Quale in notte solinga sovra campagne inargentate ed acque, là 've zefiro aleggia, e mille vaghi aspetti e ingannevoli obbietti fingon l'ombre lontane infra l'onde tranquille e rami e siepi e collinette e ville; giunta al confin del cielo, dietro Appennino od Alpe, o del Tirreno nell'infinito seno scende la luna; e si scolora il mondo; spariscon l'ombre, ed una oscurità la valle e il monte imbruna; orba la notte resta, e cantando con mesta melodia, l'estremo albor della fuggente luce, che dinanzi gli fu duce, saluta il carrettier dalla sua via; tal si dilegua, e tale lascia l'età mortale la giovinezza. In fuga van l'ombre e le sembianze dei dilettosi inganni; e vengon meno le lontane speranze, ove s'appoggia la mortal natura. Abbandonata, oscura resta la vita. In lei porgendo il guardo, cerca il confuso viatore invano del cammin lungo che avanzar si sente meta o ragione; e vede ch'a sé l'umana sede, esso a lei veramente è fatto estrano. Troppo felice e lieta nostra misera sorte parve lassù, se il giovanile stato, dove ogni ben di mille pene è frutto, durasse tutto della vita il corso. Troppo mite decreto quel che sentenzia ogni animale a morte, s'anco mezza la via lor non si desse in pria della terribil morte assai più dura. D'intelletti immortali degno trovato, estremo di tutti i mali, ritrovar gli eterni la vacchiezza, ove fosse incolume il desio, la speme estinta, secche le fonti del piacer, le pene maggiori sempre, e non più dato il bene. Voi, collinette e piagge, caduto lo splendor che all'occidente inargentava della notte il velo, orfane ancor gran tempo non resterete: che dall'altra parte tosto vedrete il cielo imbiancar novamente, e sorger l'alba: alla qual poscia seguitando il sole, e folgorando intorno con le sue fiamme possenti, di lucidi torrenti inonderà con voi gli eterei campi. Ma la vita mortal, poi che la bella giovinezza sparì, non si colora d'altra luce giammai, né d'altra aurora. Vedova è insino al fine; ed alla notte che l'altre etadi oscura, segno poser gli Dei la sepoltura.
Sono nato nel 1902 non sono più tornato nella città natale non amo i ritorni indietro quando avevo tre anni abitavo Alep con mio nonno pascià a 19 anni studiavo a Mosca all'università comunista a 49 ero a Mosca di nuovo ospite del comitato centrale del partito comunista e dall'età di 14 anni faccio il poeta alcuni conoscon bene le varie specie delle piante altri quelle dei pesci io conosco le separazioni alcuni enumerano a memoria i nomi delle stelle io delle nostalgie ho dormito in prigioni e anche in alberghi di lusso ho sofferto la fame compreso lo sciopero della fame e non c'è quasi pietanza che non abbia assaggiata quando avevo trent'anni hanno chiesto la mia impiccagione a 48 mi hanno proposto per la medaglia della Pace e me l'hanno data a 36 ho traversato in sei mesi i quattro metri quadrati di cemento della segregazione cellulare a 59 sono volato da Praga all'Avana in diciotto ore ero di guardia davanti alla bara di Lenin nel '24 e il mausoleo che visito sono i suoi libri han provato a strapparmi dal mio Partito e non ci son riusciti e non sono rimasto schiacciato sotto gl'idoli crollati nel 51 con un giovane compagno ho camminato verso la morte nel 52 col cuore spaccato ho atteso la morte per quattro mesi sdraiato sul dorso sono stato pazzamente geloso delle donne ch'ho amato non ho invidiato nemmeno Charlot ho ingannato le mie donne non ho sparlato degli amici dietro le loro spalle ho bevuto ma non sono stato un bevitore ho sempre guadagnato il mio pane col sudore della mia fronte che felicità mi sono vergognato per gli altri e ho mentito ho mentito per non far pena agli altri ma ho anche mentito senza nessun motivo ho viaggiato in treno in areoplano in macchina i più non possono farlo sono stato all'Opera i più non ci vanno non sanno nemmeno che cosa sia e dal '21 non sono entrato in certi luoghi frequentati dai più la moschea la sinagoga la chiesa il tempio i maghi le fattucchiere ma mi è capitato di far leggere la mia sorte nei fondi di caffè le mie poesie sono pubblicate in trenta o quaranta lingue ma nella mia Turchia nella mia lingua turca sono proibite il cancro non l'ho ancora avuto non è necessario che l'abbia non sarò primo ministro d'altronde non ne ho voglia anche non ho fatto la guerra non sono sceso nei ricoveri nel mezzo della notte non ho camminato per le vie sotto gli aerei in picchiata ma verso i sessant'anni mi sono innamorato in una parola compagni anche se oggi a Berlino sono sul punto di crepar di tristezza posso dire di aver vissuto da uomo e quanto vivrò ancora e quanto vedrò ancora chi sa.
