        Al cenno di cose immense informi
        E spostano gli scenari avanti e indietro
        Scuotendo dalle loro ali di Condor
        L'invisibile Affanno!

        Un dramma così variegato, non temete,
        Non sarà scordato!
        Col suo Fantasma per sempre inseguito
        Da una folla che mai non l'afferra,
        In un cerchio che sempre ritorna
        Nello stesso identico punto,
        E molta Pazzia, e ancor più Peccato,
        E Orrore animano la trama.

        Ma guardate, tra la ridda dei mimi,
        S'insinua una forma strisciante!
        Una cosa rossosangue si snoda
        Sbucando dalla scena deserta!
        Si snoda! Si annoda! Tra spasmi mortali
        Suo cibo diventano i mimi,
        Singhiozzano i serafini ai denti del mostro
        Di sangue rappreso imbevuti.

        Spente, spente le luci, tutte spente!
        E sopra ogni forma fremente,
        Funebre sudario il sipario
        Vien giù con fragor di tempesta,
        E gli angeli pallidi esangui,
        Levandosi, svelandosi, dicono
        Che quella è la tragedia "L'Uomo",
        E il Verme Conquistatore, l'eroe.
        Composta martedì 22 marzo 2011
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          Scritta da: 164gio51vi
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Una carogna

          Ricordi tu l'oggetto, anima mia, che vedemmo quel mattino d'estate così dolce? Alla svolta d'un sentiero un'infame carogna sopra un letto di sassi,
          le gambe all'aria, come una femmina impudica, bruciando e sudando i suoi veleni, spalancava, con noncuranza e cinismo, il suo ventre pieno d'esalazioni.
          Il sole dardeggiava su quel marciume come volendolo cuocere interamente, rendendo centuplicato alla Natura quanto essa aveva insieme mischiato;
          e il cielo contemplava la carcassa superba sbocciare come un fiore. Il puzzo era tale che tu fosti per venir meno sull'erba.
          Le mosche ronzavano sul ventre putrido donde uscivano neri battaglioni di larve colanti come un liquame denso lungo gli stracci della carne.
          Tutto discendeva e risaliva come un'onda, o si slanciava brulicando: si sarebbe detto che il corpo gonfio d'un vuoto soffio, vivesse moltiplicandosi.
          E tutto esalava una strana musica, simile all'acqua corrente o al vento, o al grano che il vagliatore con ritmico movimento agita e volge nel vaglio.
          Le forme si cancellavano riducendosi a puro sogno: schizzo, lento a compiersi, sulla tela (dimenticata) che l'artista condurrà a termine a memoria.
          Dietro le rocce una cagna inquieta ci guardava con occhio offeso, spiando il momento in cui riprendere allo scheletro il brano abbandonato.
          - Eppure tu sarai simile a quell'immondizia, a quell'orribile peste, stella degli occhi miei, sole della mia natura, mia passione, mio angelo!
          Sì, tu, regina delle grazie, sarai tale dopo l'estremo sacramento, allora che, sotto l'erba e i fiori grassi, andrai a marcire fra le ossa.
          Allora, o bella, dillo, ai vermi che ti mangeranno di baci, che io ho conservato la forma e l'essenza divina di tutti i miei decomposti amori.
          Composta martedì 13 dicembre 2011
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