Si lo so, tutto è finito non parlar, non dirmi niente già da un pezzo l'ho capito che il finale era imminente. Si lo so, tutto è finito sei d'un altro innamorata già da un pezzo l'ho capito questa scena l'ho aspettata.
La commedia dell'amore è finita finalmente hai spezzato questo cuore non parlar, non dirmi niente.
Dicono che la Speranza sia felicità, ma il vero Amore deve amare il passato, e il Ricordo risveglia i pensieri felici che primi sorgono e ultimi svaniscono.
E tutto ciò che il Ricordo ama di più un tempo fu Speranza solamente; e quel che amò e perse la Speranza oramai è circonfuso nel Ricordo.
È triste! È tutto un'illusione: il futuro ci inganna da lontano, non siamo più quel che ricordiamo, né osiamo pensare a ciò che siamo.
Molta follia è suprema saggezza per un occhio che capisce - molta saggezza, la più pura follia. Anche in questo prevale la maggioranza. Conformati, e sei saggio - dissenti, e sei pericoloso. Un matto da legare.
Una cotonata a quadretti blu copre il tavolo e sopra, senza menzogne, sorridenti, arditi stanno i nostri libri. Sono un prigioniero, madre mia, che ritorna al paese da una fortezza nemica. È l'una di notte la lampada è ancora accesa. Al mio fianco è coricata mia moglie mia moglie incinta di cinque mesi. Quando la mia carne tocca la sua quando le poso la mano sul ventre il bimbo si muove un poco. Sul ramo la foglia nell'acqua il pesce nella matrice il piccolo dell'uomo. Mio piccolo. La camiciola di lana rosa per il mio bambino l'ha sferruzata sua madre è grande come la mia mano con le maniche appena così. Mio piccolo. Se sarà femmina voglio che sia sua madre dalla testa ai piedi, s'è maschio, che sia della mia statura. S'è femmina, che abbia gli occhi verde dorato s'è maschio, azzurri. Mio piccolo. Non voglio che a vent'anni t'ammazzino se sei maschio, al fronte se sei femmina, dentro qualche rifugio, di notte. Mio piccolo. Femmina o maschio a qualsiasi età non voglio che tu conosca il carcere per essere stato dalla parte del giusto del bello, della pace. Ma so bene figlia mia o figlio mio che se il sole tarderà molto a sorgere dalle acque dovrai combattere e anche... Insomma oggi, da noi, è un ben duro mestiere essere padre.
È l'una di notte. La lampada non l'abbiamo ancora spenta. Tra mezz'ora forse, forse verso il mattino la mia casa conoscerà ancora un'altra irruzione della polizia e mi porteranno via, prenderò con me qualche libro. I questurini della politica mi prenderanno in mezzo e io mi volterò indietro a guardare: mia moglie sarà sulla soglia davanti alla porta il vento del mattino gonfierà la sua gonna e nel suo ventre pesante il bambino si muoverà un poco.
Saranno pieni di preoccupazioni i tuoi giorni, se devi darmi il cuore. La mia casa, al bivio, ha le porte aperte, il mio pensiero è sempre assente, perché io sono un poeta. Non sento colpa per questo, ma te lo dico, se devi darmi il cuore. Se impegno con te la mia parole in canzoni e sono deciso a mantenerla, quando la musica tacerà, bisognerà che tu mi perdoni, perché la legge decisa a maggio la violo volentieri in dicembre. Non rifletterci troppo, se devi concedermi amore. Finché i tuoi occhi canteranno l'amore e la tua voce comunicherà la gioia, le mie risposte alle tue domande saranno sempre appassionate, anche se non precise. Vanno credute per sempre e poi per sempre dimenticate.
Se tu mi avessi chiesto: "Come stai?" Se tu mi avessi chiesto dove andiamo t'avrei risposto "bene, certo sai" ti parlo però senza fiato mi perdo nel tuo sguardo colossale, la stella polare sei tu mi sfiori e ridi no, cosi non vale non parlo e se non parlo poi sto male
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai e non lo sai perché non te l'ho detto mai anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai non l'ho mai detto e non te lo dirò mai nell'amor le parole non contano conta la musica.
Se tu mi avessi chiesto: "Che si fa?" Se tu mi avessi chiesto dove andiamo t'avrei risposto dove il vento va le nuvole fanno un ricamo mi piove sulla testa un temporale il cielo nascosto sei tu ma poi svanisce in mezzo alle parole per questo io non parlo e poi sto male
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai e non lo sai perché non te l'ho detto mai anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai non l'ho mai detto e non te lo dirò mai nell'amor le parole non contano conta la musica.
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai non l'ho mai detto ma un giorno capirai nell'amor le parole non contano conta la musica.